Recensione
A United Kingdom – L’amore che ha cambiato la storia – Recensione: la storia d’amore tra Seretse Khama e Ruth Williams
Amma Asante adatta per il grande schermo l’omonimo libro della storica e saggista Susan Williams, cui titolo originale è “Colour Bar”, e porta alle platee cinematografiche la storia di Seretse Khama, erede al trono del Bechuana, l’attuale Botswana, del suo incontro con Ruth, una semplice impiegata londinese, e del loro immediato ed illimitato amore, che cambiò per sempre le sorti della coppia e del paese africano.
La Asante, che nei suoi apprezzati precedenti lavori si è dimostrata sensibile a temi quali l’uguaglianza sociale e la discriminazione, sceglie di fondare il costrutto narrativo di “A United Kingdom” sulla storia d’amore tra Seretse e Ruth, non per questo omettendo di raccontare l’esteso contesto socio-politico in cui lo ‘scomodo’ matrimonio era inserito.
Ancor oggi i matrimoni interrazziali fanno storcere il naso a qualcuno, immaginiamoci come questo poteva destare scalpore e scandalo nell’immediato dopoguerra, nonostante la Gran Bretagna, dato il grande impero coloniale che gestiva, fosse all’apparenza un paese multirazziale. Ma qui la posta in gioco era ben diversa dalla sola discriminazione razziale: Il Bechuana era all’epoca un protettorato britannico, e le instabilità sociale dovute al matrimonio non facevano che favorire la presa del potere dalla Gran Bretagna, che non voleva indispettire il Sudafrica, fonte di grandi introiti, impegnato nella costruzione della vergognosa apartheid, e per questo profondamente irritata dal comportamento di Seretse.
A United Kingdom: un film romantico arricchito dai risvolti politici delle vicende
“A United Kingdom” ha il pregio di raccontare una storia da un passato veramente prossimo, sconosciuta a tanti, che fa comprendere in un momento come quello che viviamo, instabile socialmente e non privo di derive discriminatorie a livello internazionale, come la democrazia, la libertà e l’equità sociale siano beni preziosi, da custodire, per molti un traguardo raggiunto con grande fatica.
Il film è una finestra sugli abusi di una Gran Bretagna che ha impoverito le proprie colonie per riempire le proprie casse, chiudendo gli occhi di fronte alla segregazione razziale del Sudafrica e alle innumerevoli ingiustizie sopportate dai più deboli.
Di eredi al trono che hanno abdicato per amore sono pieni i libri di storia, ma di uomini che abbiano avuto il coraggio di vivere i propri sentimenti e al contempo cambiare tradizioni e regole del proprio paese in nome dell’uguaglianza sociale ce ne sono davvero pochi. Seretse e Ruth sono forse unici, avrebbero potuto ritirarsi a vita privata, risparmiandosi umiliazioni e sofferenze (va precisato che anche Ruth in Africa non era ben accetta), ma hanno scelto di stringere i denti per il bene del popolo. Grazie alla loro determinazione il Botswana è passato dall’essere uno dei paesi più poveri al mondo ad uno degli stati africani più floridi, una repubblica democratica che ha sempre avuto l’ammirazione di Nelson Mandela.
A United Kingdom: quando la storia sovrasta la pellicola
A voler esser pignoli la pellicola della Asante ha più d’un difetto, primo fra tutti lo stile impostato e classicheggiante della narrazione, non aiutata di certo dal disastroso doppiaggio italico, ma trova la sua essenza nella forza della storia di questa straordinaria coppia, cui prestano il volto David Oyelowo e Rosamund Pike.
Per dare credibilità al girato, parte di “A United Kingdom” è stata girata nella vera casa in cui all’epoca visse in Africa la coppia, grazie ad un restauro effettuato ad hoc.
