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Agora

Recensione

Agora – Recensione: una pellicola accurata che vuole mettere in guardia contro il fanatismo religioso e osannare invece la libertà di studio e di ricerca della verità

Agora 2
Nato da un progetto cinematografico europeo molto ambizioso, 50 milioni di euro di budget e due premi Oscar (Alejandro Amenàbar, regista e Rachel Weisz, protagonista), “Agora” segue le vicende della famosa filosofa e astronoma Ipazia e della fantastica Alessandria d’Egitto. Questa città, dove si incontrano le civiltà dominanti dell’epoca, è un crocevia di cultura, religione, commercio e, nel periodo preso in considerazione, si trova ad essere al centro di un avvenimento epocale: la religione Pagana non ha saputo rinnovarsi ed è giunta alla fine, così come l’Impero Romano, mentre prende sempre più corpo e potere la nuova religione, quella Cristiana, in un momento dove l’asse del controllo militare e politico centrale vacilla. Il IV secolo d.C. infatti per molti storiografi coincide con l’inizio del Medioevo, sia da un punto di vista sociale che oscurantista.

A questo principio si rifà la morale di “Agora”, che condanna non tanto il Cristianesimo in quanto tale, ma il fondamentalismo religioso e il fanatismo in tutte le sue espressioni. La dicotomia si esprime tra la mentalità scientifico-filosofica di Ipazia, che cerca la messa in discussione e la confutazione delle sue teorie nella ricerca della verità, e la totale e cieca obbedienza dell’approccio religioso all’autenticità delle parole dei vescovi e dell’interpretazione delle Scritture. I sapienti e gli scienziati del tempo osservavano il cielo e le stelle, che in un gioco di rimando di Alejandro Amenábar restituiscono loro lo sguardo, con un punto di vista umano ed emotivo che fa percepire l’amore e l’emozione di contemplare la volta celeste e i misteri dell’uomo e del cosmo.

Agora, storia del declino di una civiltà

La centralità della figura di Ipazia in “Agora” simboleggia l’alto livello della civiltà che sta per terminare, sia da un punto di vista sociale (l’emancipazione femminile ne è un segno evidente) che da un punto di vista scientifico e filosofico, visto che le teorie della scienziata stanno per arrivare a delle conclusioni che avrebbero anticipato di 1200 anni il corso della storia (in realtà questa è solo una supposizione, visto che tutti i suoi lavori scientifici sono andati perduti).

La regia e le inquadrature sono concepite per dare l’impressione quasi di un servizio di cronaca da un altro tempo, con al centro la figura della filosofa che irradia luce come il sole ai suoi pianeti, a lei tanto caro, e come il Faro di Alessandria, una delle sette meraviglie del mondo antico. Lo scenario rigorosamente particolareggiato e curato di un’Alessandria d’Egitto vista come una New York dei nostri tempi, un melting pot di culture e razze, ci restituisce una sensazione reale e surreale al contempo: quella di assistere in diretta a degli eventi accaduti 1600 anni fa.

Buona parte del budget del film infatti è stata investita nelle scenografie e negli effetti speciali, basti pensare che la volta celeste rappresentata è quella che realmente appariva nel IV secolo, ricreata al computer sotto la supervisione di astronomi specializzati. Ad essere pignoli va constatato che la stessa cura storiografica non è stata applicata ai costumi dei soldati romani, vestiti con loriche, spade e scudi sbagliati, come nella migliore tradizione cinematografica… Per quanto riguarda gli interpreti va sottolineata la magnifica interpretazione della Weisz (Ipazia), attorno alla quale gira tutta la storia, e di Max Minghella (Davo, lo schiavo). La regia cerca un equilibrio tra la storia reale e quella romanzata, tentando di provocare una rabbia e un senso di sgomento di fronte ai fatti rappresentati, che un finale addolcito rispetto alla realtà non stiepidisce, con le considerazioni finali che rimandano al delitto non solo contro la Persona ma contro la Storia.

Massimo Racca

Trama

  • Regia: Alejandro Amenábar
  • Cast: Rachel Weisz, Max Minghella, Oscar Isaac, Ashraf Barhom, Michael Lonsdale, Rupert Evans, Richard Durden, Sami Samir, Manuel Cauchi, Yousef “Joe” Sweid, Paul Barnes, Christopher Dingli
  • Genere: Storico, colore
  • Durata: 128 minuti
  • Produzione: Spagna, 2009
  • Distribuzione: Mikado
  • Data di uscita: 23 aprile 2010

agoraQuarto secolo dopo Cristo, l’Egitto è sotto l’Impero Romano. I violenti scontri religiosi nelle strade di Alessandria arrivano fino alla celebre Biblioteca della città. Intrappolata nelle sue mura, la brillante astronoma Ipazia e i suoi discepoli combattono per salvare la saggezza del Mondo Antico.

Tra loro, due uomini in lotta per il suo cuore: l’arguto e privilegiato Oreste, e Davo il giovane schiavo di Ipazia, che è diviso tra l’amore segreto per lei e la libertà che potrebbe ottenere se si unisse alla rivolta ormai inarrestabile dei cristiani.

Trailer

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