Recensione
Agente speciale 117 al servizio della Repubblica – Allerta Rossa in Africa Nera: ironia in stile francese
Hubert Bonisseur de La Bath/aka Oss 117 è un agente segreto francese non più giovane ma che ne ha passate tante ed è un asso nel suo campo. É intervenuto nei luoghi più pericolosi del mondo, combattendo il comunismo e ha sedotto le donne più belle con un bicchiere di pastis in mano. Nel 1981 gli anni sono passati pure per lui e il suo boss lo mette a lavorare in ufficio a uno dei primi computer dell’epoca. Ma l’intrepido eroe tornerà in azione per ritrovare l’agente 1001 alla sua prima missione in Africa di cui si sono perse le tracce.
“Agente speciale 117 al servizio della Repubblica – Allerta Rossa in Africa Nera” è il terzo capitolo della saga interpretata da Jean Dujardin. Il personaggio, che, ça va sans dire, ricorda in tutto e per tutto James Bond, nasce dalla penna di Jean Brochet nel lontano 1949, ben quattro anni prima di OO7 per opera di Ian Fleming. A differenza dell’agente britannico affascinante ma gentleman, Hubert è un uomo che non conosce il politicamente corretto e fa parte di un tempo lontano in cui i pregiudizi contro neri, donne e gay non erano un problema.
Il regista Nicolas Bedos prende il testimone da Michel Hazanavicius, regista de “The Artist”, che ha diretto i due film precedenti, ma non era in sintonia con lo script di quest’ultimo. L’agente francese 117 è presentato invecchiato ma non troppo, in competizione con il giovanissimo collega Serge interpretato da Pierre Niney. L’arrivo in Congo, in pompa magna come non si dovrebbe per un agente segreto, è un trionfo di gaffe sui neri e sul colonialismo. Ossessionato al limite del ridicolo dalla grandeur del suo paese e dal ricordo del dominio passato nel Continente Nero, ha ovviamente un nemico russo cattivissimo. Del resto, ricordiamo che il personaggio nasce negli anni della Guerra Fredda, in cui il comunismo era il mostro da combattere. Alla fine, in un modo o nell’altro, il nostro eroe porterà a casa la sua missione pur dimostrandosi un ometto gretto e ridicolo.
OSS 117: un personaggio maschile che sembra lontano nel tempo ma anche no
Il film di Bedos, sulla falsariga degli altri due, è un capolavoro d’ironia che riesce a coniugare la spy story con la parodia, cosa già fatta in opere cult come “Una pallottola spuntata”. Quello che spicca in questo caso non è l’incapacità di agire sul campo ma la visione del mondo all’insegna del poco rispetto per tutto e tutti, in primis donne, etnie e culture che non siano la sua.
Nonostante gli anni di servizio sulle spalle, Hubert dovrebbe avere ben settantadue sulla carta, il lavoro viene fatto e la grande Francia vince ancora una volta. In realtà, nella versione filmica con Dujardin, il personaggio è molto più giovane e non ha perso il suo charme. Certo, ha perso colpi e fa cilecca a letto con la solita bella donna che gli s’infila sotto le sue lenzuola, per poi salvare il suo onore di maschio con la nemica di turno in extremis pensando al suo grande paese. Tutto questo, senza mostrare alcun tatto per la cultura locale e con un comportamento da colonialista, grazie alla collaborazione con dittatori crudeli.
Letto così, OSS 117 potrebbe apparire molto sgradevole ma la regia è francese e si resta sempre su toni leggeri e mai offensivi. Sta in questo il bello di un film che potrebbe ricordare quelli del nostro beneamato Checco Zalone, senza peraltro mai scadere nel volgare e nel cattivo gusto.
La matrice letteraria della pellicola aiuta, anche se va detto che ora un personaggio così sarebbe improponibile ovunque e va inquadrato negli anni in cui è nato. Il tocco francese, è però la ciliegina sulla torta, che rende quest’opera godibile e non superficiale. “OSS 117…..” è un film che riesce nell’impresa di lanciare un messaggio politico a modo suo, ricordando allo spettatore i danni fatti dall’Europa al continente africano prima come ora. Gran parte del merito della buona riuscita è di Dujardin, ironico e misurato, in un ruolo quasi comico. Ottimo il coprotagonista Pierre Niney e la Bond Girl di turno, la bellissima e cazzutissima Fatou N’Diaye, che immaginiamo, potrebbe essere la protagonista del prossimo film della saga se venisse fatta.
Ivana Faranda
Trama
- Titolo originale: OSS 117: Alerte rouge en Afrique noire
- Regia: Nicolas Bedos
- Cast: Jean Dujardin, Pierre Niney, Fatou N’Diaye, Natacha Lindinger, Gilles Cohen, Wladimir Yordanoff, Melodie Casta, Pol White, Ricky Tribord, Hersi Abdirizak, Ivan Franek, Emile Abossolo M’bo, Ibrahim Koma, Brice Fournier, Christelle Cornil, Jean-Édouard Bodziak, Benoît Joubert, Marie-Gaëlle Cals, Véronique Balme, Nancy Tate, Marie-Philomène Nga, Ilya Nikitenko, Jean Bediebe, Luc Antoni, Patrice Cossoneau, Abdou Sagna, Frédéric Vallet
- Genere: Commedia, colore
- Durata: 116 minuti
- Produzione: Francia, 2021
- Distribuzione: I Wonder Pictures
- Data di uscita: 10 novembre 2021
“Agente speciale 117 al servizio della Repubblica – Allerta Rossa in Africa Nera ” è il terzo capitolo di una saga iniziata nel 2006, tratta da una serie di libri scritti da Jean Brochet nel 1949. Presentato Fuori Concorso al Festival di Cannes 2021 è stato il film di chiusura della kermesse. In Italia è distribuito da I Wonder Pictures in contemporanea ai primi due film della serie “Agente speciale 117 al servizio della Repubblica – Missione Cairo” e “Agente speciale 117 al servizio della Repubblica – Missione Rio” (2009) entrambi diretti da Michel Hazanavicius.
Agente speciale 117 al servizio della Repubblica: Allarme rosso in Africa Nera: la trama
Nel 1981 la spia francese Hubert Bonisseur de la Bath (Jean Dujardin) aka Agente Speciale 117 si deve recare in Kenya per un’altra rocambolesca missione: recuperare e salvare il giovane collega Serge Agente Speciale 1001 (Pierre Niney). Il loro compito è quello di fermare i ribelli che minacciano l’elezione del presidente Bamba, con cui il governo d’oltralpe intrattiene ottime relazioni d’affari.
Hubert Bonisseur de La Bath: Il James Bond francese suo antesignano e non parodia in origine
OSS 117 è diventato con questa trilogia una parodia dell’agente segreto irresistibile e gentiluomo. Infatti, Hubert è machista, razzista e omofobo. OSS 117 era già stato portato sul grande schermo, in versione non satirica, diverse volte in tempi lontani. Relativamente più recentemente, l’hanno interpretato John Gavin e Luc Merenda rispettivamente nel 1968 e nel 1970. Nei romanzi era americano di origini nobili francesi e lavorava per la CIA per combattere russi, cinesi e nazisti.