Maria Grazia Bosu
Trama
- Titolo originale: A United Kingdom
- Regia: Amma Asante
- Cast: David Oyelowo, Rosamund Pike, Tom Felton, Jack Davenport, Laura Carmichael, Charlotte Hope, Nicholas Lyndhurst, Jessica Oyelowo, Arnold Oceng, Jack Lowden, Terry Pheto, Vusi Kunene, Abena Ayivor, Donald Molosi
- Genere: Storico, Colore
- Durata: 105 minuti
- Produzione: Gran Bretagna, 2016
- Distribuzione: Videa
- Data di uscita: 2 Febbraio 2017
“A United Kingdom – L’Amore che ha Cambiato la Storia” è la terza pellicola da regista sul grande schermo per Amma Asante, dopo “A Way of Life” (2004), per il quale ha ottenuto un BAFTA e un Talent Award al London Film Festival, e “La ragazza del dipinto” (2013). Il suo terzo film prosegue le sue tipiche modalità d’indagine sul passato, incentrandosi sulla storia d’amore tra l’erede al trono di Botswana Seretse Khama (David Oyelowo) e un’impiegata inglese bianca, Ruth Williams (Rosamund Pike).
Una vicenda del 1947 che, in pieno periodo apartheid, ha generato molto scalpore e grande impatto sull’opinione pubblica mondiale, nonché una lunga faticosa strada verso il riconoscimento, piena di ostacoli, come la ferma opposizione da parte delle loro rispettive famiglie e dei governi britannico e sudafricano.
Uniti da un sentimento irrinunciabile, i due decidono di sposarsi nel 1948, sfociando in una lotta per l’accettazione, contro pregiudizi, esplicite minacce e ripercussioni politiche. Il matrimonio si trasforma in un caso politico internazionale che costringe Sertse Khama all’abdicazione al trono, verso un esilio forzato insieme alla sua amata.
Le autorità britanniche sono intenzionate a non inimicarsi il governo sudafricano e a non tollerare sfide alla propria supremazia nei territori del Commonwealth (il Botswana era un protettorato inglese). D’altra parte, quelle africane, compreso lo zio di Seretse, giudicano l’unione una defezione agli obblighi verso il proprio popolo e la propria nazione.
Nonostante ciò, grazie al pathos politico di Seretse e alla sue capacità sia comunicative sia di leadership, la coppia è riuscita a superare gli innumerevoli impedimenti in nome del proprio amore, confermandosi esempio di tolleranza e di un possibile sentimento che supera qualsivoglia tipologia di barriere, siano esse di pelle o culturali: Nelson Mandela ha tessuto un grande elogio per questo modello di armonia razziale.
In seguito il loro figlio, Ian Khama, fu eletto liberamente per ricoprire in Botswana la carica di presidente del nuovo governo democratico.
A United Kingdom: continua la riflessione sulla diversità sulla linea del suo “La ragazza del dipinto” e “Il diritto di contare”
Sembra proprio che in questi anni così ‘caldi’ dal punto di vista delle relazioni internazionali e delle varie problematiche socioculturali circa l’integrazione e l’accettazione delle diversità, il cinema voglia dire la propria, proporre i propri modelli, raccontare storie di forte impatto le quali, insomma, scuotano un po’ le coscienze delle nuove e vecchie generazioni. Amma Asante non è da meno e con il suo “A United Kingdom” vuole ‘scrivere’ e riportare al presente una vicenda del passato poco nota, che sia monito ed esempio per il mondo d’oggi, travagliato da differenze e paura delle stesse.
Proseguendo sulla linea del suo secondo lungometraggio “La ragazza del dipinto” e su quella de “Il diritto di contare” di Theodore Melfi, la regista britannica propone il racconto in stile anni ’80, sentimentale, oratorio, emotivo, di una vicenda che, nonostante nell’ombra, ha avuto una grande risonanza nell’opinione pubblica mondiale. “A United Kingdom” torna ad affrontare la tematica delle relazioni fra coppie miste, sfruttando il fattore ‘storico’ per dare maggior rilievo al messaggio d’integrazione e umanità che vuole trasmettere.
Nel cast, naturalmente, a prevalere sono i due protagonisti interpretati da David Oyelowo e Rosamund Pike, i quali, seppur a volte all’insegna della sdolcinatura, delle lacrime, dell’euforia e della disperazione, riescono a dare umanità ai loro personaggi e a donare una certa efficacia alla pellicola.
Il film, distribuito da Videa, uscirà nelle sale italiane il 2 febbraio 2017.