Un film toccante, una storia che tocca tutti gli aspetti della sensibilità umana: “Una separazione” presto nelle sale cinematografiche
(Jodaeiye Nader az Simin) Regia: Asghar Farhadi – Cast: Sareh Bayat, Sarina Farhadi, Peyman Moadi, Babak Karimi, Ali-Asghar Shahbazi, Shahab Hosseini, Leila Hatami Titolo originale Jodaeiye Nader az Simin – Genere: Drammatico, colore, 123 minuti – Distribuzione: Iran, 2011 – Produzione: Sacher – Data di uscita: 21 ottobre 2011.
Iran. La storia inizia nella stanzetta di un tribunale. Samin e Nader, dopo un matrimonio lungo 14 anni, hanno deciso di separarsi. O meglio, a deciderlo è stata Samin. Finalmente ha ottenuto il visto per lasciare l’Iran e garantire a Termeh, la figlia undicenne, un futuro migliore, in un contesto in cui poter essere libera di diventare una donna e di esprimere il proprio pensiero e le proprie aspirazioni. Ma Nader non vuole accompagnarle. A casa lo aspetta un anziano padre affetto dal morbo di Alzheimer, che deve accudire e curare. È per questo che la moglie sta chiedendo il divorzio.
Il film di Jodaeye Nader az Simin si apre con una scena emblematica: l’occhio della macchina da presa è quello di un giudice senza volto e i protagonisti del contenzioso, Simin e Nader, parlano direttamente in camera. Una falsa soggettiva che permette allo spettatore di conoscere le ragioni e la storia dei protagonisti. Sappiamo che Simin è arrivata a chiedere il divorzio perché Nader non vuole partire con lei, conosciamo le condizioni del padre di Nader, sappiamo che la figlia Atafeh rimarrà col padre.
Orso d’Oro al Miglior Film al Bernilane 2011 e Orso d’Argento per le migliori interpretazioni maschile e femminile, “Una separazione” è una storia toccante. La separazione tra Samin e Nader scatena una serie di eventi imprevisti. Nader assumerà una donna, Razieh, per accudire il padre. Non sa che Razieh è incinta e che sta lavorando nella sua casa contro la sua religione e senza che il marito ne sia a conoscenza. Quando perde il bambino a seguito di un litigio con Nader, almeno così sembra all’inizio, inizierà un lungo processo fatto di menzogne e scontri. Samin cercherà di aiutare il marito, mettendo da parte per un attimo i loro problemi e sperando in una riappacificazione.
Mirabile l’interpretazione della bambina, la giovane Sarina Farhadi. È una bambina di undici anni ma riesce ad avere le espressioni, i pensieri e il modo di relazionarsi di un adulto. Sullo sfondo un paese ancora arretrato, vittima di leggi religiose superiori a quelle terrene, che ne limitano il progresso, che vietano a una donna sposata di essere autonoma, che inibiscono la libertà umana.
La scena finale non può che lasciare lo spettatore con l’amaro in bocca. Scelta registica azzeccata. “Una separazione” è un film assolutamente da vedere, apprezzabile, delicato, semplice ma profondo. Le protagoniste sono le donne, paradossalmente, sullo sfondo di un paese che in realtà le considera come esseri di secondo piano e le calpesta fisicamente e moralmente.
Il film è uscito lo scorso giugno in Francia e ha avuto un’accoglienza eccezionale. Un record senza precedenti per un titolo iraniano. Chissà se l’Italia gli darà ugualmente lo stesso riconoscimento.
Serena Calabrò