Recensione
La bella e la bestia – Recensione: il superfluo e l’inutile
“La bella e la bestia” non è il primo (e non sarà l’ultimo) live action tratto da un film d’animazione della Disney. Rivelatosi un filone d’oro in questi tempi in cui le idee scarseggiano, viene (e verrà) saccheggiato senza pietà: ma c’è chi sa farlo con stile e chi fallisce clamorosamente.
“La bella e la bestia” è uno dei cartoni più amati di tutta la produzione Disney, un po’ perché Belle è la prima principessa ad avere una mente intellettuale e il coraggio di rimboccarsi le maniche anziché attendere sospirando l’arrivo del Principe Azzurro, un po’ perché la Bestia è un anti-principe con il suo carattere scorbutico e il temperamento irascibile e ciò lo rende più reale e umano degli altri, e un po’ perché tra le musiche bellissime, il divertente bisticciare tra Lumiere e Tockins e una storia d’amore ben più complessa di una scarpetta di cristallo, è impossibile non innamorarsene; non a caso è stato il primo film d’animazione ad essere candidato all’Oscar come Miglior Film.
Una strategia di marketing con Emma Watson
Riproporre un simile capolavoro, quindi, non è facile: forse è impossibile, o forse è semplicemente necessaria una mente brillante e originale che produttori e regista di questo live action hanno dimostrato di non possedere. Certo è che “La bella e la bestia” sembra più un’operazione di marketing e un omaggio che un film a sé stante, come dimostra la spietata, assidua e lunghissima campagna pubblicitaria perpetrata e la scelta di riproporre alcune scene in modo esattamente identico al cartone.
Scelta, però, che penalizza la pellicola anziché innalzarla: per vedere Belle che corre sul prato cantando non serve realizzare un intero film, perché ne esiste già uno così. I realizzatori di “Cenerentola” e “Maleficent” hanno avuto l’intuizione di modificare la storia quel tanto che bastava per renderla interessante e nuova; quelli de “Il libro della giungla” hanno stupito con effetti speciali prodigiosi e hanno omaggiato e modificato rispetto all’originale nella misura giusta.
“La bella e la bestia”, invece, non porta avanti nessuna delle due strategie e manca così completamente il bersaglio: non innova, non aggiunge nulla se non scene superflue e apporta modifiche inutili, portando così sullo schermo una brutta copia del film del 1991.
La scelta di Emma Watson come protagonista, poi, fa parte anch’essa del piano di marketing perpetrato per questa pellicola, nella speranza di attirare i numerosi fan di “Harry Potter”. Sfortunatamente la Watson, che ha dimostrato di non brillare come attrice nella saga che l’ha resa famosa, qui conferma la sua incapacità di comunicare sentimenti e di dare uno spessore al suo personaggio: non proprio la scelta adatta per Belle, che è forse la principessa dalla mente più brillante di tutta la storia Disney.
La bella e la bestia: incapacità di gestire il budget o scelte poco intelligenti?
Per un film del genere vengono spesi milioni e milioni di dollari, tra realizzazione e pubblicità. Chi sceglie in cosa investire di più e in cosa meno? Sarebbe interessante parlare con le persone che hanno deciso (più o meno consciamente) di utilizzare gran parte del budget in scenografie (mozzafiato, ma forse non così importanti in fin dei conti) e in pubblicità, penalizzando gli effetti speciali. Un remake de “La bella e la bestia” non ha bisogno di tutta questa presentazione: la gente lo andrà a vedere indipendentemente dal numero di clip e trailer e anticipazioni varie che vengono distribuite. L’attesa è stata fatta nascere e crescere più di un anno prima dell’uscita, creando delle aspettative esagerate che non possono che essere deluse, come è successo a film quali “Batman V Superman: Dawn of Justice” e “Suicide Squad”.
