Recensione
Black Panther – Recensione: Grande concerto di artisti neri per la pellicola tratta da un personaggio del Marvel Cinematic Universe senza troppe originalità nella trama
C’erano tutti i presupposti della grande novità nella genesi e nella realizzazione di “Black Panther” tratto da un supereroe dei fumetti. Innanzitutto il colore della pelle: si tratta di un vigoroso uomo di pelle scura, pieno di muscoli e di superpoteri che in realtà sono soltanto un potenziamento di facoltà umane, atletiche e sensoriali; inoltre il background in cui si colloca l’azione: una parte ancora in realtà urbane, ma un’altra molto più consistente nel centro del continente africano, nel regno immaginario di Wakanda. In quest’area dell’Africa sub sahariana, milioni di anni prima, è caduto un enorme meteorite di Vibranio, metallo indistruttibile dalle molteplici proprietà che ha oltretutto generato nelle popolazioni che ne usufruiscono un accelerazione dello sviluppo tecnologico. C’è un re, naturalmente, l’aitante protagonista T’Challa, ossia Black Panther, e tutta una dinastia reale e corte a seguito.
Tutto il regno è celato da un ologramma boschivo dal resto del pianeta che lo considera un mero staterello sottosviluppato. La storia prende pieghe più che collaudate dalle commedie shakespeariane in poi. Lotte dinastiche, fazioni interne nemiche al sovrano, alle quali si aggiungono ingerenze esterne dei servizi segreti americani bramosi di nuove tecnologie per i loro arsenali, madri e matrigne, amici fidati, amici che tradiscono e perché no una storia d’amore. Non possiamo non considerare che queste vicende sono state generate negli anni ‘70 dalle felici idee di Stan Lee (sempre presente in un cameo) e dai visionari disegni di Jack Kirby; la loro potenza evocativa risiedeva nelle loro capacità di precorrere i tempi. É sicuramente solo un caso, che dopo la creazione del personaggio nacque il movimento di emancipazione razziale delle “Black Panther”, ma l’ideazione e il design degli oggetti tecnologici era qualcosa che veramente stupiva i lettori dell’epoca.
Il film, ambientato nei nostri giorni, avrebbe dovuto proporre qualcosa per stupire gli spettatori attuali invece tranne la tuta in vibranio, che si genera da una collana dallo stile afro tribale, tutto è stato già visto in pellicole fantastiche e qualcosa è stato anche prodotto e fa parte della nostra quotidianità. Gli sceneggiatori Joe Robert Cole e Ryan Coogler, quest’ultimo cura anche la regia, hanno tentato di inserire elementi sociologici nella trama e con un cast al novantanove per cento di colore hanno cercato di denunciare la scarsa propensione delle società evolute a continuare a promuovere una integrazione razziale e uno sviluppo dei paesi in difficoltà. Purtroppo nella vicenda il personaggio che vuol salvare il pianeta e ridurre le discriminazioni è il cattivo della storia e afferma che per quei propositi ha ucciso centinaia di uomini in Iraq e in Afghanistan(?).
Effetti speciali impeccabili, scene d’azione adrenaliniche e ambientazioni visionarie: uniche perle della pellicola
Il fantastico regno di Wakanda è rappresentato in “Black Panther” in maniera esemplare, città ipertecnologiche sono circondate da Verdi paesaggi africani in cui si vive una vita rurale, gli strumenti che i nostri eroi usano hanno uno stile innovativo se pure non lo sono le loro funzioni, la già citata tuta in Vibranio esalta le gesta di Black Panther così come quella similare del suo antagonista, ma forse l’unica sequenza che vale la visione del film è l’inseguimento delle auto e del nostro eroe per le strade urbane coreane: la velocità, le riprese aeree, le armi che vengono usate e le acrobazie seguite da T’Challa, che scardina una ruota di una macchina in corsa con l’ausilio delle sue unghie in vibranio, mozzano il respiro dello spettatore.
