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Com’è bello far l’amore – Recensione

Archiviati i cinepanettoni, Brizzi porta sugli schermi nostrani, con ironia, il tabù del sesso, strizzando l’occhietto alle commedie americane, in una pellicola infiocchettata per San Valentino

Regia: Fausto Brizzi – Cast: Fabio De Luigi, Claudia Gerini, Filippo Timi, Alessandro Sperduti, Giorgia Wurth – Genere: Commedia, colore, 97 minuti – Produzione: Italia, 2012 – Distribuzione: Medusa – Data di uscita: 10 febbraio 2012.

comeebellofarlamoreCon “Com’è bello far l’amore” Fausto Brizzi ha realizzato la prima commedia italiana in 3D, e questo è un dato di fatto, ma era necessario?

Tecnicamente parlando la pellicola è proprio ben fatta, ma il racconto avrebbe avuto la stessa resa anche se girato in modo tradizionale. Intendiamoci, chi scrive non ritiene che uno script debba essere asservito alla telecamera che si adopera, però se si opta per per questo genere di riprese non ci si può accontentare della profondità, qualcosa deve pur passare oltre lo schermo!

Detto questo, l’incipit della pellicola, per quanto all’apparenza trasgressiva, è piuttosto banale: coppia di quarantenni in crisi nella sfera sessuale, vuoi perché le performance di lui, che ha il volto del simpatico Fabio De Luigi, sono quasi istantanee, vuoi perché lei, la ‘carnale’ Claudia Gerini, trova più stimolante riviste e quant’altro.

Arriva un vecchio amico di lei, impersonato da un Filippo Timi alle prese finalmente con un ruolo divertente, porno divo dal nome ch’è tutto un programma, Max Twenty Five, a mettere un po’ di pepe nelle abitudini dell’annoiata coppia.

Gli spunti divertenti ci stanno, ma la pellicola non raggiunge mai una vera completezza, quasi a dimostrare una certa difficoltà da parte del bravo Brizzi a gestire una commedia più canonica, e non corale, come le sue precedenti fatiche.

Per quanto gestire un folto cast abbia le sue difficoltà, lavorare ad un racconto con meno personaggi presenta maggiori rischi, implicando in se una maggiore cura dei singoli protagonisti, anche di quelli minori, che qui in qualche caso rasentano il ridicolo, mortificando le capacità di chi li impersona.

Visivamente parlando niente da eccepire, con la macchina da presa Fausto Brizzi ci sa fare.

“Com’è bello far l’amore” sembra confezionata apposta per San Valentino, poiché, pur sembrando più materiale che sentimentale, in verità è l’esaltazione del focolare domestico, richiamandosi un po’ a quelle commedie americane tanto di moda in questi ultimi anni sugli ‘scopamici’, che alla fine non possono non innamorarsi. Insomma sesso si ma con sentimento.

Maria Grazia Bosu

Com’è bello far l’amore – Recensione

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