Recensione
Io danzerò – Recensione: una storia fenomenale
Ci sono storie vere talmente intriganti da essere perfette per il grande schermo, come quella di Loïe Fuller, ballerina icona della Belle Époque il cui nome non è conosciuto come meriterebbe. Giovane statunitense e aspirante attrice, Loïe Fuller si ritrovò a ballare quasi per caso, e a reinventare il mondo della danza grazie alla sua innata vena artistica e ad una mente brillante e all’avanguardia. Non avendo studiato per essere una ballerina dovette sopperire alla sua mancanza di tecnica, e da questo nacque l’idea di uno stile che fosse solo suo, fatto di abiti volteggianti e giochi di luci.
“Io danzerò” copre in realtà solo una breve parte della vita di Loïe Fuller, ossia l’inizio della sua carriera come ballerina fuori dagli schemi e modifica alcuni dettagli delle sue origini per necessità di copione, come darle un padre francese per spiegare l’accento della sua interprete, Soko. La suddetta, cantante e attrice francese, è stata la prima e unica, indiscussa scelta della regista; ha dovuto seguire un addestramento molto pesante per riuscire a muoversi come Loïe Fuller, in quanto molto del suo stile di danza si basava su una solida forza fisica.
La Fuller era una donna molto complicata: timida e insicura nelle relazioni sentimentali, dotata di una volontà d’acciaio nel perseguire i suoi obbiettivi e un forte spirito di sacrificio per ottenere i risultati desiderati. Era omosessuale, e visse senza nascondere nè sbandierare le sue preferenze; a generarle maggiore disagio di questo era il rapporto conflittuale con il suo corpo, tozzo e solido anzichè snello e aggraziato come quello delle altre ballerine.
L’incontro con Isadora Duncan, interpretata dalla figlia di Johnny Depp, è uno dei perni centrali del film, che gioca molto sul contrasto attitudinale tra le due donne, entrambe considerate pioniere della danza moderna. La pellicola è dichiaratamente schierata a favore della Fuller, in quanto il personaggio di Isadora risulta antipatico e incapace di generare empatia nello spettatore.
Io danzerò: tra giochi di luci e abiti svolazzanti, forse si poteva fare di meglio
Il punto di forza del film è senza dubbio la storia di partenza, molto interessante, e l’incredibile capacità di Soko di vestire i panni della protagonista. “Io danzerò” scorre molto piacevolmente e nelle scene di danza in cui rivela l’arte della Fuller lascia assolutamente senza fiato; ma, visto il potenziale iniziale, dà a tratti la sensazione che sia stato sfruttato poco o male, lasciando un leggero senso di insoddisfazione.
L’introspezione della protagonista non è profonda come potrebbe essere, così come l’aspetto creativo che la porta ad ideare la sua danza è appena accennato, e avrebbe meritato invece maggiore attenzione – non si fa menzione, ad esempio, dei suoi numerosi e approfonditi studi sull’elettricità, la chimica e l’astronomia, o del suo rapporto con altri grandi artisti dell’epoca come Toulouse-Lautrec.
Il suo rapporto con Isadora Duncan è interessante e pieno di sfaccettature, mentre quello con Louis Dorsay, personaggio inventato per il film, sembra in qualche modo mal riuscito; in numerose interviste la regista Stéphanie Di Giusto ha dichiarato di aver voluto creare un’interazione sensuale ma non carnale tra due personaggi omosessuali, senza calcare la mano su quest’ultimo aspetto, ma in realtà spesso la relazione tra i due lascia perplessi, come fosse stentata e poco chiara anche a loro.
“Io danzerò” merita di essere visto anche solo per le scene di ballo, assolutamente mozzafiato, e lascia lo spettatore con la curiosità di conoscere ancora di più la vita di questa grandissima artista, ma gli manca quel qualcosa in più che avrebbe potuto renderlo un piccolo capolavoro.
Valeria Brunori
Trama
- Titolo originale: La danseuse
- Regia: Stéphanie Di Giusto
- Cast: Soko, Gaspard Ulliel, Melanie Thierry, Lily-Rose Depp, François Damiens, Louis Garrel, William Houston, David Bowles, Louis-Do de Lencquesaing, Petra Buckova, Charlie Morgan, Denis Menochet
- Genere: Biografico, colore
- Durata: 108 minuti
- Produzione: Francia, 2016
- Distribuzione: I Wonder Pictures
- Data di uscita: 15 giugno 2017
Il film “Io Danzerò”, per la regia di Stéphanie Di Giusto, narra le vicende biografiche della danzatrice statunitense Loïe Fuller, autrice di una nuovo tipo di danza basata sugli effetti combinati del movimento del corpo con stoffe e luci colorate.
Loïe Fuller è un’adolescente irrequieta, innamorata di Shakespeare che tira col lazo. Cresciuta con il padre nel West americano, dopo la morte violenta di quest’ultimo, torna a vivere con la madre, una donna bigotta e timorata di dio.
Nel frattempo Loïe sogna di fare l’attrice. Tra un’audizione andata male ed un’altra, riesce a trovare qualcosa che cambierà la sua vita e la condurrà dall’altra parte del mondo. Immersa in un mare di seta, inventa una danza unica e colorata per la quale, però, il nuovo continente non è ancora pronto. Parigi diventa allora la città del debutto, dove grazie ai nuovi teatri e movimenti artistici, la protagonista può perfezionare la sua performance e diventare un’icona indiscussa.
Io danzerò: la storia straordinaria di Loïe Fuller
Il film “Io Danzerò”, una biografia romanzata, si concentra principalmente sul carattere avanguardista della protagonista e sui tratti fisici della Fuller che, grazie alle sue straordinarie doti motorie, pur non avendo mai studiato danza ufficialmente, è riuscita a dar vita ad una performance caleidoscopica, capace di creare spazi espressivi incredibili sotto metri di tessuto leggero.
Per trasfigurarsi in fiore, farfalla e fiamma, l’artista usava bacchette che prolungano i movimenti delle braccia e proiezioni colorate che disegnano illusioni sulla seta. Donna straordinaria, la Fuller, si perde in una storia d’amore complessa, consumata col conte di Gaspard Ulliel, nobile decaduto che finanzia il suo sogno dall’altra parte del mondo.
Affascinante è anche il personaggio di Isadora Duncan, interpretata dall’incantevole Lily-Rose Depp, meravigliosamente eterea e opportunista. La sua Duncan entra silenziosamente nella vita della protagonista, opponendo al movimento teatrale il movimento naturale del corpo. Entrambe diventeranno promotrici di se stesse e immense icone all’interno del panorama culturale di quegli anni. Attraverso un montaggio nervoso e dinamico, la regia di Di Giusto, coglie la costante tensione palpabile tra le danze e le personalità delle due straordinarie artiste.
Trailer
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