Eco Del Cinema

Planetarium: presentato a Roma da Rebecca Zlotwski e Louis Garrel

Oggi, durante la conferenza stampa su “Planetarium” erano presenti la regista Rebecca Zlotowski e l’attore Louis Garrel, promettenti stelle del panorama cinematografico francese.

Palnetarium: la volontà di porre gli attori in uno stato di trance, ispirandosi a personaggi realmente esistiti

planetarium barlow

Il prossimo 13 aprile uscirà nelle sale italiane “Planetarium”, film con protagonisti Natalie Portman, Lily-Rose Melody Depp ed Emmanuel Salinger. La regista Rebecca Zlotowski insieme all’attore Louis Garrel, che riveste qui un ruolo secondario, sono intervenuti alla conferenza sul film, tenutasi oggi, spiegando le scelte compiute in fase di realizzazione. La pellicola ha una trama molto particolare, incentrata su due giovani spiritiste, le sorelle Barlow, che incontrano un produttore cinematografico che si lega ad ognuna di loro in maniera diversa e particolare.

La Zlotowski ha rivelato che il desiderio che l’ha portata a concepire “Planetarium” è stato quello di porre gli attori in uno stato di trance e ipnosi, in particolare il personaggio di Kate (Lily-Rose Depp), cosa che non aveva avuto modo di fare nei suoi lavori precedenti. Inoltre, le sorelle Barlow sono ispirate a due sorelle spiritiste realmente esistite, ma non sono gli unici personaggi che si rifanno ad una persona reale; infatti, anche il produttore cinematografico che le incontra è stato designato sulla figura del regista Bernard Natan. Proprio l’incontro tra i tre dà inizio, dice la cineasta, alla logica del sogno che domina l’intera visione.

Planetarium: la scelta degli attori tra casualità, amicizie e fantasmi

Rendez-Vous 2017 Planetarium

Planetarium: presentato a Roma da Rebecca Zlotwski e Louis Garrel

Riguardo la scelta degli attori principali, pare che Natalie Portman era stata presa in considerazione addirittura prima che il film avesse un suo vero e proprio orientamento; “penso di averlo fabbricato per Natalie, che da sempre è stata nel mio progetto” – commenta la Zlotowski, grande amica dell’attrice. La Portman ha fatto molto di più che delineare il personaggio di Laura, di fatto a lei va attribuito il merito della partecipazione di Lily-Rose Depp a “Planetarium”. La giovanissima figlia di Johnny Depp aveva ai tempi solo 16 anni ed è stata scelta tramite una foto inviata dalla Portman alla regista con tanto di commento per la somiglianza tra le due, che le rendeva due perfette sorelle.

Molto più particolare è stata la decisione di far entrare Emmanuel Salinger nel cast. La Zlotowski ha dichiarato che l’attore, star del cinema francese, era sparito da qualche anno dai grandi schermi, dedicandosi molto di più al teatro; il volerlo riportare al cinema è stato per lei come mostrare un fantasma al quel pubblico che da tempo non lo vedeva più all’opera.

A Louis Garrel, sex symbol mondiale, è stata affidata una parte minore, ma d’impatto: quella di un attore con problemi con l’alcool, Fernand Prouve. L’interprete ha raccontato che nella sua professione quando ci si ritrova davanti ad un piccolo ruolo bisogna caratterizzarlo sin dall’inizio, è per questo che di Prouve ci rimane impresso al termine del film in particolare la dedizione all’alcool, segno che c’è qualcosa che cerca di dimenticare, e l’affetto per il suo cagnolino, che indica la sua solitudine. Il ruolo di Fernand è stato scritto da Garrel e dalla cineasta, cercando di far trasparire tramite lui un po’ di tenerezza nel mondo del cinema, che la Zlotowski ha definito strano.

Planetarium: un film che chiede allo spettatore in cosa crede, catapultandolo in un sogno che si rivela essere un incubo

planetarium actor“Planetarium” attraversa diversi generi, ma non si identifica in un unico. La cosa non è casuale, la Zlotowski, infatti, ha sentenziato che la vera libertà è un film non etichettabile, quindi ha volutamente ricercato la libertà anche dalla struttura narrativa. Il suo intento principale era fare un film sulla fede, sul credo, sullo spiritismo e sul cinema. Ha spiegato che di base c’è un’unica domanda, “a cosa si crede?”, ma non viene mai approfondita intenzionalmente, lasciando dietro di sé un vero e proprio mistero.

Il legame tra Garrel e la regista è molto profondo, dato che entrambi hanno frequentato la Fémis e sono amici di vecchia data. L’attore ha saputo di cosa trattasse il film ancor prima di ritrovarcisi dentro e, leggendo lo script, ammette di aver percepito un senso di inquietudine, dettato dal fatto che i personaggi sono all’oscuro di tutto quello che accadrà, uno sfondo inquietante in cui loro non si accorgono di nulla fino all’ultimo momento. È stato questo a spingerlo ad accettare la successiva proposta della Zlotowski, oltre al tema metacinematografico. La struttura onirica iniziale quindi si trasforma nel corso della visione da sogno ad incubo e l’unica ad uscirne indenne è la Portman, proprio perché, come ha decretato la cineasta, è l’unica che vive nel presente.

Planetarium: l’ombra dell’antisemitismo in una pellicola dal titolo ‘celestiale’

planetarium actressL’oscura presenza dell’antisemitismo all’interno di “Planetarium” coincide con alcuni eventi, che inneggiano all’odio razziale, accaduti recentemente in Francia. La Zlotowski ammette che durante le riprese del film ha avvertito che nella sua patria stava tornando in auge l’antisemitismo, accompagnato dal populismo e dal razzismo, ma inserendo nel progetto anche l’aspetto brillante del cinema ha cercato di non puntare troppo l’obiettivo su quella tematica, provando a mostrare allo stesso tempo la sua negatività.

Concludiamo con una delle risposte alla domanda che sorge ai più che hanno visto e vedranno il film, il significato o collegamento del titolo con l’intera pellicola. Rebecca Zlotwski ammette di essere attratta dal potere dell’illusione e dall’artifizio: il planetario crea l’illusione di un cielo stellato, in cui chi guarda si trova immerso; allo stesso modo l’ultima scena di “Planetarium” è ricca di illusione e artifizio tramite un cielo fittizio, in cui ci si può immergere per sopportare quel che avviene o sta per avvenire, perché in fondo “bisogna accendere la luce per vedere qualcosa”.

Erika Micheli

07/04/2017

Articoli correlati

Condividi