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Festa del cinema di Roma: Oliver Stone incontra la stampa per “Snowden”

Oliver Stone ha incontrato la stampa oggi alla Festa del Cinema di Roma in occasione della presentazione del suo film “Snowden” che racconta, anche se con qualche libertà, il controverso personaggio che ha fatto scoprire al mondo come, in nome della sicurezza personale, in difesa dal terrorismo, siamo tutti spiati attraverso i dispositivi elettronici.

Alla Festa del Cinema di Roma Oliver Stone ha presentato oggi il suo “Snowden” che ha avuto una genesi difficile

Snowden

Oliver Stone ha incontrato lo stesso Snowden in Russia, dove vive adesso. Il suo lavoro fa venire voglia di buttare via i nostri smartphone, oggetti malefici di cui sembriamo essere schiavi.

Mr. Stone ha raccontato il suo paese in molti altri film e non ha mai avuto la mano leggera fin da “Natural Born Killer”, il suo lavoro più discusso per la forte carica di violenza che lo permeava.

Tutti i suoi lavori hanno al centro del plot dei punti di svolta che hanno segnato la storia. Ci si chiede se sia lo stesso per “Snowden”. Quella raccontata nel suo ultimo film é una storia complicata. È stato interessante per lui esplorare quest’universo nuovo, tanto più che si tratta di una storia non conclusa.  E non si tratta solo della sorveglianza. Gli americani non sanno molto di questo controverso personaggio, alcuni non sanno neanche chi sia.

Stone ha affermato che non é stato possibile trovare finanziamenti in Usa, hanno girato solo due settimane anche per ragioni di sicurezza. E del resto non è stato facile mettere mano sul materiale fornito dal giovane informatico coinvolto nella storia.

Oliver Stone contro gli Smartphone

Mr Stone ha consigliato a Taormina, dove è passato il suo film prima di arrivare Roma, di buttare via tutti gli smartphone.

Oggi il suo consiglio e di fare attenzione. Snowden, che ha visto il film dopo aver collaborato per la sceneggiatura, l’ha approvato. L’ha detto lui stesso in un’intervista. A questo punto della conferenza Stone é divenuto un fiume in piena e non ha lesinato critiche nei confronti di Obama che, in fondo, dopo lo scandalo Snowden non ha fatto niente per cambiare le cose.

L’incontro affollatissimo si è chiuso con la constatazione che per Snowden come patriota convinto una sorveglianza mirata contro il terrorismo era corretta. Ma poi, come lui stesso ha fatto venire fuori a rischio della sua stessa vita, si è passati alla sorveglianza di massa!

Del resto, continua Stone, citando l’11 settembre, il giorno che ha segnato la storia americana recente si sapeva del progetto sulle torri gemelle al Pentagono ma nulla è stato fatto. Le notizie erano sì arrivate alla Casa Bianca, ma sconnesse, e quindi la prevenzione non ha funzionato. Il fine ultimo, conclude questo vulcanico settantenne che ha attraversato la storia del cinema, è quello di cambiare i regimi attraverso attacchi sottili come in Brasile e non solo.  Questa è la cyberguerra attraverso l’uso di malware per attaccare i vari paesi.

Ivana Faranda

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