Recensione
Apollo 11 – Recensione: proiettami nello spazio
Nel bellissimo film curato da Todd Douglas Miller non c’è spazio per voci fuori campo o interventi delle cosiddette “teste fluttuanti” tanto care al mondo dei documentario. Il suo approccio, quanto più possibile neorealista, è invece tutto basato sulla verosimiglianza e sulla fedeltà di quanto mostrato. Se una frase non è stata pronunciata nel breve periodo che copre il documentario, dalla partenza al ritorno sulla terra dei membri della missione, Miller decide, abilmente, di non inserirla.
Il risultato sono 94 minuti di pura riproposizione, quasi pornografica, di tutti gli attimi salienti di uno dei momenti più alti mai raggiunti dal genere umano. Con grande cuore, Miller dedica tanto spazio agli anonimi volti dei mille ingegneri, mente dell’operazione, quanto agli intrecci e ai reticoli metallici che sorreggono gli enormi apparati tecnologici motori della missione, riuscendo infine ad incollare alla poltrona gli spettatori, che per quanto pienamente coscienti dell’esito della missione, non possono fare a meno di emozionarsi insieme a tutto lo staff della Nasa.
È seguendo questi tre piccoli uomini alla ricerca dell’impossibile che ci si rende conto delle azioni straordinarie che l’uomo può compiere se coeso e deciso nel suo intento.
Perché citando il grande scrittore Carl Sagan :
” Da questo distante punto di osservazione, la Terra può non sembrare di particolare interesse. Ma per noi, è diverso. Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa. È noi. Su di esso, tutti coloro che amate, tutti coloro che conoscete, tutti coloro di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, ha vissuto la propria vita. […] Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinché, nella gloria e nel trionfo, potessero diventare per un momento padroni di una frazione di un puntino. […] Non c’è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo. Per me, sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l’uno dell’altro, e di preservare e proteggere il pallido punto blu, l’unica casa che abbiamo mai conosciuto“
Un tripudio di tecnica
Grazie alle inedite riprese ufficiali della Nasa in 70mm, che Miller usa sapientemente mescolandole ad immagini di repertorio degli uffici di Houston e della base della missione, il film affascina quindi la mente e l’occhio. L’impatto visivo è fortissimo e, vista al cinema, la partenza del Saturn V è un esperienza letteralmente da brividi.
La saggia scelta di scandire il film con dei conti alla rovescia è tanto funzionale quanto riuscita in quanto l’effetto di tensione è davvero palpabile. Anche la colonna sonora, composta per l’occasione da Matt Morton, sfruttando solo strumenti disponibili all’epoca, riesce con la sua elettronica ad ampliare ulteriormente il senso di epicità delle situazioni.
Veri protagonisti sono i tre astronauti passati alla storia, che anche nelle situazioni più improbabili riusciranno a strappare un sorriso ai colleghi rimasti a terra. (È incredibile constatare come il loro cuore, pur nei momenti più concitati, raramente superi i 110 battiti al minuto). Col passare dei minuti ci si appassiona anche ai personaggi secondari, tecnici e scienziati che, dedicando anni della loro vita alla missione, scoppiano in lacrime e in risate nervose ad ogni piccolo passo di questo grande traguardo.
Un’opera efficace che andrebbe mostrata a tutti (soprattutto agli irrimediabili negazionisti del complotto) ma che affascinerà ed emozionerà soprattutto gli appassionati di spazio, romantici delle stelle e delle missioni (quasi) impossibili. Non perdetelo al cinema se potete, e guardatelo sullo schermo più grande che trovate.
Federico Renis
Trama
- Titolo originale: Apollo 11
- Regia: Todd Douglas Miller
- Cast: Emma Buzz Aldrin, Neil Armstrong, Michael Collins
- Genere: documentario, colore
- Durata: 93 minuti
- Produzione: USA, 2019
- Distribuzione: Nexo Digital
- Data di uscita: 9 settembre 2019
“Apollo 11” è un documentario di Todd Douglas Miller dedicato allo sbarco sulla luna del 1969. Grazie alla collaborazione con la NASA e la CNN, produttrice del film, la pellicola mostra immagini mai viste prima della famosa missione che portò per la prima volta l’uomo a toccare il suolo lunare.
Apollo 11: la produzione
Nel 2016 la CNN Films ha chiesto al regista Todd Douglas Miller di girare un film per il 50 ° anniversario dello sbarco dell’Apollo 11. All’epoca il regista stava completando “The Last Steps”, un documentario sulla missione Apollo 17. Il film di Miller era incentrato su un approccio cinematografico diretto, non contenente narrazioni o interviste fuori campo se non presenti in filmati originali e ufficiali.
Nel maggio 2017, la cooperazione tra il suo team di produzione, la NASA e la “National Archives and Records Administration” ha portato alla scoperta di filmati inediti da 70 mm dal lancio e dal recupero di Apollo 11. Le riprese di grande formato includono scene del Launch Complex 39, spettatori presenti per il lancio, il lancio del razzo Saturn V e il recupero degli astronauti Buzz Aldrin, Neil Armstrong e Michael Collins nel modulo di comando Apollo 11.
Il documentario include questo filmati insieme a spezzoni convenzionali provenienti da pellicole a 35 e 16 mm, fotografie fisse e filmati televisivi a circuito chiuso. Il team di Miller ha utilizzato le strutture di Final Frame, una società di post-produzione a New York City, per realizzare scansioni digitali ad alta risoluzione di tutti i filmati disponibili. Il materiale è stato trasportato usando furgoni specializzati a controllo climatico e il team di produzione ha catalogato oltre 11.000 ore di registrazioni audio e centinaia di ore di video.
Tra le registrazioni audio c’erano nastri a 30 tracce di registrazioni vocali di ognuna delle stazioni di controllo missione. Ben Feist, un ingegnere di software canadese, ha appositamente creato dei programmi per migliorare la fedeltà dell’audio. L’archivista e redattore cinematografico britannico Stephen Slater, che aveva sincronizzato le registrazioni audio con filmati Mission Control da 16 mm in progetti precedenti, ha avuto l’arduo compito di sincronizzare l’audio e il film.
Il team di produzione è stato addirittura in grado di identificare “Mother Country”, una canzone del musicista folk John Stewart dalle registrazioni vocali del modulo lunare. La canzone è stata successivamente inserita nel film.