Festa del Cinema di Roma 2016: Tom Hanks ha incontrato la stampa all’Auditorium romano, prima dell’appuntamento delle 17.30 col pubblico, in Sala Sinopoli.
Festa del Cinema di Roma 2016: l’attore americano a ruota libera, spazia dal cinema alla politica
Tom Hanks ha iniziato col parlare della sua lunga carriera definendosi molto fortunato per tutto quello che ha fatto e che fa, affermando di non voltarsi mai indietro a ripensare ai film girati, e che l’unico metro per misurare il successo è “la longevità artistica, quando continuano ad offrirti un ruolo anche se non più quello più importante. Ogni film è un’avventura, ogni esperienza è nuova” e lo arricchisce sia artisticamente che umanamente.
Non si è tirato indietro nel rispondere a un commento sulla situazione politica americana, definendo quello che sta succedendo nel suo paese “il festival della merda 2016”, e sorridendo poi al pensare che la sua affermazione sarà in rete, chiedendo di “far girare il concetto”. “Ogni 4 anni arriva il circo, e non c’è dubbio che il mondo sta attraversando a una fase significativa, il cammino è incerto” e a ogni tornata elettorale ricorda, essendo appassionato di storia, che si è sempre fatto avanti un candidato pieno di idee assurde come Trump: “c’è sempre stata una sua qualche versione, ma non abbiamo mai investito su di loro”.
Tom Hanks ha inoltre raccontato di come in genere scelga i copioni d’istinto, e di come sia difficile rifiutare un lavoro: “Se se non ci sono aspetti che richiedono quella passione assoluta che in questo lavoro si deve avere è meglio rifiutare una parte, altrimenti non “rispetti il tuo lavoro”.
Si è poi soffermato sul concetto di ignoranza, a parer suo la cosa peggiore al mondo: “Un bene che può essere comprato e venduto”, che permette ad alcuni di conservare il potere su altri, in alcuni posti è persino vietato leggere, o dipingere. Quando prevale l’ignoranza succedono brutte cose, è proprio vero che la verità rende liberi.”
Festa del Cinema di Roma 2016: l’attore continua, tra imitazioni divertenti e parole d’affetto per i nipoti
Hanks riconosce che il suo modo di porsi fa si che gli siano più confacenti parti da ‘buono’, per questo sono ben pochi i ruoli che lo vedono cimentarsi in qualcosa di diverso, e riguardo l’essere visto da molti come l’unico erede di James Stuart, quale interprete di ruoli fortemente morali, ha affermato che le decisioni sui film le prende nella misura in cui i ruoli gli permettono di indagare la condizione umana.
Sorride raccontando che i suoi nipoti non hanno idea di cosa faccia per vivere: “Credo riconoscano la voce in “Toy Story” ma non hanno ancora capito cosa faccio, con loro gioco, disegno e cerco di convincerli, come tutti i nonni, di essere un uomo importante” chiosando che preferirebbe di gran lunga stare con loro che non li in sala e che sono “più divertenti di Fellini”.
Riguardo l’identificazione di un attore col proprio personaggio o il reiterarsi di uno stesso ruolo, a parer suo l’importante è non tradire il patto col pubblico, ripartendo ogni volta da zero, raccontando qualcosa di diverso. Ha avuto parole anche sul suo lavoro da produttore, che ritiene meno divertente e più faticoso di quello dell’attore, che non implica nessun tipo di responsabilità.
Ha parole di stima per Clint Eastwood “un regista straordinario”, col quale ha girato l’ultimo film.
Lascia la sala tra gli applausi.
Maria Grazia Bosu
13/10/2016