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Baby Driver – Il genio della fuga

Recensione

Baby Driver – Il genio della fuga – Recensione: quando il surreale incontra l’azione

Baby Driver - Il genio della fuga pellicola

Edgar Wright è il regista noto per la cosiddetta “Trilogia del cornetto“, composta da “L’alba dei morti dementi”, “Hot fuzz” e “La fine del mondo”. Con questo trittico Wright si è consolidato come uno dei migliori registi contemporanei del genere demenziale, che ripropone ogni volta in un contesto diverso. “Baby Driver – Il genio della fuga” ci porta nel mondo dei rapinatori di banche e dei loro frenetici dieci minuti d’azione, ma stavolta da un punto di vista completamente diverso: quello del guidatore dell’auto per la fuga. Soprannominato ‘Baby’, un giovane con abilità incredibili al volante e un triste passato, è incastrato per un furto d’auto da un grosso criminale (Kevin Spacey) che lo costringe a lavorare come autista nei colpi da lui pianificati, per ripagarlo. Dopo aver tenuto la testa bassa per anni, Baby riesce finalmente a ripagare il debito contratto, ma non a liberarsi dell’indesiderato lavoro criminale; si trova così ‘costretto’ a ribellarsi per ottenere l’agognata libertà.

La trama non si distingue certo per originalità, ma non è ovviamente su questo che punta Edgar Wright: il punto di forza di “Baby Driver – Il genio della fuga”, infatti, è la patina di surrealismo e irriverente nonsense che permea tutta la pellicola. Dai personaggi sopra le righe – il più riuscito dei quali è senza dubbio quello interpretato da un brillante Jamie Foxx – alle conversazioni che sfiorano il ridicolo con impareggiabile serietà, “Baby Driver – Il genio della fuga” è un film che va visto senza alcuna aspettativa di realismo. La cosa interessante è che questo tipo di pellicole rischia di cadere facilmente nella stupidità, mentre Wright riesce a schivare abilmente l’ostacolo; seppure a tratti alcune scelte di sceneggiatura possono avere poco senso, non si cade mai in battute tristemente stupide o personaggi banali e superflui.

Baby Driver – Il genio della fuga: un tributo alla musica

Baby Driver Ansel Elgort

Baby Driver – Il genio della fuga

A differenza delle precedenti opere di Wright, “Baby Driver – Il genio della fuga” vanta un lato artistico decisamente più spiccato, grazie alla spettacolare colonna sonora e all’uso che ne viene fatto. Caratteristica, questa, che alza nettamente di livello un film altrimenti carino e piacevole, ma poco memorabile.
Gli inseguimenti in macchina giovano soprattutto di questa scelta, e sono inoltre molto belli, molto meno ‘coatti’ di quanto ci si aspetta (si distacca abbastanza dallo stile di “Fast & Furious” ad esempio) e in giusta quantità, senza soffocare la storia con una presenza ridondante. Il protagonista poi fonde nella sua esistenza queste sue due grandi passioni, la musica e le macchine, come solo gli adolescenti sanno fare, con una totale dedizione e un ingenuo amore, ed è impossibile non adorarlo.

Il film non è esente da pecche e cose che funzionano poco, ed indubbiamente la prima parte è meglio della seconda, in cui si assiste ad un’escalation meno interessante della premessa, ma alla fine dei conti il cinema di Edgar Wright raccoglie in sè due componenti: una forma accattivante e divertente e un contenuto leggero facilmente dimenticabile.
Per chi cerca un piacevole intrattenimento di un paio d’ore, funziona perfettamente.

Valeria Brunori

Trama

  • Regia: Edgar Wright
  • Cast: Ansel Elgort, Kevin Spacey, Lily James, Jamie Foxx, Jon Hamm, Jon Bernthal, Eiza Gonzalez, Sky Ferreira, Ben VanderMey, Wilbur Fitzgerald
  • Genere: Azione, Colore
  • Durata: 113 minuti
  • Produzione: Gran Bretagna, USA, 2017
  • Distribuzione: Warner Bros Italia
  • Data di uscita: 7 Settembre 2017

Baby Driver - Il genio della fuga poster“Baby Driver – Il genio della fuga” narra le vicende di un pilota che si presta a fughe criminali, ma che è costretto a soffrire per via di una malattia che gli crea un fastidiosissimo ronzio alle orecchie.

La musica, nella sua vita, ricopre un ruolo fondamentale: è l’unico modo per reagire all’assillante problema e per questo motivo non può farne a meno. La sua vita inizierà a complicarsi ulteriormente quando sarà costretto a lavorare per un noto boss criminale che lo porterà a mettere a rischio la vita, la libertà ed il suo amore a causa di una rapina che, sin dall’inizio, è destinata al fallimento.

Baby Driver – Il genio della fuga: chi è Baby?

Ultimo lavoro di Edgar Wright, “Baby Driver – Il genio della fuga” si ispira, sotto alcuni punti di vista, al video musicale “Blue Song” della band Mint Royale, che Wright stesso dirige nel 2003.

Al centro della storia c’è un personaggio, Baby (il protagonista) che è in grado di comprendere cosa gli altri dicono anche mentre ascolta musica: “Baby sa leggere, in modo impeccabile, il labiale delle persone – dice il regista Wright – dunque non ha alcun problema nel recepire quello che gli accade intorno, anche mentre ascolta jazz o mentre immagina di suonare il piano sul tavolo”.

Un soggetto che va a caccia di emozioni più che di guai, un genio della guida che ama l’alta velocità, un guidatore che eccelle nella fuga; ecco il profilo di Baby, ma non può operare in un mondo criminale senza divenire egli stesso un fuorilegge.

E per quanto “Baby Driver – Il genio della fuga” abbia uno stampo divertente,  Edgar Wright ci tiene a specificare di aver creato la pellicola come un vero e proprio action-thriller: “Credo che la stampa e molta gente abbiano semplicemente dato per scontato che fosse una commedia. Ma il mio sogno è sempre stato quello di fare un action thriller condito di un un po’ di pepe”.

Trailer

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