Il memoir di Al Pacino, “Sonny Boy”, ha aperto un acceso dibattito sulla sua esperienza con il film “Cruising” di William Friedkin, uscito nel 1980. In questo articolo, esploreremo le affermazioni dell’attore riguardo alla controversia che circonda il film e il suo impatto sulla comunità LGBTQ, nonché il contesto storico e culturale in cui è stato realizzato.
Il controverso legame tra Al Pacino e Cruising
Nel suo memoir, Al Pacino racconta come “Cruising” sia diventato per lui un episodio complesso e problematico. L’attore, noto per il suo impegno a superare i limiti artistici, ha trovato irrispettoso il modo in cui il film ha affrontato la tematica della vita omosessuale. Il progetto, ispirato al romanzo di Gerald Walker del 1970, narra la storia del detective Steve Burns, interpretato da Pacino, che si infiltra nei locali sadomasochisti di New York per catturare un serial killer che uccide uomini gay. Durante le riprese, il set fu teatro di proteste, principalmente da parte di attivisti e membri della comunità LGBTQ, che contestavano la rappresentazione distorta e stereotipata della loro vita.
Nonostante il successo commerciale del film, l’attività promozionale di Pacino è stata segnata da un silenzio in merito alle polemiche. L’attore ha rivelato di aver devoluto il suo compenso a diverse organizzazioni benefiche, affrontando così la sua coscienza. “Ho preso i soldi, ed erano molti – racconta – li ho messi in un fondo fiduciario irrevocabile e ho deciso di donarli. Volevo che almeno qualcosa di positivo venisse da quell’esperienza.” Questa azione ha dimostrato una certa responsabilità da parte di Pacino, nonostante il film stesso fosse considerato un passo falso nella lotta per i diritti LGBTQ.
Il parere di William Friedkin e il contesto culturale
William Friedkin, regista di “Cruising”, ha condiviso le sue riflessioni sul film anni dopo la sua uscita. Ha ammesso che “Cruising” non fosse necessariamente un grande contributo al movimento per i diritti gay, ma ha sottolineato che il suo intento non era quello di criticare o condannare la comunità omosessuale. “Lo vedevo come uno sfondo interessante per un thriller – ha spiegato – ma mai avrei voluto riflettere in modo semplice lo stile di vita omosessuale.”
In effetti, il film è stato realizzato in un periodo in cui i diritti LGBTQ stavano iniziando a guadagnare attenzione e sostegno, ma la società era ancora fortemente permeata da pregiudizi e stereotipi. La rappresentazione di temi legati all’omosessualità era raramente imparziale, e ciò si riflette nel modo in cui “Cruising” viene percepito oggi. Friedkin ha riconosciuto la durezza del film, affermando che era “spigoloso e ambiguo”, una caratterizzazione che potrebbe aver alienato ulteriormente quanti lottavano per l’uguaglianza.
Il significato duraturo di Cruising
Nonostante le critiche e le controversie, “Cruising” è rimasto un oggetto di discussione nel panorama cinematografico. Al Pacino e William Friedkin, entrambi iconici nella loro carriera, hanno vissuto le conseguenze di una pellicola che, sebbene avesse l’ambizione di esplorare temi complessi, ha finito per contribuire a rappresentazioni problematiche.
Il film continua a essere analizzato da studiosi e critici, che lo esaminano attraverso diverse lenti culturali e sociologiche. Essendo stato uno dei primi film a trattare esplicitamente la vita omosessuale in modo così diretto, ha fornito un terreno fertile per riflessioni e dibattiti. Tuttavia, l’accusa di perpetuare stereotipi offensivi resta una parte importante della sua eredità.
Recentemente, Al Pacino è stato ospite nel programma “Che tempo che fa” di Fabio Fazio, dove ha parlato della sua carriera e dei suoi lavori più significativi. Sul fronte del mercato cinematografico, “Ultima notte a Soho” continua a riscuotere un grande successo e rimane uno dei film più venduti nei formati home video, dimostrando che la cultura cinematografica non smette mai di evolversi e di suscitare interesse.