Trama
- Titolo originale: After the Storm
- Regia: Hirokazu Kore-Eda
- Cast: Hiroshi Abe, Kirin Kiki, Yôko Maki, Rirî Furankî, Sosuke Ikematsu, Satomi Kobayashi, Isao Hashizume, Taiyô Yoshizawa
- Genere: Drammatico, Colore
- Durata: 117 minuti
- Produzione: Giappone, 2016
- Distribuzione: Tucker Film
- Data di uscita: 25 Maggio 2017
Ryoto – protagonista di “Ritratto di famiglia con tempesta” – si riteneva un uomo fortunato: scrittore di successo e vincitore di un premio letterario prestigioso, ha una moglie, un figlio e un altro romanzo in testa. Qualcosa però non è andato come previsto, la consorte Kyoko gli ha chiesto il divorzio, può vedere il figlio Shingo soltanto una volta al mese, il romanzo non è mai stato scritto.
Per pagare l’assegno mensile alla ex moglie, Ryoto si ricicla come detective per un’agenzia investigativa, e diventa un grande scommettitore alle corse, alla lotteria, a qualsiasi cosa possa restituirgli quello che ha perduto. I tradimenti, le bugie e le meschinità gli hanno alienato la fiducia degli affetti. L’uomo non trova più il suo posto nella società, nel mondo, e nella vita del figlio.
A seguito del passaggio di un ciclone su Tokyo Ryoto e la sua famiglia troveranno riparo a casa della madre di lui, felice di averli di nuovo tutti e tre insieme. La notte porterà consiglio e Kyoto proverà a riguadagnare la fiducia di Shingo e a ‘scommettere’ questa volta sull’amore. Il vento nel frattempo si stempera, e una mattina soleggiata si accinge ad arrivare.
Ritratto di Famiglia con Tempesta: Hirokazu Kore-Eda, il regista della memoria e dei legami familiari
Hirokazu Kore-Eda è un regista inusuale: la sua carriera è iniziata come documentarista per l’emittente televisiva Man Union, firmando principalmente opere legate al sociale o al cinema.
Nel 2001 dirige “Distance”, dove narra le conseguenze del suicidio di massa da parte degli adepti di un culto religioso, mostrando come Tokyo possa essere un agglomerato urbano angusto e indifferente ai bisogni affettivi dell’uomo. Di seguito dirige “Nessuno lo sa”, dove utilizza per la prima volta un tema che diventerà per lui fondamentale: i legami familiari. Basato su un tragico fatto di cronaca su quattro fratelli abbandonati dalla madre e cresciuti nascosti dalla società.
Escludendo il suo primo (e per ora unico) film in costume, “Hana yori mo naho”, del 2006, nelle pellicole successive il regista nipponico parte sempre dal tema dei rapporti tra consanguinei, come in quello che è considerato il suo capolavoro, “Father and Son” (2013), che vince al Festival di Cannes il Premio della Giuria e il Premio Ecumenico della Giuria. In “Ritratto di Famiglia con Tempesta” riporta nuovamente sullo schermo i temi a lui più cari, come la famiglia e i rapporti che si vengono a creare all’interno del suo sistema.
Trailer
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