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Si può fare l’amore vestiti? – Recensione

Commedia piacevole sui pregiudizi di un paesino meridionale

Regia: Donato Ursitti – Cast: Bianca Guaccero, Corrado Fortuna, Paolo De Vita, Marina Rocco, Maurizio Battista – Genere: Commedia, colore, 90 minuti – Produzione: Italia, 2012 – Distribuzione: AI Entertainment – Data di uscita: 6 dicembre 2012.

si-puo-fare-lamore-vestitiAurora, trentenne solare ed ottimista, fugge dal suo paesino in Puglia per trasferirsi a Roma e specializzarsi in sessuologia. Costretta a tornare a casa dopo dodici anni, poiché crede che la madre sia in fin di vita, si trova a fare i conti con la curiosità e la diffidenza dei paesani. Dalla sua parte avrà però Andrea, amico fidato dai tempi dell’infanzia, che la aiuterà a crearsi un piccolo studio dove ricevere i sempre più numerosi clienti.

Il film è una commedia leggera basata sullo scalpore che una ragazza, che di mestiere fa la sessuologa, genera tra i suoi compaesani. In alcune scene e nella schiera dei bizzarri paesani si nota un certa ispirazione al ben più riuscito “Chocolat”, in cui invece a generare una iniziale diffidenza che si trasforma via via in attrazione era invece il cioccolato.

In “Si può fare l’amore vestiti?” si sente però il sapore italiano, trasmesso dalle deliziose immagini del borgo pugliese di Polignano a Mare, le cadenze alternate a veri e propri dialettismi degli attori, le musiche dei balli popolari, le sagre del paese.

La Guaccero comunica bene il sentimento di dispiacere soffocato dal sollievo di chi è costretto a nascondersi nell’anonimato della grande metropoli perché incompreso nel proprio paese d’origine. Attraverso gag divertenti, sottolineate dall’intelligente trovata dei sottotitoli con le statistiche sui comportamenti sessuali degli italiani, vediamo sfilare sul grande schermo personaggi al limite del macchiettismo. Ne sono esempi le ‘comari’ pettegole sempre di vedetta davanti alla Chiesa comunale, il dongiovanni impenitente (interpretato da un esilarante Fabio Ferri) rappresentante della diffusa corrente di pensiero per cui sessuologa è un modo più fine per descrivere il mestiere più antico del mondo, e mogli guardinghe ma allo stesso tempo desiderose di risvegliare il desiderio dei propri mariti.

Quasi d’obbligo è il risvolto amoroso della vicenda di Aurora che, come nei migliori clichè, tanto è esperta e sicura nel trattare tematiche della sfera sessuale nei rapporti di coppia, quanto è maldestra e spaventata sul piano dei suoi rapporti con gli uomini. Riuscirà a trovare l’amore? E, come le chiede uno dei personaggi del film, è meglio fuggire e criticare da lontano o tornare alle origini cercando nel proprio piccolo di cambiare le cose?

La pellicola si lascia guardare, grazie anche ad una regia pulita e semplice, senza grandi pretese e senza alcun tipo di presunzione, motivo per cui risulta anche più divertente, ma allo stesso tempo gioca e ammicca a una realtà ben nota a chi proviene dai piccoli centri in cui si fa ancora fatica a scalfire la tradizione quasi impermeabile ad ogni genere di novità.

Miriam Reale

Si può fare l’amore vestiti? – Recensione

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