Biografia
Regista russo salito alla ribalta con il film “First on the Moon” del 2005, e con “Silent Souls”, attualmente impegnato nell’adattamento del romanzo di fantascienza “Space Mowgli”: è Aleksey Fedorchenko.
Aleksey Fedorchenko: il regista ‘on the moon’
(Sol-Iletsk, 29 settembre 1966)
Aleksey Fedorchenko è nato il 29 settembre 1966 a Sol-Iletsk nella regione di Orenburg, a sud della Russia. Dopo aver studiato Ingegneria e lavorato per dei progetti sulla difesa del territorio in una fabbrica di Sverdlovsk, nel 1990 entra negli Studios di cinema di Sverdlovsk. Sul finire dell’epoca sovietica, Aleksey Fedorchenko si batte per la sopravvivenza degli Studios, occupandosi prima delle questioni finanziarie e poi assumendone la direzione. Nel giro di dieci anni ha prodotto più di ottanta film.
Nel 2000 si trasferisce a Mosca, dove studia Drammaturgia all’Istituto Nazionale del Cinema Russo e gira alcuni documentari. Con “David”, realizzato nel 2002, disegna il ritratto di un ebreo sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti e ai Gulag, passando poi nel 2003, con “Deti Beloi Mogilyi” (“Children of the White Grave”), alla rappresentazione delle etnie deportate in Kazakistan durante l’epoca staliniana.
Aleksey Fedorchenko: il falso documentario
Nel 2005 il suo falso documentario (“mokumentary”) “Pervye na lune” (“First on the Moon”) fu uno shock: recuperando una delle funzioni cardine del cinema, quella di documentare e svelare la verità (un archivista, nel film, tra le pellicole dell’archivio del KGB dice: “tutto quello che c’è qui dentro è avvenuto, almeno questo è certo”), Fedorchenko racconta gli anni di addestramento di un’equipe di astronauti russi che nel 1938 si preparò a sbarcare sulla Luna e, chissà, forse ci riuscì davvero con uno dei suoi membri a bordo di un razzo.
Ciò che sembra certo è che Gagarin sia stato il secondo uomo ad andare nello spazio. Il suo film confonde le carte a tal punto che molti l’hanno accolto come se si trattasse di una vera testimonianza storica. Il film si arricchisce inoltre del materiale d’archivio, prezioso nel suo valore estetico oltre che documentaristico, riuscendo a trasmettere un deciso senso misto di memoria e mistero. Ricordandoci che spesso la realtà è più improbabile della più immaginifica delle storie inventate. Il film è stato applaudito in numerosi festival fra i quali la Mostra di Venezia, dove nel 2005 ha ricevuto il Premio per il Miglior Documentario della sezione ‘Orizzonti’.
Aleksey Fedorchenko: una personale e insolita ricerca nel cinema
Nel 2008, con “Zheleznaya doroga” (“The Railway”), Fedorchenko ci offre un film sul viaggio. Un viaggio alla ricerca di un mondo sconosciuto ma soprattutto un viaggio dentro noi stessi, per capire e sapere chi siamo. Nello stesso anno, gira il documentario “Bannyi den” (“Bath Day”).
La sua personale e insolita ricerca sulle diverse etnie dell’ex Unione Sovietica, – iniziata con “Deti Beloi Mogilyi” (“Children of the White Grave”), “Šošo” (“Shosho”, 2006) e “Ветер Шувгей” (“The Wind of Shuvgey”, 2009), prosegue con “Ovsyanki” (“Silent Souls”), selezionato in Competizione Ufficiale alla Mostra di Venezia del 2010, dove ha vinto il Premio della Critica Internazionale e l’Osella per la Miglior Fotografia e continua con “Nebesnye ženy lugovykh mari”.
Torna alla regia nel 2012 con “Spose celesti dei mari di pianura”, una serie di ventidue racconti che hanno come protagoniste le donne della Repubblica dei Mari.
Filmografia
Aleksey Fedorchenko – Filmografia
- David (Documentario) (2002)
- Pervye na lune (2005)
- Zheleznaya doroga (2007)
- Silent Souls (2010)
- The Fourth Dimension (Episodio Chronoeye) (2012)
- Spose celesti dei mari di pianura (2012)
- Venice 70: Future Reloaded, registi vari (Documentario) (2013)
- Angely revolyutsii (2014)