Il percorso verso la consapevolezza è un tema universale che tocca ognuno di noi in modi diversi. L’attrice Aurora Ruffino, nota per il suo lavoro in cinema e televisione, si è avventurata in questo viaggio personale e artistico al compimento dei 30 anni, ponendosi interrogativi sul senso della vita. Dopo una carriera luminosa, l’artista ha recentemente pubblicato il suo primo romanzo, “Volevo salvare i colori”, un’opera che riflette la sua esperienza di vita e la sua evoluzione come scrittrice.
L’esordio letterario di Aurora Ruffino
La carriera di Aurora Ruffino è iniziata con il film “La solitudine dei numeri primi”, e in pochi anni ha guadagnato notorietà grazie a successi come “Braccialetti rossi”. Tuttavia, sotto la superficie del suo lavoro cinematografico, c’era una passione latente per la scrittura. L’8 ottobre scorso ha visto la luce il suo romanzo d’esordio, che contiene elementi autobiografici con una forte dimensione emotiva. La trama segue Vanessa, una giovane donna che intraprende un viaggio per affrontare il dolore e il senso di colpa legati alla perdita della madre, un tema che risuona profondamente con la vita di Ruffino, che ha perso la madre all’età di cinque anni.
Ruffino ha rivelato che la scrittura era un’attività privata prima di diventare il fulcro della sua espressione artistica. “Ho fatto leggere il mio romanzo a un professionista e questo è stato il passo decisivo verso la pubblicazione con Rizzoli,” ha affermato l’attrice, segnalando un passaggio cruciale dalla scrittura personale a quella condivisa con un pubblico più vasto.
Il processo creativo di Aurora Ruffino
Parlando del suo processo di scrittura, Ruffino ha descritto come le parole emergano quasi in modo autonomo. “La scrittura mi esce, quasi la subisco,” ha confessato, rivelando una connessione intensa con il suo scritto. Questo approccio differisce notevolmente dal suo lavoro come attrice, dove interpreta testi scritti da altri. “Con la scrittura c’è libertà creativa,” ha spiegato, chiarendo che il suo obiettivo non è solo quello di ‘essere un esecutore’, ma piuttosto di esplorare e dare vita alle sue idee.
Il contrasto tra la recitazione e la scrittura è un aspetto centrale nel suo lavoro. Mentre con la recitazione si deve attenersi a copioni e personaggi, nella scrittura Ruffino si sente libera di esprimere le sue emozioni più profonde e di dare vita a narrazioni a cui tiene particolarmente. Questo approccio le ha permesso di superare le sue stesse restrizioni e di esplorare angoli inediti della propria psiche.
Futuri progetti e nuove strade
Con la pubblicazione del romanzo, molti si chiedono quale sarà il prossimo passo per Ruffino. La sua carriera continua a evolversi, con nuovi progetti in vista. A febbraio-marzo, è prevista l’uscita della seconda stagione di “Blackout”, un’altra dimostrazione del suo impegno nel mondo della televisione. Inoltre, ha poi girato per una serie internazionale estone, sebbene i dettagli su quando questa verrà trasmessa in Italia rimangano ancora incerti.
Tuttavia, il romanzo sembra essere al centro delle sue attenzioni attuali. “Ora, però, il focus è sul libro,” ha detto, sottolineando il desiderio di concentrarsi su questo nuovo capitolo della sua carriera. La possibilità di adattare la sua storia per il cinema è stata menzionata, ma ha chiarito di non essere interessata a recitare o a dirigere. Invece, il sogno è quello di scrivere una sceneggiatura ispirata al suo libro, dimostrando la sua passione e l’impegno verso la narrazione di storie significative.
Aurora Ruffino sta dunque intraprendendo un nuovo ed emozionante percorso, spostando il suo talento dall’interpretazione alla scrittura, e il suo viaggio continua a essere fonte d’ispirazione per molti.