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Arrivederci Saigon (2018)

Trama

  • Regia: Wilma Labate
  • Genere: Documentario, colore
  • Durata: 80 minuti
  • Produzione: Italia, 2018
  • Distribuzione: Cinecittà Luce
  • Data di uscita: mercoledì 31 ottobre 2018

Arrivederci Saigon posterWilma Labate con “Arrivederci Saigon” racconta, attraverso le testimonianze dirette di quattro delle protagoniste, una storia sottaciuta per 50 anni: si tratta della vicenda delle Stars, uno dei rari gruppi musicali femminili italiani dell’epoca.

Arrivederci Saigon: la storia di una band femminile “arruolata” per esibirsi di fronte alle truppe americane

Attraverso le testimonianze della cantante Rossella Canaccini e delle musiciste Viviana Tocchella, Daniela Santerini e Franca Deni e avvalendosi di materiali di repertorio, la regista Wilma Labate segue, in “Arrivederci Saigon”, la singolare storia di questa girl band.

Arrivederci Saigon (2018)

Siamo nel 1968, cinque ragazze – quattro delle quali minorenni – salgono con l’inganno su un aereo diretto in Estremo Oriente, per partecipare a una tournée a Hong Kong. Le cinque musiciste di origine toscana si ritrovano, invece, “arruolate” e costrette a esibirsi in abiti succinti di fronte alle truppe americane, per “gratificare” le necessità fisiologiche dei giovani soldati.

Le protagoniste trascorrono ben tre mesi fra le regioni di Saigon e Da Nang, delle quali ricordano principalmente la puzza e la paura negli occhi dei giovani soldati.

Quelle ragazze, ingenue quanto i militari arruolati, sono state usate come loro, e come loro hanno schivato bombe e hanno rischiato di contrarre tante pericolose malattie. “Non c’era solo la paura, ma anche la curiosità”, ricorda Rossella. “Oltre all’orrore e alla paura della guerra mi è rimasta impressa la gentilezza dei soldati con cui inventarsi un flirt impossibile e il brivido di duettare con un militare nero, cantando in un inglese improbabile imparato fra Livorno e Piombino”.

“Arrivederci Saigon” descrive anche un’epoca, in cui il sessismo la faceva da padrone, e una società contraddittoria che permetteva agli afro-americani di combattere insieme ai bianchi, ma non di sedere accanto a loro sui banchi di scuola.

 

Trailer

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