Quasi tutti gli attori sembrano essere stati scelti per meriti prevalentemente estetici, Chadwick Boseman nel ruolo di Pantera Nera e Michael B. Jordan, il suo antagonista, espongono corpi statuari. Rivediamo con piacere gli incantevoli occhi di Angela Bassett nel ruolo di Ramonda, la matrigna di T’Challa. Le uniche performance significative ci sembrano quella di Forest Whitaker nel ruolo di Zuri ma soprattutto quella di Andy Serkis nel ruolo di Klaw, un acerrimo nemico del regno di Wakanda.
Altro elemento di pregio sono le musiche che accompagnano le gesta dei protagonisti, dai sound afro pop nelle scene in Wakanda al rap duro di Vince Staples nelle scene d’azione in Corea, tutto è pertinente a realtà della cultura nera in maniera puntuale. I costumi inoltre sono elaborati sapientemente, un mélange futuribile con l’inserimento di elementi e grafica nordafricana.
Il tentativo di inserire una sorta di messaggio verso l’integrazione razziale e la responsabilità dei paesi sviluppati a promuovere la crescita di quelli in arretratezza in “Black Panther” è stato trattato in maniera superficiale, si rimane con la sensazione che un’imponente macchina produttiva sia stata parzialmente sprecata nel trascurare quegli elementi che dovrebbero essere costanti in questo tipo di pellicole, l’azione e i colpi di scena.
Marco Marchetti
Trama
- Regia: Ryan Coogler
- Cast: Chadwick Boseman, Lupita Nyong’o, Michael B. Jordan, Andy Serkis, Danai Gurira, Winston Duke, Forest Whitaker, Daniel Kaluuya, Florence Kasumba, Martin Freeman, Angela Bassett, Sterling K. Brown, Stan Lee, Letitia Wright, John Kani
- Genere: Azione, colore
- Durata: 135 minuti
- Produzione: USA, 2018
- Distribuzione: Walt Disney
- Data di uscita: 14 febbraio 2018
18° film dell’Universo Cinematografico Marvel, “Black Panther” è una pellicola d’azione diretta da Ryan Coogler (più che noto al grande pubblico per aver diretto capolavori del calibro di “Creed – Nato per combattere”). Dopo il suo esordio in “Captain America: Civil War”, T’Challa/Pantera Nera – interpretato magistralmente dall’attore Chadwick Bosemann – può vantare un film dedicato completamente al suo personaggio. In seguito al grave lutto che ha portato via precocemente l’amato padre, T’Challa deve tornare a casa per compiere i suoi doveri di primogenito dal sangue blu e farsi incoronare nuovo sovrano di Wakanda, un’isolata nazione africana tecnologicamente molto avanzata. Ad aspettarlo troverà gli affetti di un tempo, ma anche antichi nemici pronti a sfidarlo, che lo costringeranno a vestire nuovamente gli abiti di Pantera Nera e chiedere il supporto della CIA. Riuscirà il possente supereroe a salvaguardare il suo popolo e proteggere il mondo intero dal destino di distruzione che sta per coinvolgerlo?
Black Panther: alcune curiosità
La pellicola, scritta e diretta da Coogler assieme a Joe Robert, non è il primo film in cui è presente il supereroe Black Panther. Un primo tentativo di portare sul grande schermo la storia del personaggio si era avuto già negli anni ’90 con Wesley Snipes nel ruolo del protagonista. Per quanto riguarda il cast, prima di optare per Chadwick Bosemann, la Marvel aveva interpellato sia John Singleton che Chiwetel Ejiofor, successivamente coinvolti in altri progetti, mentre le scenografie sono firmate da Rachel Morrison e la produzione da Kevin Feige.
Il nome “Wakanda” non è completamente di fantasia, ma fa riferimento alla tribù dei Wakamba che vivono in Kenya, mentre le splendide scene di lotta del film sono ispirate alla coreografica disciplina della capoeira afro-brasiliana.