Cristina Comencini ci guida nell’universo del razzismo del ventunesimo secolo attraverso banali cliché e scontatezza d’intenti
Regia: Cristina Comencini – Cast: Fabio Volo, Ambra Angiolini, Aïssa Maïga, Eriq Ebouaney, Anna Bonaiuto, Franco Branciaroli, Katia Ricciarelli, Maria Teresa Saponangelo – Genere: Drammatico, colore, 100 minuti – Produzione: Italia, 2007 – Distribuzione: 01 Distribuzione – Data di uscita: 11 gennaio 2008.
Lei, Cristina Comencini, che è donna, che parla alle donne, la brava sceneggiatrice degli spaccati familiari italiani degli ultimi anni, cade banalmente nel già visto. La storia, seppur sistematicamente divertente, non entusiasma, non emoziona.
È una commedia leggera sulle diversità, sulle etnie che vivono nel nostro paese e di come vengono viste, ma la pellicola in realtà non scava a fondo, non ci permette realmente di capire, di assaporare una diversa cultura, si sofferma piuttosto sulla possibilità di innamorarsi fra due persone di diverse nazionalità e colore. E tutte le conseguenze del caso nonostante anni di “melting pot” mondiale.
La pellicola segue le vicende di una giovane coppia Elena e Carlo (Fabio Volo e Ambra Angiolini) con prole, lei è una mediatrice culturale che si occupa di sensibilizzare le persone sui problemi dell’Africa e lavora in ambasciata mentre lui è un informatico.
Durante una conferenza stampa sui problemi, appunto, dell’Africa, Carlo conosce Nadine e fra i due scatta subito una galeotta scintilla che li condurrà ad una storia clandestina.
Mirata la scelta degli interpreti: Fabio Volo con la sua innata simpatia, ormai sulla cresta del successo sia come scrittore che conduttore e da qualche anno come attore; Ambra ritenuta ormai una buona attrice nel panorama italiano grazie anche a “Saturno Contro” di Ozpetek, e la bellissima attrice senegalese Aïssa Maïga già vista in “Bambole russe” (fortunato sequel de “L’appartamento spagnolo”).
Con loro la Comencini voleva creare sullo schermo un ménage à trois bianco e nero fatto di complicità, passione e incoscienza, ma non c’è riuscita; infatti al tutto manca un pizzico di originalità e suspance, anche se nel finale il film sa riprendersi.
Tra le note positive la versione di “La vie en rose” di Grace Jones cha fa da sottofondo al film.
Sonia Serafini