Gli effetti speciali, invece, che sono di un’importanza fondamentale in una pellicola del genere, sono stati quasi trascurati: di tutti gli oggetti-umani del castello Lumiere è l’unico su cui è stato fatto un lavoro decente di animazione, mentre gli altri si limitano a muovere la bocca e sbattere le palpebre. Clamorosa poi è la Bestia, che altro non è se non un uomo coperto di peli e con le corna, che si muove più o meno con la stessa fluidità di Bubo in “Labyrinth” (1986 – ben 30 anni fa), non ha artigli degni di questo nome e un paio di canini allungati come “zanne”. Non incute timore neanche un singolo istante, tradita da lineamenti troppo umani e dagli occhioni dolci di Dan Stevens – e d’accordo, è un film per bambini e la Bestia non può far paura. Ma allora che Bestia è?
La bella e la bestia: lo stupro di un doppiaggio
Già in partenza, dunque, “La bella e la bestia” non è un capolavoro, anzi, è un film dalle scelte discutibili – come l’aggiungere numerose e superflue canzoni -, ma a dargli il colpo di grazia per quanto riguarda la versione italiana è il doppiaggio. Negli ultimi anni il doppiaggio italiano si è distinto per il suo livello via via sempre più basso, ma con questa pellicola si arriva quasi a toccare il fondo: emozioni inesistenti, cantati privi di alcuno spessore, voci totalmente inadatte ai personaggi. La Bestia ha una voce dolce e malinconica che poco o niente si adatta al suo ruolo, l’inconfondibile accento francese di Lumiere muore di una triste fine e in generale i toni di condiscendenza dilagano tra gli abitanti del castello.
Ma questo non è tutto: i traduttori italiani hanno infatti pensato bene di cambiare i testi delle canzoni senza un motivo preciso, visto che in inglese sono rimasti fedeli alle originali. Forse molti penseranno che non è rilevante, ma intere generazioni sono cresciute imparando a memoria proprio quei brani e sconvolgerli non è solo inutile, ma anche dannoso.
La bella e la bestia: cosa si salva
In tutto questo marasma di scelte poco sagge, c’è qualcosa che si salva? Qualcosa ovviamente c’è e si tratta in questo caso di Gaston. Vanitoso, pomposo e innegabilmente ridicolo: Luke Evans non sbaglia un colpo tra espressioni, movenze e interazioni sociali, portando sullo schermo, nonostante i numerosi dubbi e critiche sulla sua scelta come interprete, l’unico personaggio realmente riuscito di questo adattamento cinematografico. Assieme al fedele compagno Le Tont – che sfortunatamente perde coerenza proprio sul finale – si accaparra tutte le scene migliori e divertenti del film.
Altra parte interessante e divertente ma di breve vita è conoscere la versione umana degli abitanti del castello quando l’incantesimo viene spezzato; d’altro canto con attori come Ian McKellen, Ewan McGregor, Emma Thompson e Stanley Tucci è difficile rimanere delusi.
Anche scenografie e costumi sono indubbiamente molto belli; peccato che non basti a salvare un film che, in modo improbabile, riesce a prendere una storia meravigliosa e trasformarla in qualcosa di scialbo e senza magia.
Valeria Brunori
Trama
- Titolo originale: Beauty and The Beast
- Regia: Bill Condon
- Cast: Emma Watson, Dan Stevens, Luke Evans, Kevin Kline, Josh Gad, Ewan McGregor, Stanley Tucci, Audra McDonald, Gugu Mbatha Raw, Ian McKellen, Emma Thompson, Sonoya Mizuno, Vittoria Puccini
- Genere: Fantastico, Colore
- Durata: 123 minuti
- Produzione: USA, 2017
- Distribuzione: Walt Disney
- Data di uscita: 16 Marzo 2017
La nuova produzione live-action del film “La Bella e La Bestia” è un musical firmato Walt Disney che narra la classica favola della famosa Jeanne-Marie Leprince de Beaumont.
La dolcissima Belle ha a che fare con un uomo che è troppo diverso da lei, che, a causa di una maledizione è stato trasformato in un’orrenda bestia. Riuscirà Belle a cambiare il suo destino?
Sono presenti la maggior parte delle canzoni andate in scena durante il musical di Broadway di Menken e Rice, inscenato per ben 13 anni dal 1994 al 2007.
Il pubblico vedrà una brillante Emma Watson nei panni della protagonista, Belle.
Trailer