Recensione
Alps: un singolare modo di elaborare il lutto
Vincitore del Premio Osella per la Migliore sceneggiatura alla sessantottesima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, “Alps” di Yorgos Lanthimos offre al pubblico una storia davvero particolare, quella di un’infermiera, un paramedico, una ginnasta ed un allenatore, uniti in un business fuori dagli schemi: dare sollievo a chi ha recentemente perso un congiunto sostituendosi a esso sotto compenso. Questa inconsueta modalità di elaborazione del lutto porta ciascuno di loro a spogliarsi di se stesso per rivestirsi del defunto, aiutati da familiari addolorati che esigono cura nei particolari e precisi dialoghi da recitare.
“Alps” è il nome del gruppo, in cui ogni componente prende il nome di una delle vette, tra le quali il capo, il paramedico, prende il nome di Monte Bianco. Per tutto il film non sentiremo mai i protagonisti chiamarsi col loro vero nome, in una sorta di annullamento del loro vero io.
Il regista greco muove la macchina in modo asciutto, giocando con messa a fuoco e improvvisi cambi di cromie per separare i momenti o dare vigore alle parole del singolo. L’evolversi della narrazione vede predominare la figura dell’infermiera, interpretata dalla bravissima Angeliki Papoulia, mostrando come questa ‘secondaria attività‘ la coinvolga completamente, fino a farla venire meno a quelle che sono le regole base del gruppo.
Vivere le vite degli altri confondendole con la propria
Se per lo spettatore la vera follia sta in chi richiede, o meglio accetta, la proposta di tale collaborazione, quel che interessa al regista di “Alps”, che ha scritto la sceneggiatura a quattro mani con Efthimis Filippou, è mostrare come non sia così semplice partecipare a questa ‘recita collettiva’, condivisa coi parenti dei defunti, interpretata nei loro ambienti privati, palcoscenico supremo del loro dolore, in cui spesso si è costretti a ripetere la stessa parte all’infinito.
Il limite tra il lecito e l’illecito è labile, e si può facilmente travalicare quando, per chi ‘recita’, la vita ’interpretata’ e quella vissuta si confondono, aprendo le porte all’instabilità emotiva, affettiva e mentale.
Il ritmo della pellicola va in crescendo, le inquadrature si fanno sempre più prossime ai personaggi, creando momenti di vera tensione, culminando in un dramma finale, personale e non collettivo, in cui i personaggi sembrano burattini di un teatro impazzito in cui non c’è fine alla follia cui porta il dolore della perdita. Il dubbio che assale lo spettatore all’uscita dalla sala è: chi interpreta chi? Il regista sembra voler non chiarire fino in fondo quali siano le vite vere e quali quelle interpretate.
Maria Grazia Bosu
Trama
- Titolo originale: Alpis
- Regia: Yorgos Lanthimos
- Cast: Angeliki Papoulia, Ariane Labed, Aris Servetalis, Johnny Vekris, Efthymis Filippou, Labros Filippou, Yorgos Zois
- Genere: Drammatico, Colore
- Durata: 93 minuti
- Produzione: Grecia, 2011
- Distribuzione: Phoenix International Film
- Data di uscita: 17 Settembre 2020
“Alps” è il terzo lungometraggio del pluripremiato regista greco Yorgos Lanthimos, interpretato da Aggeliki Papoulia, Ariane Labed, Aris Servetalis, Johnny Vekris, distribuito nelle sale italiane dalla Phoenix International Film.
ll film è stato presentato alla 68ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia in Concorso, dove ha vinto il Premio Osella per la Migliore Sceneggiatura.
Alps: la trama
Un team formato da un’infermiera, una ginnasta accompagnata dall’allenatore e un paramedico si trova a sostituire alcune persone da poco defunte, per alleviare la sofferenza di amici e parenti e per aiutare ad affrontare meglio la tragedia della morte dei propri cari.
La squadra si fa chiamare Alpeis (Alpi) e ogni componente porta il nome di uno dei monti che compongono la catena montuosa.
Nel gruppo vi è anche Monte Rosa, la donna che si prende cura in ospedale di una giovane tennista che è stata vittima di un incidente. Monte Rosa, prende autonomamente la decisione di sostituirsi alla sfortunata tennista, senza confidare nulla agli altri membri del team, arrivando piano piano ad assumere completamente l’identità della tennista.
Il regista Yorgos Lanthimos
Yorgos Lanthimos è uno dei registi più acclamati della cinematografia greca. Con “The Lobster” ha ottenuto nel 2015 il Premio della Giuria al Festival di Cannes. Il suo lavoro successivo, dal titolo “La Favorita“, è stato premiato nel 2018 al Festival di Venezia con il Leone d’argento – Gran premio della giuria, mentre Olivia Colman ha ottenuto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile e nel 2019 il Premio Oscar come Miglior Attrice.
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