Recensione
Logan – The Wolverine – Recensione: l’ultimo film della saga di Wolverine e l’ultimo di Jackman e Stewart
Il cinecomic è l’adattamento poco fedele della serie di fumetti Marvel “Old Man Logan” di Mark Millar e Steve McNiven ed è l’ultimo film della trilogia su Wolverine. Alla regia di nuovo James Mangold, che aveva già girato “Wolverine – L’Immortale”. Oltre a porre fine alla saga sull’X-Man di adamantio, la pellicola è l’addio da parte di Hugh Jackmnan e Patrick Stewart ai ruoli da supereroi, ovvero Wolverine stesso e il Professor X (Charles Xavier).
La trama è ambientata in un futuro prossimo, di preciso il 2029, in un mondo in cui i mutanti sono quasi del tutto estinti, insieme al gene X. Wolverine è ormai invecchiato e molto stanco, trascorre la sua esistenza lavorando come chauffeur e occupandosi insieme a Calibano di uno Xavier novantenne e malato. Logan resiste all’apatia di una vita clandestina solo grazie ad un sogno condiviso con il vecchio professore: racimolare abbastanza soldi per andare a vivere insieme su uno yacht, così da trascorrere tranquillamente gli ultimi anni. La quieta noia è interrotta dall’irruzione di un uomo, il capo della sicurezza della Transigen, che è sulle tracce di una misteriosa bambina .
Sebbene Logan non voglia altre persone intorno, è inevitabile il coinvolgimento della ragazzina, una piccola mutante così simile a lui, che comunica esclusivamente con Xavier tramite il pensiero. L’indebolito Wolverine dovrà proteggerla dai cattivi e sacrificare più di quanto abbia mai pensato per quella che si rivela essere sua figlia.
Logan: il lato umano e sofferente di un eroe
“Logan” è un punto finale alla storia di Wolverine, che ci viene mostrato qui più come uomo che come paladino dei fumetti. Mangold ce lo presenta sfiancato dal tempo (oltre un secolo di vita), zoppicante e malato, segno che il potere rigenerante sta scemando e che l’esoscheletro di adamantio ha iniziato a corrompere la carne. A confermare che è un film sull’umanità di Wolverine e non sul mutante non è solo il titolo, il primo che non antepone il nome dell’X-Man, ma anche il fatto che lui ha riacquistato il suo nome originario, James Howlett.
Il vecchio Logan fa fuoriuscire il lato più umano di sé: l’affetto verso Xavier, visto come un padre, e un improvviso sentimento filiale verso la figlia Laura. In particolare, rispetto ai precedenti lavori, dove la sofferenza provata era solo un accenno del personaggio, qui sgorga rompendo gli argini dello schermo; grazie anche all’abilità interpretativa di un Jackman, truccato a dovere, che mescola il dolore con la rabbia, regalando momenti carichi di pathos.
Logan: una pellicola più violenta, ma anche più vera
La diversità rispetto agli altri cinecomic è data anche da fatto di essere un r-rated movie negli USA, mentre in Italia vietato ai minori di 14 anni. Il motivo è dovuto ad alcune scene di violenza che finora ci erano state evitate da escamotage vari; questa volta, invece, le lame di adamantio affondano la carne, sgozzano gole e trafiggono gli scalpi. Ciò dimostra come la Marvel stia evolvendo il suo target da “per famiglie” a qualcos’altro e come un film sui supereroi possa evadere dai classici schemi, dirigendosi verso qualcosa di nuovo e che, nonostante il fantastico, punti verso una visione più reale del mondo. A tal proposito, tramite i nuovi mutanti, i bambini a cui appartiene Laura, viene mostrato anche come l’uomo reagirebbe davvero alla presenza di tali individui, ovvero con la sperimentazione in laboratorio.
“Logan” resta per ora il miglior film della saga degli X-Men e James Mangold ha creato un nuovo modo di fare film sui supereroi, diverso, avvincente, più incentrato sui personaggi e che sbatte in faccia la realtà più importante della vita: non sempre c’è un lieto fine.
Erika Micheli
Trama
- Regia: James Mangold
- Cast: Hugh Jackman, Patrick Stewart, Boyd Holbrook, Richard E. Grant, Eriq La Salle, Elizabeth Rodriguez, Doris Morgado, Stephen Merchant, Mark Ashworth, Julia Holt, Elise Neal, Dave Davis, Juan Gaspard, Lauren Gros
- Genere: Azione, Colore
- Durata: 135 minuti
- Produzione: USA, 2017
- Distribuzione: 20th Century Fox
- Data di uscita: 1 Marzo 2017
Il famosissimo mutante degli X-Men ritorna con il 3° film della 20th Century Fox. La vicenda di “Logan” si baserà sul fumetto ambientato nel futuro, “Vecchio Logan”, realizzato da Mark Millar e Steve McNiven. Questo sarà l’ultimo capitolo in cui comparirà Hugh Jackman nei panni di “Wolverine”, in un’avvincente avventura che lo vedrà ancora una volta protagonista insieme al professor Charles Xavier.
I due dovranno fare i conti con lo scioglimento del gruppo X-Men, una corporazione capeggiata da Nathaniel Essex che sta distruggendo il mondo, e la diminuzione dei poteri di guarigione che caratterizzano Logan.
Inoltre il professore Xavier viene colpito dall’Alzheimer, e arriverà a dimenticarsi di Logan che si misurerà in un pericoloso duello contro Nathaniel Essex.
Questa volta al suo fianco ci sarà una giovane mutante di nome Laura Kinney, una clone dello stesso Wolverine. Solo loro possono evitare il peggio unendo le forze contro un nemico che non sarà facile da sconfiggere.
Logan – The Wolverine: la progressiva umanizzazione dell’universo superoistico
Probabilmente “Logan – The Wolverine” sarà l’ultimo capitolo incentrato sul più apprezzato dei Mutanti di casa Marvel interpretato da Hugh Jackman. Dal primo episodio, “X-Men” di Bryan Singer, passando poi per la serie di pellicole ‘focus’ sul superuomo rigenerante, c’è stata una progressiva umanizzazione del personaggio, con l’attore che si è calato bene nel ruolo, conferendogli spessore e dinamismo. Questo terzo lungometraggio su Wolverine è ancora più diverso: un malinconico western contemporaneo dove il protagonista ha quasi perso la sua ‘invincibilità’, ritrovandosi a vestire ineditamente i panni di un padre-tutore nei confronti di una ragazzina che è molto simile a lui.
Trailer