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A working man: Jason Statham in un thriller d’azione tra vendetta e dramma familiare

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Il film “A Working Man”, diretto da David Ayer e interpretato da Jason Statham, si presenta come un thriller d’azione che affronta temi complessi come la vendetta e il dramma familiare. La trama ruota attorno a Levon Cade, un ex marine britannico che, dopo la morte della moglie, si ritrova a lottare per la custodia della sua bambina. La storia si complica ulteriormente quando Cade viene coinvolto nella ricerca della figlia dei suoi datori di lavoro, i coniugi Garcia, che è stata rapita da una rete di trafficanti di esseri umani. Questo film, purtroppo, non riesce a brillare per originalità e profondità, risultando in un’opera che si affida a cliché del genere.

La trama di A working man

Levon Cade, interpretato da Jason Statham, è un ex commando dei marine britannici che ha lasciato il servizio attivo dopo la tragica morte della moglie. Ora lavora come caposquadra in un’impresa edile e ha sviluppato un forte legame con la famiglia Garcia, che gestisce l’azienda. La sua vita è segnata dalla difficoltà di vedere la figlioletta, affidata al nonno materno, il quale lo accusa di essere responsabile della scomparsa della madre della bambina. La situazione di Cade si complica ulteriormente quando i coniugi Garcia gli chiedono aiuto per rintracciare la loro figlia adolescente, misteriosamente scomparsa. La ragazza è stata rapita da trafficanti di esseri umani legati alla mafia russa, e Cade si trova coinvolto in una missione di salvataggio che si rivela sempre più pericolosa e violenta.

La trama, basata sul romanzo “Levon’s Trade” di Chuck Dixon, presenta un mix di azione e dramma, ma risulta pesante e priva di spunti originali. Le quasi due ore di visione si concentrano su sequenze d’azione e dialoghi ridotti all’osso, senza offrire un vero approfondimento dei personaggi o delle loro motivazioni. La figura di Cade, pur essendo un protagonista carismatico, si muove in un contesto narrativo che non riesce a sorprendere, riproponendo elementi già visti in altri film del genere.

La collaborazione tra Statham e Ayer

Jason Statham e David Ayer tornano a collaborare dopo un breve intervallo, e il risultato è un film che, sebbene non manchi di momenti di intrattenimento, non riesce a raggiungere le vette di originalità sperate. La sceneggiatura, scritta da Ayer in collaborazione con Sylvester Stallone, non riesce a dare vita a una storia avvincente. Stallone, noto per il suo impegno anche nella scrittura di molti dei suoi film, ha già dimostrato di poter creare trame più coinvolgenti, come nel caso di “Homefront”.

In “A Working Man”, Statham si conferma un interprete affidabile per le scene d’azione, ma il film sembra prendersi troppo sul serio in alcune situazioni, rendendo difficile l’identificazione con il protagonista. Le dinamiche di vendetta e giustizia, tipiche del genere, vengono riproposte senza un’adeguata freschezza, e il film si perde in cliché narrativi che non riescono a coinvolgere lo spettatore.

Tematiche e personaggi secondari

Un altro aspetto che merita attenzione è la superficialità con cui vengono trattati temi come il disturbo da stress post-traumatico di Cade e il dramma familiare che lo coinvolge. Questi elementi, che avrebbero potuto arricchire la narrazione, vengono invece relegati a semplici accenni, senza un vero approfondimento. Le figure di contorno, come l’ex commilitone Gunny, interpretato da David Harbour, risultano poco sviluppate e si riducono a macchiette che non contribuiscono a dare spessore alla trama.

La storia, purtroppo, perde di credibilità man mano che si sviluppa, portando a un epilogo prevedibile e poco soddisfacente. La mancanza di originalità e di una narrazione ben strutturata lascia spazio a più rimpianti che a momenti memorabili. Nonostante ciò, il film suggerisce la possibilità di un sequel, con ulteriori vendette da parte dei villain, anche se gli incassi attuali, pari a 66 milioni di dollari a fronte di un budget di 40 milioni, non garantiscono un futuro certo per il franchise.

A Working Man si presenta quindi come un’opera che, pur avendo potenzialità, non riesce a sfruttarle appieno, lasciando il pubblico con un senso di insoddisfazione.

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Fede Petrini

Fede Petrini

Sono Fede Petrini, laureato in lingue e amante del mondo dello spettacolo. Mi appassionano gossip, programmi TV, cinema e serie TV, che esploro con entusiasmo e curiosità.

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