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Recensione

Afterimage – Recensione: Wajda e il suo ultimo lavoro. Le pene di un artista ostracizzato dal regime comunista

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Il regista polacco, scomparso una manciata di ore prima dell’inizio della Festa del Cinema di Roma 2016, che lo vedeva impegnato proprio nella presentazione di “Afterimage”, nonché protagonista di un incontro col pubblico dell’Auditorium, col suo sessantacinquesimo lungometraggio porta sul grande schermo la storia di Wladyslaw Strzeminski, artista polacco di grande talento, pittore famoso, professore stimato e fondatore a Łódź del secondo Museo d’Arte Moderna al mondo.

Il un periodo di forte oppressione da parte del potere, come quello preso in esame, che si concentra sugli ultimi quattro anni di vita di Strzeminski (1949-1952) la pittura astratta difficilmente poteva essere aderente ai dettami del regime. L’opera principe di Strzeminski, “Teoria della visione”, fu messa all’indice e le sue opere ritirate dall’esposizione museale, se non distrutte.

Il regista, con una sensibilità fuori dal comune, mostra l’annichilimento dell’artista e dell’uomo, la povertà estrema in cui terminò questa vita terrena, la malattia che lo vinse, prostrato nel corpo e nell’anima, ma fino all’ultimo coerente col suo pensiero.

Attraverso questo doloroso scorcio di vita del grande accademico, Wajda offre anche un affresco della Polonia post-bellica, che si è velocemente piegata alla sovietizzazione che prometteva cibo e uguaglianza alla classe operaia, allora ignara che in cambio avrebbe dovuto rinunciare ad ogni forma di libertà personale.

“Afterimage”: quando il cinema si eleva ad arte

“Afterimage” è un film completo, Wajda tesse una fitta tela in cui si fondono travagli personali e storia del paese, come nella migliore tradizione di quel cinema civile che intrattiene ed educa lo spettatore. Non mancano momenti di vera tensione emotiva, che toccano nel profondo, e dai quali è impossibile non lasciarsi travolgere.

Wajda, coi suoi novant’anni, mostra una freschezza narrativa che non teme rivali, coadiuvata da scelte cromatiche che arricchiscono il girato. In sequenze spesso dominate da colori cupi che sembrano rispecchiare lo stato d’animo del protagonista, spicca il colore rosso della giovane figlia del pittore, quasi a voler fare un distinguo tra la ragazzina ed il resto. Brillanti i colori che l’artista stende copiosamente sulle tele, seppur non le possa esporre, ridotto in ultimo a guadagnarsi da vivere persino come vetrinista.

Immensa la prova attoriale di Bogusław Linda, il suo Strzeminski supera lo schermo per entrare nell’anima di chi guarda.
“Afterimage” contribuirà a rendere immortale il nome di Wajda, fino all’ultimo narratore sincero.

Maria Grazia Bosu

Trama

  • Titolo originale: Powidoki
  • Regia: Andrzej Wajda
  • Cast Boguslaw Linda, Aleksandra Justa, Bronislawa Zamachowska, Zofia Wichlacz, Krzysztof Pieczynski, Paulina Galazka, Maria Semotiuk, Mariusz Bonaszewski, Jacek Beler
  • Genere: Biografico, colore
  • Durata: 98 minuti
  • Produzione: Polonia, 2016

 

Afterimage

afterimage-1L’ultima fatica di Andrzej Wajda è il racconto intenso e doloroso degli ultimi quattro anni di vita del pittore  Wladyslaw Strzeminski, uno degli artisti di maggior talento che la Polonia possa vantare.

Il periodo preso in esame va dal 1949 al 1952, nel momento in cui si compie la sovietizzazione della Polonia, e Strzeminski viene pian piano escluso dagli ambienti accademici e culturali, per il suo professare un’arte libera e non politicizzata, molto lontana dal ‘realismo socialista’.

Trailer

https://www.youtube.com/watch?v=9LqHA0eYTDw

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