Recensione
Sfaschion – Recensione: la crisi vista dal punto di vista di un imprenditrice
“SFashion” è un film che affronta la difficile tematiche del declino e della crisi, dello sfascio economico, proprio del nostro paese.
Tutto questo trova concretezza in Evelyn, un’imprenditrice onesta, elegante e raffinata che si trova a gestire l’azienda di famiglia in questo difficile momento di crisi economica. La donna appartiene a quella classe sociale, la borghesia industriale, quella nata e cresciuta negli anni Settanta, a lungo motore economico del paese.
Tutte quegli imprenditori di piccole e medie imprese che hanno trainato l’economia negli anni del boom ma, oggi, in gravi difficoltà; anche perché non tutti sono riusciti a fare il balzo decisivo nel mondo dominato dalla globalizzazione. È proprio quello che accade a Evelyn che ha ereditato dal nonno un’azienda operante nel campo della moda che ora non riesce più a essere competitiva sul mercato. La sua è una situazione propria di molti imprenditori italiani che soffocata dai debiti, dai sindacati dalle troppe tasse e soprattutto dall’immobilità del nostro paese, non riescono più a portare avanti le loro imprese. Purtroppo quando un’impresa chiude, ha delle serie ripercussioni nelle vite di molte famiglie.
Il tema della crisi negli ultimi anni è stato affrontato dalle più disparate prospettive ma, quasi mai, dal punto di vista degli imprenditori onesti. Figure che spesso hanno pagato il prezzo più alto, come dimostrano le alte percentuali dei suicidi. Questo è il primo merito del film, di concentrare lo sguardo su figure a lungo dimenticate.
SFashion: il disfacimento psichico ed economico
Il regista, Mauro John Capace, intende mostrare come la crisi si ripercuote fortemente nella vita affettiva e familiare di Evelyn. Il suo sguardo entra nella psiche di questa donna che, nonostante i suoi sforzi e i suoi sacrifici, sembra odiata da tutti, dall’ex marito ai suoi dipendenti. A convincercela a continuare, a combattere e non arrendersi, ci pensano solo due persone: Bartolomeo amico fraterno e contabile di Evelyn e lo spirito del nonno. Quello spirito è onnipresente nella vita della donna e alleggia come un mitico passato che ormai sembra non poter esistere più.
Il film grazie a messa scene precisa, quasi geometrica, una fotografia satura, un colonna sonora e una recitazione straniante, ci mostra il lento ma inesorabile destino della donna in una una moderna via crucis, quella propria di molti imprenditori italiani. Non a caso nel film c’è un intermezzo che vede Evelyn proprio nei panni del Cristo, vessata da tutti e messa in Croce. Dopo questo intermezzo assistiamo alla seconda parte, quello che mostra l’inesorabile epilogo dalla storia. Il personale inizia a scioperare e la situazione precipita: ben presto la polizia tributaria metterà sotto sequestro l’azienda. A quel punto Evelyn non può fare nient’altro che andare, dignitosamente, incontro al suo destino.
Oreste Sacco
Trama
- Regia: Mauro John Capace
- Cast: Corinna Coroneo, Giacinto Palmarini, Andrea Dugoni, Randall Paul, Mara D’Alessandro
Cristina Botteon, Denis Bachetti, Ottaviano Taddei, Germano Di Renzo, Piergiorgio Cinì
- Genere: Drammatico, colore
- Durata: 94 minuti
- Produzione: Italia, 2016
- Distribuzione: Imago Distribution
- Data di uscita: 23 Marzo 2017
La protagonista di “SFashion” è l’elegante e colta Evelyn, nonché un’ereditiera imprenditrice, a capo di un’azienda di moda lasciatale dal nonno.
Pur di salvare l’azienda, destinata al fallimento a causa della crisi economica, Evelyn dorme lì ed è costretta a decisioni difficili come dimezzare il personale; nonostante l’ottimo rapporto instaurato con i suoi dipendenti.
Questa situazione di declino incide molto anche sulla sua vita personale: è single, sola e divorziata dal suo ex marito Stefano di cui è ancora profondamente innamorata. Il tutto si complica con l’arrivo di Mr. Cunningham, importante cliente americano, che approfitta del momento finanziario debole.
Evelyn si arrende solo con la morte del suo amico fraterno e suo angelo custode Bartolomeo, formato anche lui dal nonno; l’azienda precipita ma per lei la vita continua e riuscirà ad affrontare e accettare il suo destino.
SFashion: la genesi del film da ‘fashion’ a ‘sfascio’
Mauro John Capace, il regista di “SFashion”, realizza una storia drammatica a partire da un’esperienza personale, relativa a una visita in un’azienda di moda messa in liquidazione, nella quale rimanevano solo telai vuoti, tanta tristezza e una donna che, incurante della sua presenza, continuava ad allattare un neonato.
Tornato nel luogo dopo il fallimento, il regista trova uno scenario ancora più decadente: una zona industriale svuotata dalle sue imprese, ormai tutte chiuse.
SFashion: la realtà delle imprese
Cresciuto in una famiglia aziendale, Mauro John Capace è ben consapevole di quale sia l’andatura della realtà imprenditoriale. Con “SFashion” è riuscito a dimostrare come la crisi d un’azienda porti conseguenze irreversibili nella vita di molte famiglie, ma che probabilmente a subire di più sono gli imprenditori stessi.
Proprio come la maggior parte degli imprenditori piccoli e grandi del mondo dell’economia odierna anche Evelyn, la protagonista del film, è soffocata dai debiti, dai sindacati dalle troppe tasse e soprattutto dall’immobilità del ‘Sistema Italia’.
A differenza di molti altri film che vanno sullo stesso filone, ma che narrano la faccenda dal punto di vista degli operai e degli impiegati, “SFashion” pone in primo piano gli imprenditori onesti, dimostrando come siano loro in realtà il vero motore della nostra nazione.
Trailer