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Ammonite (2020)

Recensione

Ammonite: l’amore fossile remoto come il tempo

Ammonite

Siamo nel 1840, sulla costa frastagliata ed aspra del Dorset, vive la paleontologa pioniera Mary Anning (Kate Winslet), che, battendo le ventose spiagge in completa solitudine, si occupa di riesumare resti fossili, tracciandone il percorso remoto nel tempo e donandogli un’identità; ma non sono solo i fossili ad essere remoti intorno a lei, è lei stessa ad esserlo, in questa personale biografia di Francis Lee, nella sua alienazione di fronte al mondo, anche nei confronti della sua stessa madre malata che le vive accanto.

Ammonite (2020)

L’alienazione si scoprirà essere un vero mal di vivere, una forma di distacco dai dolori e dalle perdite della vita. Ma all’improvviso, in questa quiete desolazione, appare la fragile e malata Charlotte Murchison (Saoirse Ronan), affidata a Mary da suo marito, affinché possa riprendersi da una tragedia personale e recuperare la gioia di vivere.
Francis Lee disegna la figura della paleontologa come una lesbica chiusa e traccia una storia d’amore dirompente e improvvisa, che ricorda l’ancor vicino “Ritratto della giovane in fiamme”.

Ammonite: una fiamma che arde ed incide la strada

Ammonite

La storia tra Charlotte e Mary non cede il passo alle emozioni, al sentimentalismo, ma mette in scena il sesso e le pulsioni in quadri erotici vividi e scarni al tempo stesso, quasi usciti da un disegno di Picasso.
La fotografia è in bilico tra il mare in burrasca, che sembra dipinto da Courbet, ritratto nella sua forza espressiva e gli interni de-saturati ma caldi in atmosfere che oscillano tra Vang Gogh e Vermeer, presente anche nei primi piani intensi ed esplorativi.

Peccato che, nonostante la storia e le ambientazioni, il film perda ‘corpo’ rinunciando ad incidere e appassionare, come invece accadeva in “Ritratto della giovane in fiamme” dove la regista volutamente non abbandonava mai lo sguardo dal personaggio principale, rendendone il lato artistico come processo generante dell’involucro emotivo.

Qui la storia spesso cede il passo alla ricerca dei fossili, alle figure secondarie ma poco determinanti ai fini narrativi, alla quotidianità del negozio che Mary ha con sua madre, scandita da gesti ripetitivi come la pulizia ossessiva di otto ninnoli, visti come figli dall’anziana donna.
Non basta la profondità del chiaroscuro e la spettacolarità della natura a suscitare emozione e colpire lo spettatore, complice anche un calo di ritmo strutturale nella seconda parte.

Il femminile nelle sue sfumature

Ammonite

Ho il mio lavoro non ho bisogno di figli’. Queste la parole di Mary, avulsa dalla borghesia dell’epoca e dai suoi vezzi, seppur parte integrante dell’universo che la circonda. La fisicità è cercata e narrata tra le due donne, nei gesti e nelle parole come quelle divertite di Mary ‘Esisteva una donna di nome Sally, salì in grembo di un uomo dal grosso membro e disse, ah ecco cosa mi mancava’.

Il realismo pittorico e cinematografico indugia troppo sulle scene familiari e sul contorno della storia, disperdendosi e mancando di chimica ed empatia, come la protagonista stessa, eccessivamente ‘fossilizzata’ sul controllo di sé, incapace di vivere il presente, perché troppo ancorata a quel ‘passato’. Un quadro, quello di Francis Lee, intensamente pittorico e descrittivo, che sembra più rivolto verso uno stile documentaristico e molto meno incline a quelle declinazioni dell’anima che tracciano la differenza in ogni storia d’amore.

Chiaretta Migliani Cavina

Trama

  • Regia: Francis Lee
  • Cast: Kate Winslet, Saoirse Ronan, Gemma Jones, Alec Secareanu, Fiona Shaw, Beatrice Curnew, Alec Secareanu,Claire Rushbrook, James McArdle
  • Genere: drammatico sentimentale
  • Durata: 117 minuti
  • Distribuzione: Universal Pictures, Lucky Red
  • Produzione: Stati Uniti, Australia, Regno Unito, 2020
  • Data di uscita: n/d

AmmoniteFrancis Lee in “Ammonite” ci trasporta nell’Inghilterra dell’800, raccontandoci parte della vita della famosa paleontologa Mary Benning , interpretata da Kate Winslet. Nel cast sono presenti anche Saoirse Ronan, Gemma Jones, James McArdle, Alec Secareanu e Fiona Shaw.

Ammonite: quell’amore generato dal mare

Nel 1840, passato oramai il tempo delle grandi scoperte, Mary è alla ricerca di resti fossili e piccole conchiglie, da cui il titolo, da offrire ai turisti del suo piccolo negozio per sostentare se stessa e pagare le cure alla madre anziana ormai malata. Uno di questi turisti, Roderick Murchisan, appassionato di fossili anch’esso, dopo averle chiesto, a pagamento, di trasmettergli parte delle sue conoscenze, le offre di occuparsi della moglie malata Charlotte, con l’invito ad appassionarla alle sue scoperte nel tentativo di guarirla da una depressione causata da una tragedia familiare.

Tra Mary e Charlotte, interpretata da Saoirse Roman, dopo un gelo iniziale e nonostante le profonde differenze che le dividono, scoppierà l’amore, sanando in entrambe quella consapevolezza di non essere finalmente sole. Un legame intenso che le porterà di fronte a grandi interrogativi sulla vera natura di questo rapporto e sul senso delle loro vite.

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