Recensione
Amores Perro – Recensione: anime alla ricerca della propria identità
A Città del Messico un incidente stradale unisce per un breve e violentissimo lasso di tempo esistenze che improvvisamente sembrano esplodere in schegge di realtà, in un montaggio che restituisce vaghe idee di vita senza speranza di fronte a un precipizio.
La regia di Iñárritu, sostenuta dalla penna di Guillermo Arriaga, che firma la sceneggiatura del film, segue anime alla ricerca della propria identità, identità che ogni personaggio sembra far coincidere con l’affermazione di una fisicità il cui vigore è ormai perso irrimediabilmente.
Cerca la propria identità il barbone che crede di poter legittimare se stesso davanti alla figlia attraverso un nuovo viso, rasato e ricostituito in una foto tessera anonima; lo fa la modella che di fronte al cartellone pubblicitario che la ritrae non si riconosce nel ruolo di invalida e sembra sparire per sempre quando la sua immagine è sostituita da un’altra; sembra caderci anche Octavio con la sua prorompente passionalità che sfocia in scene di sesso proibito, a causa del tradimento nei confronti del fratello.
L’urgenza di legittimarsi materialmente evidenzia in “Amores Perros” una fobia della decomposizione della carne che sembra ripetersi durante l’intera narrazione: cani dilaniati da altri cani, topi che nel buio della notte rincorrono la loro preda, corpi feriti fino all’amputazione.
Amores Perros: l’amore per i cani come filo conduttore che accomuna le diverse storie
Il cambiamento a cui anelano Octavio, Valeria e El Chivo si risolve sempre nel risvolto tragico di un destino beffardo che gli animali sembrano subire come i loro padroni. È questo il caso dello Yorkshire della modella perso nello spazio ignoto e privo di luce sotto il pavimento. Un malessere sotterraneo agita Valeria e la tormenta di notte disturbando il suo sonno con sinistri squittii. Infine il rottweiler Cofi, guidato da Octavio, mostra come lui la ferocia di cui non si può far a meno per poter sopravvivere in una realtà suburbana. Quando la bestia combattente sarà accolta nel covo di El Chivo pur cambiando nome, non potrà più dimenticare la lezione appresa. Il barbone camminerà verso una nuova strada, lasciando intravedere allo spettatore una possibilità di futuro, Cofi, ormai diventato Nero, lo seguirà, ma entrambi non potranno mai sottrarsi al passato e alle ferite che ha lasciato sulla loro carne.
Laura Calvo
Trama
- Regia: Alejandro González Iñárritu
- Cast: Goya Toledo, Emilio Echevarria, Gael García Bernal, Alvaro Guerrero, Vanessa Bauche
- Genere: Commedia, colore
- Durata: 147 minuti
- Produzione: Messico, 2000
“Amores Perros” è il primo film di Alejandro González Iñárritu facente parte di una trilogia sul tema della morte, cui seguiranno “21 Grammi” e “Babel”.
Un incidente stradale coinvolge una serie di persone diverse che mai altrimenti sarebbero entrate in contatto tra loro.
Octavio sogna una realtà diversa: innamorato follemente della cognata Susana vorrebbe un’esistenza senza brutalità, lontana dalla vita assurda di Città del Messico.
Valeria, affermata modella che vive in una splendida casa del centro, si trova ad affrontare una nuova situazione, in cui il suo fisico non risponde più alle sue aspettative.
El Chivo, ex intellettuale terrorista, dopo aver scontato vent’anni in carcere, abbandonato dalla famiglia, si trasforma in killer su commissione.