Recensione
Parigi può attendere – Recensione: Diane Lane dal sole della Toscana al sole della Provenza
Buio in sala. Titoli di apertura. Un balcone con vista mare: c’è Diane Lane. C’è pure un marito che non le dà retta. Ed ecco che inizia un film con protagonista una ricca e stanca donna americana in Europa. E da subito inizia ad insinuarsi una strana sensazione di déjà-vu… ma non è che sto guardando di nuovo quel film insensato con Diane Lane e Raoul Bova? No no, quello si chiamava “Sotto il sole della Toscana”, qui invece siamo in Francia e questo è “Parigi può attendere”. E tuttavia siamo di fronte allo stesso, dimenticabile, film: anzitutto c’è sempre Diane Lane; di nuovo interpreta il ruolo della ricca moglie americana con un matrimonio al capolinea; poi, ancora una volta, intraprende un’avventura eno-gastronomico-romantica con un tombeur de femmes europeo.
Viene allora da chiedersi se non sia la stessa Diane Lane a inseguire queste parti, quasi cercando inconsciamente la coazione a ripetere del suo ruolo d’esordio: il film era “Una piccola storia d’amore” in cui, guarda caso, interpretava proprio la ragazza americana che si innamora di uno straniero in gita (a Parigi) e che poi scappa con lui in un’avventura in Italia (a Venezia).
Con il suo film di lancio Diane Lane aveva già unito le mete turistiche di Francia e Italia, dopodiché, forse stanca di Los Angeles, è voluta ritornare di nuovo nei due Paesi separati dalle Alpi, stavolta senza oltrepassarle tra i ciak, ma girando un film per Nazione: “Sotto il sole della Toscana” prima, “Parigi può attendere” poi; Raoul Bova prima, Arnaud Viard poi; prima a cogliere funghi, poi finocchietto; prima in macchina con uno che passa col rosso, poi con uno che sorpassa i camion senza guardare. Dunque sempre lo stesso film infarcito dei soliti clichés sugli europei che non lavorano e che, piuttosto, si godono i piaceri della vita, primi tra tutti il cibo e le donne.
Parigi può attendere: gli spettatori attendono fin troppo
Anne e il marito, il produttore cinematografico indaffarato Michael (Alec Baldwin), sono a Cannes, ma lei non può partire in aereo con lui a causa di un’otite. Il socio in affari del marito, Jacques, si propone allora di accompagnarla a Parigi in macchina: un viaggio da Cannes a Parigi della durata media di sette ore si trasforma così in due giorni tra ristoranti, hotel e musei di tessuti.
Eleanor Coppola riesce nell’ardua impresa di scrivere due personaggi inconsistenti e che intessono tra loro una relazione ancora più inconsistente: lui è uno stereotipato uomo francese di mezza età che pensa solo a mangiare, lei è un’americana che scatta di continuo foto al cibo che lui le propone. Immagini, tra l’altro, che Anne fotografa con un’economica macchinetta digitale amatoriale, ma che nasconde in realtà una risoluzione pari a quella degli obiettivi macro, riuscendo a cogliere, sorprendentemente, anche le sottili venature delle carote e le più minuziose trame dei tessuti.
Il loro rapporto prosegue così, tra un vitello arrosto e un sufflè, mentre la tensione emozionale e sessuale tra i due si riduce a Jacques che la chiama con il nomignolo affettuoso di “Brûlée al cioccolato”. Il copione si ripete per l’intera ora e mezza di film, che sembra invece più lunga di una maratona del “Signore degli Anelli”.
Non c’è molto altro da dire se non che dispiace parlare male di una regista che a 80 anni ha deciso di girare il suo primo film non documentaristico (il che è di per sé encomiabile). Ma questo “Parigi può attendere”, francamente, poteva attendere ancora.
Marta Maiorano
Trama
- Titolo originale: Paris Can Wait
- Regia: Eleanor Coppola
- Cast: Diane Lane, Alec Baldwin, Arnaud Viard, Cédric Monnet
- Genere: Commedia, Colore
- Durata: 92 minuti
- Produzione: USA, 2016
- Distribuzione: Good Films
- Data di uscita: 15 Giugno 2017
“Parigi può attendere” segue la storia di Anne, interpretata da Diane Lane, donna di mezz’età sposata con un importante produttore cinematografico, che non le concede le giuste attenzioni.
Anne intraprende un viaggio da Cannes a Parigi insieme ad un socio del marito, un itinerario attraverso cui ritroverà se stessa, tramite anche delle deviazioni lungo il tragitto, che allungheranno la durata del cammino e la porteranno a contatto con luoghi e sapori, profumati di spensieratezza e romanticismo. Al termine del viaggio Anne ritroverà se stessa, la donna che era stata un tempo, rimasta assopita in quei grigi anni e ora tornata in forze con una gran voglia di vivere e scoprire il mondo.
Parigi può attendere: una coppia famosissima per una regista dal coniuge celeberrimo
Il film è una commedia americana della regista esordiente Eleanor Coppola (moglie del grande Francis Ford Coppola), che finora si è distinta per la regia del documentario del 1991 del dietro le quinte di “Apocalypse Now” con “Viaggio all’inferno 2″(Hearts of Darkness: A Filmmaker’s Apocalypse).
Il cast di “Parigi può attendere”, che può essere considerato una sorta di road movie, comprende attori di grande spicco del panorama americano; prima tra tutti la protagonista Diana Lane, famosissima interprete con una lunga carriera alle spalle, che ha preso parte a diversi film di Francis Ford Coppola, tra cui “I ragazzi della 56ª strada” e “Cotton Club”, e vista anche in “Batman vs Superman: Dawn of Justice”. Oltre alla Lane, troviamo un altro attore di grande livello, il Premio Oscar Alec Baldwin (il socio con cui la donna intraprenderà il viaggio), poliedrico nelle sue numerose interpretazioni, le quali vanno da film eccentrici, come “Beetlejuice – Spiritello porcello”, a pellicole di grande spessore, come “Blue Jasmine”.
Trailer