Nella Giornata mondiale della salute mentale, il tema della lotta contro la depressione e gli attacchi di panico continua a guadagnare attenzione, con figure pubbliche che condividono le loro esperienze. Tra queste, spicca Alice Bellandi, judoka venticinquenne e campionessa olimpica per la categoria 78 kg di Judo, che ha recentemente rivelato i suoi momenti di difficoltà in un toccante post su Instagram. Il suo racconto offre uno spaccato del suo viaggio interiore, dalla sofferenza a una rinascita che coincide con la sua straordinaria vittoria a Parigi 2024.
Il peso della vittoria e la fragilità umana
Nel suo post, Alice Bellandi non ha esitato a rivelare il suo profondo bisogno di abbattere le barriere personali e iniziare un percorso di accettazione. Scrivendo «Ho avuto e sentito il bisogno di crollare e l’ho fatto», la judoka esprime ciò che molti sportivi vivono nell’ombra: la pressione di performare e la necessità di essere sempre al top. Questo conflitto interno diventa palpabile quando condivide l’inevitabilità di fronteggiare il proprio ego e la frustrazione di essere spesso messa da parte. La ricerca di una propria identità al di là degli achievements sportivi è fondamentale, ed è un tema ricorrente nella vita di molti atleti di alto livello.
Alice riflette sul momento di Tokyo, dove ha vissuto la delusione di un podio svanito per un soffio. La frase «I sogni non li spegni» risuona non solo come un motto personale ma come un messaggio universale di resilienza. È un chiaro segnale che la vittoria non è solo un risultato, ma anche un viaggio emotivo intriso di sfide e sacrifici. La judoka ha dovuto affrontare un periodo di grande difficoltà, contrassegnato da fluttuazioni di peso e da un controllo costante della sua salute mentale. Trovare il coraggio di affrontare tali problemi richiede una forza interiore che spesso emerge solo dopo aver toccato il fondo.
Un percorso di consapevolezza e supporto
Alice Bellandi racconta come, nella sua lotta contro il dolore e la depressione, sia riuscita a riscoprire la libertà. La frase «quando vinci, baci chi ami» riassume una filosofia di vita che incoraggia una visione più profonda dei nostri successi. La liberazione dai pregiudizi e dai pesi emotivi è un viaggio personale che ha necessitato di tempo, pazienza e il supporto di nuove relazioni significative.
Nel suo post, Alice si rivolge direttamente alla giovane donna che era in passato, esprimendo il desiderio di «sussurrarle» che solo lei può salvare se stessa. La sua testimonianza evidenzia uno degli aspetti più oscuri del successo sportivo: per ogni trionfo, ci sono lacrime non viste e silenzi assordanti. La consapevolezza di non essere sola, di avere attorno persone che vedono e riconoscono la sua lotta, rappresenta una nuova luce nella sua vita. La presenza di questi nuovi legami, sia sul tatami che nella vita quotidiana, è fondamentale per affrontare le sfide future.
Alice descrive il suo viaggio come un passaggio da un essere umano “antico”, che ha vissuto un viaggio difficile, a uno “nuovo” capace di accettare il dolore e trasformarlo in crescita personale. Questo cambiamento interiore permette di affrontare l’esistenza con maggiore determinazione e positività, mettendo in luce il potere riparatore della comunità e del supporto emotivo.
Volgere lo sguardo al futuro
Parlando dei suoi momenti più bui, Alice aveva anche condiviso in un’intervista a Vanity Fair come quel periodo di “oblio” e di sentirsi “a pezzi” fosse parte del suo percorso di crescita. Il quadriennio che l’ha preceduta è stato un periodo di intensa pressione, tanto fisica quanto mentale. Tuttavia, è in questo dolore che ha trovato la forza per raggiungere importanti traguardi, culminati nella cerimonia di premiazione alle Olimpiadi, dove il suono dell’inno nazionale ha rappresentato non solo una vittoria per lei, ma anche una celebrazione del superamento delle avversità.
In questi momenti, Alice riesce a comprendere l’importanza di riconoscere il proprio passato, anche quando esso sembra pesante. L’esperienza di affrontare la depressione è diventata una fonte di ispirazione, trasformandosi in una motivazione per il futuro. La consapevolezza che ogni sforzo e ogni lacrima versata hanno contribuito a forgiare la persona che è oggi le consente di abbracciare la sua nuova vita con gratitudine e determinazione. La dedizione alla sua disciplina e il coraggio dimostrato nel condividere la sua storia costituiscono un messaggio di speranza e resilienza per molti, sia dentro che fuori dal mondo dello sport.