Alla Festa del Cinema di Roma è il giorno di Meryl Streep e del suo “Florence Foster Jenkins”.
Meravigliosa Meryl Streep: l’attrice incanta pubblico e stampa dell’auditorium
L’attrice americana porta alla kermesse la storia di Florence, una donna che amava la musica e il canto, ma non si rendeva conto di essere stonata. Grazie alle cure amorevoli del marito si è potuta esibire senza danno, fino a quando non decide di fare un grande concerto al che sfugge dal controllo del marito. La Streep ci ha ormai abituato ed interpretazioni straordinarie, e anche stavolta non disillude le aspettative.
In una gremita Sala Petrassi ha iniziato a parlare del suo personaggio dicendo che per quanto anche cantare senza talento non sia una bella cosa, il vero peccato è cantare senza passione: “Non ho mai interpretato un ruolo come questo, ho fatto una preparazione adeguata per poter cantare come lei, sono stata seguita da un coach che prima mi ha insegnato a cantare poi, nelle due ultime settimane, abbiamo smontato tutto per realizzare le performance di Florence”.
La protagonista di “Florence Foster Jenkins” ha confessato che anche di non leggere le recensioni sulle sue interpretazioni, “non sai mai se ti tengono un imboscata, soprattutto ora che cercano di attaccarti per l’età, o per il corpo. Mio marito dice sempre che scrivono solo cose belle, questo è amore, grazie al quale tutti sopravviviamo”. L’attrice si rende perfettamente conto che sui set la precede la sua fama: “avverto l’obbligo di smantellare un certo edificio, che mi precede al lavoro, il primo giorno sul set, non è positivo per lavorare con gli altr, la recitazione è questione di feeling”, sorride divertita, “pure Hugh mi ha detto che era in soggezione, ma secondo me sono tutte stronzate, l’ha detto per farmi stare bene. Pure io dimentico le battute o sbaglio a spostarmi da una parte anziché da un’altra, quando vedono questo si rilassano tutti”.
Meryl Streep: disponibile alle domande, classe ed eleganza da vendere
Ha speso buone parole per “Fuocoammare” di Rosi: ”Sono molto orgogliosa che la giuria di Berlino abbia unanimemente preso la decisione riguardo al Leone d’Oro, è un’opera sicuramente unica”. Alla fine di questi spostamenti di masse di persone, ci arriva e veniamo toccati dai bambini, strappati al mare, sdraiati inermi su una spiaggia, Rosi ha saputo “intrecciare l’orrore con la vita di questo giovane medico, per poi allontanarcene”, come un bravo regista deve saper fare, mostrare una cosa e poi portarti via. “Io credo che abbia un ottima chance per l’oscar”.
Si è detta molto contenta per il fatto “che si sia visto nel film lo spirito da bambina che animava Florence. Simile a quello dei bambini quando vogliono fare uno spettacolo, i miei figli mi facevano degli spettacoli interminabili che duravano ore, con molte cose e molti morti. C’è poi qualcosa che perdiamo crescendo, il senso del gioco, gli inizi della nostra costruzione di empatia, l’immaginare la vita degli altri, che poi è quello che rende alcuni di noi attori, credo che Florence non abbia mai perso tutto questo. Secondo me è il lato di lei che ha incantato il marito”.
“Per me fare cinema ora significa la stessa cosa che significava quando ho iniziato, tutte le donne che ho interpretato hanno per me la stessa importanza, amo i miei personaggi, devo difenderli, devo far sapere quello che so di loro, tutte queste donne meritano di avere un proprio posto, e continuerò ad essere impegnata finché continueranno a chiamarmi”.
La Streep, protagonista di “Florence Foster Jenkins”, ammira chi sa dedicarsi alla recitazione e alla regia: “Io amo recitare, non m’interessa dover aver un punto di vista più globale, recitare io non lo percepisco come un lavoro, è un piacevole peccato. Immergermi in un personaggio mi ha interessato fin da bambina, ricordo che mi chiedevo cosa avrei provato ad essere mia nonna, provavo i suoi vestiti, le sue scarpe, mi truccavo per farmi le rughe, è stato l’inizio di un qualcosa. Quando immagini il dolore di qualcun altro ad esempio, impari qualcosa del tuo dolore”.
Riguardo all’Italia ride di gusto: “Tutti vorrebbero essere italiani! Io sono una di loro”, e non si nega a opinioni politiche, ricordando il suo dissenso con Trump, che crede sia un problema che gli americani avranno ancora per soli venti giorni, più che sicura che sarà battuto dalla Clinton.
La Streep apripista al lavoro per le attrici che superano gli anta
Non ha fatto il nome di un’attrice che possa essere la sua erede cinematografica, ma crede “di aver aperto la strada per alcune attrici che pensano di poter avere una carriera dopo i quarant’anni, cosa prima impensabile, a quell’età non sapevano che farsene delle attrici”, che ritornavano ad avere ruoli, brutti, dopo i sessant’anni. “Oggi ci sono molte opportunità, la televisione ha aperto tante strade”. Dopo un momento di silenzio ha fatto un nome, quello di Alba Rohrwacher, che ritiene “sia davvero speciale”.
La Streep ritiene che le illusioni, come quella che il marito regalò a Florence, aiutano a vivere, per questo esistono i film. Le è stato chiesto se anche lei fa qualcosa illudendosi di farla bene, domanda che ha suscitato le sue risate: “io sono pessima in molte cose, ma non abbiamo abbastanza tempo per elencarle tutte, non posso dimenticarne nessuna perché ho quattro figli che mi ricordano spesso cosa non so fare”.
Ha confessato di aver spesso desiderato un ruolo toccato ad una collega, sopra tutti quello avuto da Jessica Lange in “Sweet Dreams”: “Ha fatto la parte in modo perfetto, ma non ho mai perdonato il mio amico Karel Reisz per non avermi proposto la parte.
Ha lasciato la sala tra gli applausi, firmando un fiume di autografi.
Maria Grazia Bosu