“Star Wars”, la ‘classica’ saga americana degli anni ’70 e ’80 ha visto nella sua trasposizione, dalla pellicola statunitense a quella italiana, molti curiosi errori.
Star Wars – Il doppiaggio
Negli anni ‘70 e ‘80, durante il doppiaggio dei film stranieri, in Italia era usanza storpiare i nomi per renderli più orecchiabili e e facilitare la memoria agli spettatori.
Ciò è accaduto anche nella saga di “Star Wars”, i cui film sono iniziati a uscire nelle sale americane a partire dal 25 maggio 1977.
In Italia i film sono approdati al cinema il 21 ottobre 1977 (“Una nuova speranza”), il 12 settembre 1980 (“L’Impero colpisce ancora”) e il 21 ottobre 1983 (“Il ritorno dello Jedi”).
Con lo sviluppo della tecnologia e i crescenti rapporti tra America ed Europa si è venuto a scoprire, facendo un confronto tra le due versioni, che molte trasposizioni o non hanno avuto senso o si sono verificati degli errori nella traduzione.
In Italia la traduzione del film del ’77 era stata affidata a Mario Maldesi.
Star Wars – Errori nella traduzione dei nomi
La traduzione dei nomi è stata l’ambito più spinoso, tecnicamente si sarebbero dovuti lasciare intatti i nomi anglosassoni ma, poichè in italiano non siamo abituati a sentire alcuni suoni, è stato necessario correggerli, alcune volte con senso, altre volte no.
Ecco una lista dei nomi italiani e di come sarebbero dovuti essere, se la trasposizione non fosse avvenuta in “Star Wars”:
- La “Principessa Leila” è in realtà “la Principessa Leia”
Qui la traduzione può essere giustificata dal fatto che sarebbe suonato strano sentire alle orecchie di un italiano il suono di tre vocali finali nel nome “Leia”.
Di conseguenza si è optato per aggiungere una “l” ottenendo così “Leila”, una scelta che non dà fastidio ed è giustificata da un motivo valido.
- “Ian Solo” è in realtà “Han Solo”
Data la mancanza nell’italiano dell’ H a inizio parola, i traduttori sono stati costretti a passare a “Ian Solo” in modo tale che la pronuncia fosse più eufonica.
- “C1-P8” in realtà è “R2-D2”
In America la scelta di questo nome è dovuta all’assonanza Artù/Arthur che si viene a creare e che porta il robottino su un altro grado rispetto a tutti gli altri, data anche la notevole importanza che ha in tutta la trilogia.
In Italia questo nesso non sarebbe stato capito e, di conseguenza, anziché lasciare il nome così, si è cercato qualcosa di simpatico ma che, allo stesso tempo, non si fosse allontanato dall’universo fantastico e spaziale… Così “R2-D2” diventa “C1-P8”.
La scelta non è completamente giustificata forse perché, essendo una sigla, sarebbe stato più semplice ricordare qualcosa come “R2-D2” piuttosto che “C1-P8”.
- “D-3BO” in realtà è “C-3PO”
Qui valgono le stesse considerazione fatte per “C1-P8”… il nome originario è dovuto alla scelta di creare una sigla simpatica.
In Italia, invece non si è capito perché, nell’intera sigla, si è scelto di cambiare solo la prima lettera arrivando a “C-3PO”.
- “Dart Fener” è in realtà “Darth Wader”
La scelta del nome inglese è dovuta alla volontà di Lucas di creare un qualcosa che fosse angoscioso e imponente allo stesso tempo.
Inoltre sembra che “Wader” non sia altro che la troncatura di “in-vader”.
In italiano, anziché lasciarlo così, si è deciso di cambiarlo in “Dart Fener”, nome che incute meno timore e che non risulta essere il diminutivo di nessuna parola… scelta non completamente approvata.
- “La Morte nera” è in realtà “Death Star”
Facendo una traduzione letterale la spettacolare arma di distruzione di pianeti e galassie dell’Impero, si sarebbe dovuta chiamare Stella della Morte.
Questa volta Maldesi ha voluto optare per un termine più inquietante, la “Morte Nera”, che, a nostro parare, vince sulla traduzione letterale.
Star Wars – Errori nella traduzioni di termini
Il lavoro di doppiaggio è un lavoro molto delicato dove bisogna tenere in mente non solo il significato del termine ma anche il contesto in cui tale parola viene pronunciata.
Inoltre, provare a tradurre tutti i contenuti cercando di mantenere invariato il messaggio originale, è un’operazione quasi ai limiti della follia poiché l’inglese, l’americano o molte altre lingue sono ricche di modi di dire, formule abbreviate, rime e assonanze che non possono essere rese alla perfezione e, di conseguenza, bisogna trovare un’adeguata strategia per rendere più fedelmente il messaggio e, allo stesso tempo, dare una forma corretta in italiano.
Tuttavia, molte volte, si vengono a creare errori incomprensibili come è avvenuto in “Star Wars” per:
- La “Guerra dei quoti” è in realtà la “Guerra dei cloni”
Questa è una di quelle traduzione a cui non si riesce a dare spiegazione, sia perché in italiano non esiste un significato per quoti (in realtà è un termine matematico ma, con la circostanza non c’entra nulla) sia perché la traduzione non sarebbe stata così incomprensibile e trova una parola di senso compiuto nella lingua italiana. - A “punto in bianco” è in realtà “a bruciapelo”
Altra scelta di traduzione non capita per nulla è quella che vede Lando Calrissan dire “Sì ho detto più vicino! Accorciate le distanze e sparate sulle torpediniere stellari (Star Destroyer) a punto in bianco” anziché “a bruciapelo”.
Ora, in inglese, il termine a bruciapelo si identifica con Point Blank e la traduzione non sarebbe dovuta essere letterale (punto bianco) ma del significato, quindi “a bruciapelo”.
Marco Marchetti
29/1/2017