Il cast quasi tutto al femminile della regista Giuliana Gamba, composto da Claudia Gerini, Paola Minaccioni, Angela Finocchiaro e Caterina Guzzanti, insieme a Mohamed Zouaoui, ha presentato alla stampa il film “Burraco Fatale”, commedia dai toni surreali.
Burraco Fatale: amicizia di donne e tra donne
Condotto dalla giornalista Denise Negri, l’incontro stampa per “Burraco Fatale” ha evidenziato il tema dell’amore, quello travolgente e quasi adolescenziale che si prova una volta nella vita, così come quello dell’amicizia femminile. Quattro donne molto diverse tra loro, unite da un legame che dura da anni, che condividono segreti e passioni, sono infatti le protagoniste del film. Una commedia che, come ha sottolineato la regista Giuliana Gamba, sfata alcuni miti rappresentando l’universo femminile, reso alla perfezione da quattro straordinarie attrici.
Dopo aver posto l’accento sul film che esce nelle sale cinematografiche con coraggio e determinazione in un momento ancora particolare, la Fenix Entertainment ha comunicato chela pellicola uscirà il 1º ottobre 2020, sottolineando quanto il cinema debba esser visto e utilizzato come uno spazio sicuro, fondamentale per l’industria cinematografica italiana e per un Paese come l’Italia.
Denise Negri ha descritto il film come una commedia al femminile fatta di risate e anche di una dose di graffiante cinismo, trovando d’accordo la regista Giuliana Gamba che ha raccontato quanto teneva ad alcuni luoghi e situazioni preponderanti nel suo lavoro. Ad esempio era importante la classe sociale di estrazione alta, alla quale le protagoniste appartengono, incarnata in una piccola borghesia italiana di provincia che si scopre legata ancora ad alcuni preconcetti. Si trovano infatti tutte a contatto con una problematiche controverse, come l’immigrazione e la globalizzazione.
Le quattro donne, come ha dichiarato la regista, iniziano a conoscere una cultura lontana dalla loro, con alcuni tipi di rapporti familiari che hanno sentito solo nominare, come la poligamia, ma che non hanno mai visto da vicino.
Il burraco: non solo un gioco di carte
Il burraco, fenomeno che unisce tutti i personaggi del film, è legato simbolicamente ai temi principali della storia e al percorso della protagonista, che si confronta con la fortuna, con il caso, con sfide e compromessi, scelte che fanno parte delle vita di tutti i giorni, così come del gioco di carte che attraverso interamente i 90 minuti del film.
Le quattro attrici, infatti, non hanno solo interpretato delle maniache appassionate di burraco, ma hanno dovuto realmente imparare il gioco, giorno dopo giorno. Scoprendosi così, come Paola Minaccioni, non portata per il gioco o, come Angela Finocchiaro, una nuova fan del burraco. Il gioco di carte è diventato quindi un fenomeno dentro e fuori dal set, impegnando le quattro donne anche tra un ciak e l’altro, come ha raccontato Caterina Guzzanti.
Claudia Gerini, ha descritto il suo personaggio Irma, una donna romantica che finalmente si lascia andare, abituata spesso ad auto-compatirsi. Ama il gioco del burraco che vive come un divertimento, in maniera istintiva, senza strategie. Diversamente ad esempio dal personaggio interpretato da Caterina Guzzanti, caposquadra e grande appassionata del gioco di carte.
Il burraco è il collante tra le donne del film, rappresentato anche come evasione dalle proprie vite. Claudia Gerini ha infatti parlato anche del particolare rapporto d’amicizia tra donne che si sostengono e si vogliono bene, ma che, se pensano che ce ne sia bisogno, sono pronte a criticare e stimolare un cambiamento, una scelta e una presa di coscienza nei confronti di un’amica in difficoltà.
Mohammed Zouaoui, alla domanda sulla sua personale esperienza sul set, ha definito “Burraco Fatale” un film divertente che rappresenta la figura della donna in tutte le sue mille sfaccettature.
Giuliana Gamba ha affermato che l’identità del luogo, Anzio, era fondamentale: era importante che ci fosse il mare, che fosse una città di provincia. La regista voleva fortemente case demodè, inglobate in un piccolo borgo, con le abitazioni delle due amiche vicine, che condividevano la vita quotidiana in ogni momento.
Oltre a rappresentare l’amicizia femminile e i suoi valori, la pellicola è incentrata anche sul mito del principe azzurro, capace di rovinare la vita o renderla diversa, forse migliore. Claudia Gerini ha dichiarato personalmente che si tratta anche di un mito generazionale, che le giovani del 2020 condividono sempre meno. Ha sottolineato come l’idea del principe azzurro non sia l’idea di un qualcosa che risolva la vita, ma più che altro che possa stimolare ad essere una persona migliore e a cambiare. Sentendosi quindi più bella, più allegra, più dinamica: l’amore è capace di accendere le persone, ma non di risolvere la vita. Quando si è innamorati si è diversi, ma il mito del principe azzurro è un mito anacronistico da sfatare, come se fosse un grande classico.
Paola Minaccioni ha spiegato come l’idea del principe azzurro possa creare delle aspettative sull’amore eterno e sull’uomo perfetto, spesso troppo perfetto. Quindi più che sfatare il mito, bisognerebbe eliminare le aspettative femminili che si creano.
Giuliana Gamba ha espresso invece un pensiero più romantico, dove questo principe azzurro è un sogno, e tutti meritano di sognare, sperare e provare un sentimento come l’innamoramento. Anche Caterina Guzzanti è tornata sul concetto delle aspettative che spesso mortificano la gioia, “non bisognerebbe aspettarsi troppo dagli altri, ma molto da sé, sognare, ma essere coscienti che possa anche essere solo un sogno”, ha affermato l’attrice.
Cinema al femminile
Giuliana Gamba ha ricordato che negli anni ’70 di registe in Italia probabilmente ce ne erano solo quattro, o almeno quatto che si erano affacciate al mondo della regia di un film. Ha affermato come lei abbia sempre avuto uno sguardo provocatorio nel suo cinema, e come anche in “Burraco Fatale” affronti un tema scabroso, anche se in chiave leggera, trattandosi di una commedia. Ha sempre trovato una grande armonia sul set, c’è sempre stato rispetto e chiarezza di intenti.
Claudia Gerini ha messo in evidenza quanto il burraco sia effettivamente un fenomeno sociale, il titolo stesso del film “Burraco Fatale” è simbolico e desta anche una certa curiosità. L’attrice ha affermato che il burraco è un gioco affascinante sotto vari aspetti: dal mettere le carte dello stesso seme in fila, idea di mettere ordine, ricomporre la scala, controllare e realizzare un proprio quadro. Il fatto di prendere una nuova carta provoca una sensazione di rischio, di speranza che sia la carta giusta, quel jolly che viene tolto all’avversario, una serie di emozioni che hanno i giochi di carte. In linea con quello che racconta il film, la Gerini ha anche detto che è sempre un modo per distarsi e, in un certo, senso, estraniarsi dal mondo, un momento in cui si è concentrati su altro e durante il quale non si pensa a tutti i problemi della propria quotidianità.
L’incontro è stato chiuso dal co-sceneggiatore Francesco Ranieri Martinotti che ha espresso la sua felicità nello scrivere la storia con Giuliana Gamba, un film che spera possa trascinare le persone fuori dalle case, dichiarando poeticamente che “il virus della risata è più contagioso e forte del virus del Covid-19”.
Giorgia Terranova
23/09/2020