Recensione
Ho amici in Paradiso – Recensione: una commedia per famiglie che tratta con garbo il tema della disabilità
“Ho amici in Paradiso” è il racconto di una trasformazione, quella di Vincenzo, collaboratore di giustizia, che incastra un mafioso per il quale riciclava danaro sporco in cambio di un affidamento ai servizi sociali che gli faccia evitare il carcere. Vincenzo lascerà il Salento per svolgere il suo servizio a Roma, nel Centro Don Guanella, che ospita e cura diversamente abili, con problemi di natura fisica e psico-sensoriale. Il soggiorno forzato cambierà profondamente l’uomo, ma le circostanze lo costringeranno comunque a dover fare i conti col proprio passato.
Fabrizio Maria Cortese, per “Ho amici in paradiso”, porta sul grande schermo il suo vissuto: trovandosi a frequentare il Don Guanella per diverso tempo, in visita a un amico ivi ospitato, stringe rapporti d’amicizia con pazienti e personale, questa esperienza lo cambia interiormente, tanto da sentire l’esigenza di raccontarla, aprendo una finestra su una realtà sconosciuta ai più; sconosciuta perché il disagio, soprattutto quello mentale, fa paura, e spesso preferiamo voltare il capo, quasi per paura di esserne contagiati.
Ho amici in Paradiso: la risata come mezzo di comunicazione per trasmettere l’importanza della solidarietà
Il regista, autore anche del soggetto e della sceneggiatura, quest’ultima realizzata a più mani con Giulia Lusetti e Stefano Piani, sceglie di raccontare le vicende usando i toni della commedia. Come testimoniano altre fortunate pellicole nostrane, il registro comico ben si presta a mostrare la disabilità con la leggerezza necessaria per evitare pietismi e facili retoriche.
Queste scelte narrative permettono al Cortese di confezionare una storia per famiglie, che possa veicolare il messaggio ad un’ampia platea, che potrà godere di un racconto che mai spinge il pedale sul dramma, riuscendo persino ad evidenziare gli enormi handicap di chi, normodotato, smette di evolversi umanamente, come lo stesso protagonista.
Ho amici in Paradiso: la recitazione come strumento di crescita e riabilitazione
“Ho amici in Paradiso” è anche una finzione nella finzione, poiché Vincenzo, ad un certo punto del suo percorso decide di organizzare uno spettacolo teatrale con gli ospiti del centro. Ad impersonare il protagonista il bravo Fabrizio Ferracane, mentre Don Pino, direttore del centro è un sempre in parte Antonio Catania.
La psicologa Giulia ha il volto della deliziosa Valentina Cervi, mentre i pazienti sono interpretati dagli stessi ospiti del Don Guanella, che si sono dimostrati all’altezza dei loro ruoli. Vogliamo ricordare anche la partecipazione di Enzo Salvi, nei panni di un infermiere, la sua recitazione misurata è ben lontana dai ruoli cui ci ha abituato.
Ho amici in paradiso: una pellicola semplice asservita amorevolmente al contenuto
“Ho amici in Paradiso” non è un film perfetto, ha un andamento un po’ troppo televisivo, i personaggi sono ben delineati ma non avrebbe guastato una maggiore indagine emotiva.
Il cinema ha tante facce, a volte primeggia l’estetica, a volte la recitazione, a volte, come in questo caso, sono i contenuti a farla da padrone, come in tanto cinema sociale che adopera la settima arte per trasmettere messaggi.
Maria Grazia Bosu
Trama
- Regia: Fabrizio Maria Cortese
- Cast: Valentina Cervi, Fabrizio Ferracane, Antonio Catania, Antonio Folletto, Emanuela Garuccio, Enzo Salvi, Gabriele Dentoni, Erica Blanc, Christian Iansante, Daniela Cotogni, Michele Iannaccone, Paolo Mazzarese, Giorgio Mazzarese, Stefano Scarfini, Mariano Belvedere, Paolo Silo
- Genere: Commedia, Colore
- Durata: 95 minuti
- Produzione: Italia, 2016
- Distribuzione: Golden Hour Films
- Data di uscita: 2 Febbraio 2017
Fabrizio Ferracane è Felice Castriota, il classico commercialista materiale e superficiale, che vive la sua vita con l’unico scopo di far soldi e aumentare così il suo patrimonio già proficuo.
La sua avarizia lo porta a riciclare i soldi della malavita, ma fortunatamente, una volta scoperto, gli viene data la possibilità, da parte del Procuratore della Repubblica di Lecce, di scegliere: o la galera o l’affido ai servizi sociali.
La seconda scelta, anche se gli concede la libertà, comporta la denuncia del boss per cui ha riciclato il denaro. Felice così fa il nome del malavitoso ‘U Pacciu e viene mandato a scontare la sua pena a Roma, presso il ‘Centro Don Guanella’.
Qui, l’uomo viene a contatto con una realtà che ha ignorato, circondato da persone con menomazioni fisiche e intellettive, e la sua vita inizia a cambiare grazie a tutti quelli che incontra nel centro e alla psicologa Giulia (di cui si innamora), che gli faranno rendere conto degli errori compiuti. Felice ne uscirà come una persona totalmente nuova, ma il passato è sempre dietro l’angolo e gli errori tornano a farsi pagare.
Ho amici in Paradiso: quel cinema che si nutre del sociale, portandolo in primo piano
Il regista Fabrizio Maria Cortese, conosciuto anche per “Welcome Albania” con Giancarlo Giannini, sceglie per il film un nutrito cast di celebri attori italiani. Fabrizio Ferracane, il protagonista di “Ecovanavoce” e “Uno per tutti”, è un attore solido e talentuoso.
Insieme a lui, nei panni della Giulia, vi è Valentina Cervi, attrice internazionale che ha preso parte sia a pellicole italiane, tra cui “Provincia Meccanica” con Stefano Accorsi, che straniere, come la sua partecipazione al film francese “Au Galop” o al biopic per la tv “James Dean” accanto all’eccentrico James Franco. A condire il tutto, un pizzico di comicità, che non guasta mai, rappresentato dagli attori Antonio Catania ed Enzo Salvi, ‘Er Cipolla’ nazionale.
“Ho amici in Paradiso”, però, nasce proprio con l’intento del regista di porre persone diversamente abili in un ruolo principale, infatti il “Don Guanella” è un centro vero e proprio che ha partecipato alle riprese, permettendo il grande sodalizio tra cinema e sociale. Queste persone hanno avuto modo di misurarsi con il mondo cinematografico e imparare cose nuove, così come il cinema può imparare da loro.
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