Recensione
Bayoneta – Recensione: un pugile e la sua personale elaborazione di un trauma
Kyzza Terrazas, regista messicano, scrive e dirige “Bayoneta”, pellicola decisamente asciutta che racconta le gesta di un pugile che ha appeso i guantoni al chiodo dopo la conclusione infausta di un incontro sul ring. Bayoneta è il nome d’arte di Miguel Galìndez, assegnatogli forse per la sua fisicità affusolata o forse per la sua capacità di assegnare colpi ben mirati.
Abbandonata la sua città natia, Tijuana, Miguel vola dal Messico sino in Finlandia e precisamente a Turku, dove si stabilisce in un minuscolo appartamento e dove esercita la professione di allenatore pugilistico. Lascia nel suo paese una moglie e una figlia, con le quali all’inizio della storia sembra non aver contatti. Molto poco viene descritto o raccontato su cosa passa per la sua testa, e a parte i rapporti di lavoro, sembra vivere con un forte senso di solitudine. Frequenta bar notturni, beve fin troppo alcol, si relaziona anche con una bartender finnica non priva di fascino, senza investire però troppo in questo rapporto.
La sua modesta vita sembra dargli un certo equilibrio, se non fosse che spesso vede un cervo che cammina in città, e sembra vederlo solo lui. Non è del tutto chiaro cosa questo rappresenti, significhi o simboleggi, ma non si può non citare il bellissimo “Corpo e Anima” di Ildikò Enyedi, nel quale onirici cervi erano funzionali a risolvere le personalità nevrotiche dei protagonisti.
Successivamente a un incontro perso da un pugile della sua scuderia, e quindi ad un mancato incasso di denaro, Bayoneta decide di tornare a combattere. Chiede di essere allenato ad un coach della palestra, interpretato da Brontis Jodorowsky, e riceve presto un ingaggio per un incontro in Svezia. Una forte delusione per una grave scorrettezza del suo manager gli farà riconsiderare la possibilità di tornare in Messico, da moglie e figlia, ma non prima di aver trovato, questa volta in un pertinente bosco innevato, il cervo delle sue apparizioni sgozzato da mano ignota.
Bayoneta: un film realistico con un protagonista poco empatico
Luis Gerardo Méndez interpreta Bayoneta, e la sua fisicità segaligna è perfettamente idonea al suo ruolo, tanto quanto i suoi lineamenti, dai grandi occhi spalancati che sembrano scrutare qualcosa al proprio interno senza capirlo appieno, al grande naso deviato che presuppone colpi ripetutamente incassati. Recita benissimo alternando dialoghi in messicano con i conterranei ritrovati a quelli in inglese con gli abitanti di Turku. Nel film si parla anche il finlandese, rigorosamente sottotitolato.
Non si tratta di una sceneggiatura con uno sviluppo classico, sembra quasi lo spezzone di una storia più ampia, mostrata qui in un solo frammento, eppure tutto è descritto con un incredibile realismo e se questo è meno ammiccante per lo spettatore certamente dà autenticità alla storia. Bayoneta non conquista con la sua simpatia, ne con l’originalità del suo carattere, ma una certa integrità emerge in almeno due focali episodi del plot. Subisce i traumi della sua esistenza senza elaborarli nei brevi tempi, ma preferendo una vita privativa, in cui la soluzione dei suoi blocchi psicologici si snoda in maniera inconsapevole e con le fortuite esperienze.
I cineasti latino americani ci continuano a stupire con la forza dei loro racconti e soprattutto con delle modalità di strutturare argomento e narrazione fuori dai cliché delle note produzioni internazionali. Terrazas entra di diritto in questa élite creativa e “Bayoneta” è un paradigmatico soggetto della contemporanea filmografia messicana.
Marco Marchetti
Trama
- Regia: Kyzza Terrazas
- Cast: Luis Gerardo Méndez, Brontis Jodorowsky, Joonas Saartamo, Laura Birn, Ilkka Koivula, Ville Virtanen
- Genere: drammatico, colore
- Durata: 95 minuti
- Produzione: Messico, Finlandia, 2018
- Distribuzione: n/d
- Data di uscita: n/d
“Bayoneta” è un film drammatico del regista Kyzza Terrazas con protagonista l’attore Luis Gerardo Méndez. La pellicola segue le vicende di Miguel un ex pugilie che, per redimersi dalla vita dissoluta che conduce, decide di tornare sul ring.
Bayoneta: il racconto drammatico di un ex pugile alle prese con il suo passato
Miguel “Bayoneta” Galíndez è un ex pugile di origine messicana che, dopo una vita passata sul ring, si ritrova misteriosamente a vivere da solo in un minuscolo appartamento a Turku, in Finlandia. Di giorno lavora come allenatore in una palestra di pugilato, mentre la sera la passa a sbronzarsi in totale solitudine nei bar. Il bisogno di redimersi da questa vita porta Miguel a riprendere i guantoni e tornare a combattere sul ring. L’uomo si ritrova, così, a fare i conti con il suo doloroso passato e con tutto ciò che l’ha allontanato dalla sua passione, la boxe, ma soprattutto, dalla sua famiglia.