Recensione
“Alam” e il conflitto tra israeliani e palestinesi
“Alam”, diretto dall’esordiente Firas Khoury, rappresenta con attenzione e dettagli un clima di odio che in Israele esiste ormai da anni. Il conflitto politico-militare e territoriale che vede contrapposti arabi palestinesi e israeliani va avanti dai primi anni del ‘900 e nel tempo ha causato innumerevoli morti, guerre sanguinose e massacri. In “Alam” viene ad esempio ripresa la “pulizia etnica” data 1948, e la successiva nascita dello Stato di Israele, un giorno di lutto per i palestinesi durante il quale si festeggia l’Indipendenza di Israele.
Tragedie negate, bandiere bruciate e lezioni di Storia che insegnano eventi distorti portano i giovani a ribellarsi, ma si tratta di una ribellione non violenta. I giovani arabi palestinesi vorrebbero sostituire la bandiera israeliana con quella palestinese, manifestare, poter conoscere anche quella che è la loro Storia. Ma la repressione è invece dura e violenta. Il conflitto e lo scontro tra palestinesi e israeliani investe chiunque: dai più indifferenti ai più combattivi, da chi non sa e non vuole sapere cosa è accaduto negli anni e chi invece ricorda i parenti uccisi durante le guerre.
Crescere respirando un clima di odio
“Alam” mostra giovani diversi, con idee opposte o anche senza un’opinione sulla situazione, ma che comunque vengono influenzati da un’atmosfera di violenza, rancore, ostilità e disprezzo. Ragazzi che forse vorrebbero solo capire e provare a difendere le proprie origini, ma che vengono bloccati anche solo nel tentativo di farlo. Tarem è proprio il simbolo di chi deve ancora comprendere con esattezza cosa pensa nei confronti di un conflitto che è ormai diventato parte della normalità, calato nel quotidiano con risvolti differenti, essendo vissuto da una generazione sempre più lontana dagli anni più cruenti dello scontro.
Per amore o per amicizia e nella costruzione della propria identità Tarem e i suoi amici si avvicinano a chi cerca di dare un messaggio pacifico a quella che è stata e continua ad essere una guerra. Ottime interpretazioni e che rappresentano alla perfezione i vari animi che si smuovono giorno dopo giorno nei personaggi. Un’ottima regia è sullo sfondo di una fotografia delicata e raffinata nei colori caldi che mostrano il tipico entusiasmo adolescenziale, qui compresso da una rabbia che lentamente si impossessa della mente e del corpo di chi spera, un giorno, di non dover fuggire da chi punta loro delle armi.
Giorgia Terranova
Trama
- Regia: Firas Khoury
- Cast: Mahmood Bakri, Sereen Khass, Mohammad Karaki, Muhammad Abed Elrahman, Ahmad Zaghmouri, Saleh Bakri
- Genere: drammatico
- Durata: 110 minuti
- Produzione: Francia, Tunisia, Palestina, Arabia Saudita, Qatar, 2022
- Data d’uscita: n.d.
“Alam”, diretto da Firas Khoury, attraverso temi universali come amore, amicizia e adolescenza rappresenta un conflitto, come quello tra israeliani e palestinesi, che non può escludere le generazioni più giovani
Alam: la trama
Tarem frequenta una scuola superiore araba israeliana. Lui e i suoi amici sembrano apparentemente indifferenti all’emarginazione dei giovani palestinesi, ma le parole e le battaglie che Sawat, compagno di classe, combatte ogni giorno, risveglia tragedie recenti e possibilità negate. Tra amore, amicizia e desiderio di crescere, di avere un obiettivo da raggiungere, Tarem si lascia coinvolgere in una lotta che non comprende fino in fondo, ma che si trova poi inevitabilmente ad affrontare.