Biografia
Barry Jenkins, nato il 19 novembre 1979, è un pluripremiato regista e sceneggiatore americano. Tra i successi più importanti figura il dramma romantico “Medicine for Melancholy” (2008), nominato a ben tre Indipendent Spirit Awards, e “Moonlight” (2016), per il quale il regista è candidato nella sezione Miglior Regista e vince l’Oscar per la Migliore Sceneggiatura non originale.
Barry Jenkins: la formazione e gli esordi
(Miami, 19 novembre 1979)
Barry Jenkins nasce e cresce a Miami, in Florida. Sopporta un’infanzia difficile: è il minore di quattro fratelli, tutti della stessa madre ma ognuno con un padre diverso.
Suo padre, non credendo di esserne il genitore, abbandona la madre proprio mentre stava portando avanti la gravidanza di Barry. Muore, poi, quando Jenkins ha appena 12 anni.
Il futuro regista cresce a Liberty City, in un appartamento sovraffollato, allevato da una donna molto anziana, che si era occupata anche della mamma di Barry quando era un’adolescente. Tuttavia, riesce ad avere un’ottima formazione: frequenta la Miami Northwestern Senior High School, dove, tra le altre cose, gioca e calcio e corre in pista.
Successivamente, inizia a studiare cinema al Florida State University College of Motion Picture Arts. È in quest’ambiente che incontra molti dei suoi frequenti collaboratori, come, ad esempio, il direttore della fotografia James Laxton e la produttrice Adele Romanski.
Dopo la laurea, si trasferisce a Los Angeles e inizia subito a lavorare come assistente di produzione su vari progetti.
Esordisce sullo schermo nel 2008 con due cortometraggi, intitolati “My Josephine” e “Little Brown Boy”.
Il primo successo: la produzione indipendente “Medicine for Melancholy”
Il vero successo arriva a Barry Jenkins con il debutto cinematografico, ovvero con la produzione indipendente “Medicine for Melancholy”.
Ambientata a San Francisco, questa è una commedia romantica che segue le vite di due giovani afroamericani, interpretati da Wyatt Cenac e Tracey Heggins, che non riescono a ricordare perché si sono svegliati insieme.
La pellicola è ben accolta dalla critica e ottiene la candidatura per l’Independent Spirit Award e il Gotham Awards. Inoltre, è definita uno dei migliori film del 2009 da A.O. Scott del New York Times.
Sul New York Times del 21 gennaio 2009, Jenkins dichiara di aver rappresentato la città di San Francisco così come questa “ama pensare sé stessa: un luogo progressista dove le persone sono piuttosto negative”.
Dopo il successo del suo film precedente, Jenkins co-fonda Strike Anywhere, una società di pubblicità.
Nel periodo fra “Medicine for Melancholy” e il secondo film di successo, “Moonlight”, Jenkins torna a realizzare cortometraggi su diversi temi: “One Shot” (2009), “A Young Couple” (2009), “Tall Enough” (2009), “Chlorophyl” (2011), “Remigration” (2011), cortometraggio fantascientifico sulla gentrificazione, e “King’s Gym” (2012).
Inoltre, diventa uno scrittore per “The Leftovers” della HBO.
Nel 2012, riceve una borsa di studio della United States Artists Fellowship.
Il secondo successo: il dramma a tema LGBT “The Moonlight”
Nel 2016, dopo una pausa di otto anni dalla produzione cinematografica, Jenkins co-sceneggia e dirige il dramma a tema LGBT “Moonlight”, basato sull’opera semi-autobiografica “In Moonlight Black Boys Look Blue”, scritta da Tarell Alvin McCraney. Nel cast, spicca la presenza di Trevante Rodas, Andre Holland, Janelle Monáe, Naomie Harris e Mahershala Ali.
Girato a Miami, il film segue l’infanzia, l’adolescenza e la maturità di Chirone, un giovane afroamericano omosessuale che vive in un travagliato sobborgo della capitale. Il film è presentato per la prima volta al Telluride Film Festival nel 2016 con il plauso della critica, ottenendo 223 premi e 270 nomination totali. Ottiene anche due nomination ai Golden Globe 2016 e due premi agli Oscar 2017 per le categorie di Miglior Regista e Miglior Sceneggiatura non originale.
Sul film, A.O. Scott del New York Times scrive: “Moonlight si sofferma sulla dignità, la bellezza e la terribile vulnerabilità dei corpi neri, sulla questione esistenziale e fisica delle vite nere”.
Barry Jenkins, un regista in evoluzione
Nel 2013, lo stesso anno di “Moonlight”, Barry Jenkins scrive anche un adattamento cinematografico del romanzo di James Baldwin del 1974 “If Beale Street Could Talk” (tradotto in italiano come “Se la strada potesse parlare“). Il film, ambientato ad Harlem negli anni Settanta del XX secolo, è incentrato sulla storia d’amore di Tish e Fonny: la donna cerca di dimostrare l’innocenza del suo partner.
La produzione inizia nell’ottobre 2017 con Annapurna Pictures, Pastel e Plan B. Il film esce nel dicembre 2018 con il plauso della critica. Ottiene numerosi riconoscimenti, tra cui le vittorie come Migliore Attrice non Protagonista per Regina King agli Academy Awards e ai Golden Globe. Jenkins riceve una nomination all’Oscar per la Migliore Sceneggiatura adattata.
Nel 2017, Jenkins dirige il quinto episodio del primo volume della serie originale di Netflix “Dear White People”.
La serie è una satira sull’età post-razziale degli Stati Uniti e racconta la vita di alcuni studenti neri di una prestigiosa università “bianca”.
Successivamente a Barry Jenkins viene proposta una serie completa basata sul romanzo di Colson Whitehead “The Underground Railroad”, una sceneggiatura basata sulla vita di Claressa Shields e un film biografico sul coreografo Alvin Ailey.
Il cast principale di “Underground Railroad” include Thuso Mbedu nei panni di Cora, Chase W. Dillon nei panni di Homer e Aaron Pierre nei panni di Caesar.
Nel 2020 Jenkins viene scelto per dirigere il prequel del remake de “Il re leone” della Disney, che riguarda principalmente il raggiungimento della maggiore età di Mufasa.
Filmografia
Barry Jenkins – Filmografia
Regista
• Medicine for Melancholy (2008)
• Moonlight (2016)
• Se la strada potesse parlare (2018)
• My Josephine – cortometraggio (2003)
• Little Brown Boy – cortometraggio (2003)
• A Young Couple – cortometraggio (2009)
• Tall Enough – cortometraggio (2009)
• Chlorophyl – cortometraggio (2011)
Sceneggiatore
• My Josephine, regia di Barry Jenkins – cortometraggio (2003)
• Little Brown Boy, regia di Barry Jenkins – cortometraggio (2003)
• A Young Couple , regia di Barry Jenkins – cortometraggio (2009)
• Medicine for Melancholy, regia di Barry Jenkins (2008)
• Tall Enough, regia di Barry Jenkins – cortometraggio (2009)
• Chlorophyl, regia di Barry Jenkins – cortometraggio (2011)
• Moonlight, regia di Barry Jenkins (2016)
• Se la strada potesse parlare, regia di Barry Jenkins (2018)
• Charm City Kings, regia di Angel Manuel Soto (2020)
Produttore
• Se la strada potesse parlare, regia di Barry Jenkins (2018) – produttore
• The Last Black Man in San Francisco, regia di Joe Talbot (2019) – produttore associato
• Mai raramente a volte sempre, regia di Eliza Hittman (2020) – produttore esecutivo