Recensione
Anna – Recensione: Charles-Olivier Michaud realizza un film sullo sfruttamento sessuale delle donne e non nasconde che il suo principale obiettivo è quello di turbare lo spettatore
La vicenda di “Anna” ruota intorno alla fotoreporter indipendente da cui il titolo prende il nome (Anna Mouglalis) che realizza reportage per il magazine “Offence” di Montreal. Si fa fatica a comprendere la cronologia con le quali i fatti si susseguono e solo al termine della visione si riesce a ricostruire la storia nella sua evoluzione.
Anna grazie ad alcune indicazioni ricevute da un ristoratore asiatico residente in Montreal, parte per la Thailandia (nel film non viene mai dichiarato che si tratta di questo paese). Incontra delle ragazze che, esponenti della triade asiatica hanno rapito quando non erano ancora adolescenti, hanno sottoposto a un trattamento fatto di violenza e stupro fino a spezzare la loro autostima, e hanno indirizzato alla prostituzione locale o esportato in paesi esteri per il medesimo scopo.
La giornalista conosce Xiao (Xiao Sun), che aiuta le ragazze sopravvissute alla violenza e che le rilascia una intervista sofferta, e Sam (Pierre-Yves Cardinal), giovane occidentale, dedito ai combattimenti muay thai, che sembra aiutarla nel muoversi in ambienti così ostili.
Le indagini di Anna disturbano la triade a tal punto da essere lei stessa presto rapita e sottoposta al medesimo trattamento riservato alle vittime sulle quali faceva ricerche. Si risveglierà in un ospedale di Montréal, violata, sfregiata nel volto, ma soprattutto con una ferita nell’anima difficile da gestire. Tutta la seconda parte del film riguarderà le sue reazioni, il processo di ricostruzione personale e professionale, il desiderio di portare a compimento le indagini e il desiderio di vendetta.
Michaud oltre a dirigere il film ne ha scritto anche la sceneggiatura allo scopo di descrivere una realtà drammatica di cui tutti sappiamo l’esistenza ma alla quale preferiamo non pensare; punta a scioccare lo spettatore senza scontargli nulla su una violenza perpetrata soprattutto sull’anima delle donne, spesso ancora in età infantile.
Le immagini a maggior impatto emotivo sono commentate con un suono metallico prolungato e assordante che contribuisce a turbare lo spettatore. Lo scopo è lodevole, peccato che l’ideazione delle vicende presenta tante soluzioni irreali e ingenue che non avremmo voluto vedere in un film di denuncia.
Anna: ottima interpretazione per la Mouglalis, protagonista assoluta di questo dramma
Anna Mouglalis rappresenta la centralità di questa pellicola, soprattutto i suoi volti. In numerosi primi piani i suoi grandi occhi mostrano l’intenzione a voler comprendere la tratta delle ragazze, la propria violazione, il desiderio di rivendicazione e vendetta. La sua voce profondissima, roca, dispensata con parsimonia solo per dialoghi essenziali, è idonea a rappresentare una personalità altrettanto profonda, che sappia ricentrarsi dopo gli abusi subiti e metabolizzarli con un percorso psicologico consapevole.
Nulla sconta allo spettatore e nulla sconta a stessa, obbligandosi a rivedere proiettata su una parete di casa la scena del suo rapimento, violenza e stupro. La scena in cui piange nuda nel bagno di casa sua e in cui la sua testa, le sue cosce, le sue mammelle seguono i sussulti dei suoi singhiozzi ci colpisce nell’anima senza scampo.
Anna fuma molto e questo sarebbe un altro particolare delineante la sua personalità, peccato che è l’unico atteggiamento che la Mouglalis proprio non sa sostenere, non inala e persino nella modalità in cui tiene la sigaretta si evince la sua estraneità a voler comprendere questo aspetto del personaggio.
L’evoluzione di Anna è ben delineata nella pellicola, il suo carattere forte e indipendente la porta a voler tutto comprendere, anche la violenza, l’aggressività e la violazione di un altro essere umano, come se ne fosse contagiata, tanto da desiderare vendetta.
Fortunatamente nell’epilogo della storia viene salvata dall’integrità della sua personalità evoluta e ritorna alla sua principale modalità di sopravvivenza: il reportage giornalistico.
Marco Marchetti
Trama
- Regia: Charles Olivier Michaud
- Cast: Anna Mouglalis, Pierre-Yves Cardinal, Pascale Bussières, Sean Lu, Sandrine Bisson
- Genere: Drammatico, colore
- Durata: 109 minuti
- Produzione: Canada, Thailandia, 2015
- Distribuzione: Distribuzione Indipendente
- Data di uscita: 31 Maggio 2018
“Anna” è un film drammatico diretto da Charles Olivier Michaud, che porta sul grande schermo il pericoloso traffico di esseri umani e del turismo sessuale. La protagonista, interpretata da Anna Mouglalis, sarà testimone si un orrore incancellabile e dovrà fare i conti con la parte più oscura dell’animo umano.
“Anna”: da testimone a vittima
“Anna” è la storia di una giovane giornalista d’inchiesta che cerca di smascherare e denunciare il traffico di donne in Asia. Da semplice testimone diventerà lei stessa vittima, sequestrata e maltrattata dagli uomini della triade asiatica, che non accettano intromissioni nei loro loschi affari.
Anna, per miracolo, sopravvive a questa dolorosa esperienza, che la segna profondamente nel corpo e nell’anima. Viene ricoverata nell’ospedale di Montreal, e qui inizia la sua ricostruzione degli eventi, che la spingerà a cercare la verità ad ogni costo, fino a farle raggiungere un punto di rottura.
“Anna”: storia di denuncia e vendetta
“Anna” è una pellicola di denuncia, un dramma sociale sulla subordinazione delle donne nei paesi asiatici, e allo stesso tempo il ritratto di una donna, che vive personalmente questo dramma, e che dalla ricerca di prove per la denuncia della situazione, passa a piani di vendetta.
È un’opera viscerale che trasporta lo spettatore nell’universo dello sfruttamento e della violenza.
“Anna” è diviso in due parti: la prima coincide con la missione di denuncia della giornalista, mostrando le azioni di un commercio disumano; la seconda parte inizia quando la protagonista si ritrova in ospedale con il volto tumefatto, e spinta dal dolore e dalla rabbia elabora un piano di vendetta, decidendo di portare a termine le sue indagini e trascinare alla luce l’oscurità di quanto accaduto.
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