C’est la vie!: Eric Toledano alla Festa del Cinema di Roma 2017 per presentare il suo ultimo film
Il regista francese, accompagnato da Eye Aidara, una delle protagoniste della sua ultima fatica cinematografica, ha mostrato grande soddisfazione per il fatto di essere in Italia a presentare “C’est la vie!”, ed ha affermato che uno degli intenti suo e di Olivier Nakache, col quale ha scritto e diretto la pellicola, “era mostrare il senso della festa, cosa si fa per conservare un carattere festivo anche se nulla funziona. In Europa il mondo ci crolla attorno eppure cerchiamo dei trovare dei motivi per essere felici. Ci adattiamo, come i protagonisti del film.” Ha poi spiegato come, per quanto riguarda il casting, abbiano “riunito famiglie di attori in genere difficili da mostrare assieme, il film racconta un matrimonio, ma è anche un matrimonio” tra artisti di diversa estrazione.
“Abbiamo cercato di unire persone che non sono abituate a recitare insieme, è questo fornisce una fotografia della Francia odierna, una Francia multiculturale ma ripiegata su se stessa. Il buio in cui cade ad un certo punto il matrimonio, costringendo comunque tutti ad andare avanti, racconta le due soluzioni che si hanno in Francia: o andiamo tutti insieme o ci ripieghiamo.” Ha poi spiegato che l’amore suo e di Nakache per la commedia nasce dal fatto che permette di raccontare “le cose con una certa distanza, con personaggi che possono far ridere ma anche far riflettere”, ed aggiunge con gioia che iln patria sono stati superati i due milioni di ingressi, per cui sperano “che la Francia si riconosca nel film.”
C’est la vie!: Toledano parla del suo amore per la commedia italiana degli anni sessanta
Interpellato riguardo la poca sostanza della commedia italiana di oggi, ha affermato di non conoscerla, ma ha aggiunto che uno dei punti comuni tra lui e Nakache è la commedia italiana anni sessanta: “Per “Quasi amici siamo stati molto influenzati da “Profumo di donna”, abbiamo visto i film di Scola, Risi, Manfredi, raccontavano la realtà con amore, generosità, adoperando musiche meravigliose, mi viene in mente Trovaioli, ad esempio. Noi inseriamo humor per trattare di problemi reali, in questo caso trattiamo il punto di vista di un piccolo imprenditore; in genere si raccontano gli operai per fare film sociali, qui raccontiamo di una piccola azienda, con un principale capace di avere rapporti d’affetto con i suoi collaboratori.”
A parer suo “la commedia si è persa a volte in cose un po’ volgari, ma potrebbe tornare nuovamente a risplendere.” Ricorda poi una frase, che lui condivide, di uno dei giornalisti morto nella strage al Charlie Ebdo: “La risata è il passaggio più veloce tra due persone.”
C’est la vie!: l’importanza del ritmo e della musica
Eye Aidara, che prima non aveva mai lavorato ad una commedia, dice d’aver scoperto l’importanza che ha in questo tipo di pellicola il ritmo: “e siccome il testo era perfetto, ho fatto l’unica cosa da fare, lavorare sul ritmo di ogni frase.” Toledano aggiunge che il ritmo costituisce il novanta per cento del lavoro: “Spesso chiediamo agli attori cosa definisce il senso del ritmo, e poi cosa caratterizza un buon attore, ovviamente il ritmo”, a parer suo come la bellezza: “o ce l’hai o non c’è l’hai”.
Riguardo poi alla colonna sonora racconta che lui e Nakache creano una sorta di playlist delle musiche che li hanno ispirati durante la scrittura della sceneggiatura, e la danno a tutti;poi si preoccupano di far scrivere le musiche originali.
Per la coppia di registi è determinante “aumentare sempre gli effetti, il film è come un aereo può soltanto salire e poi trovare una velocità di crociera”, ed aggiunge che “la cosa più difficile è chiudere un film così, per questo abbiamo cercato un po’ di poesia”. Un’altra cosa importante è che “ogni personaggio ha la sua storia, inizialmente si parlano linguaggi differenti, alla fine tutti si comprendono.”
C’est la vie!: una parola sul grande successo di “Quasi amici”
Ha iniziato col dire che “c’è sempre una dose d’incoscienza, ma con le armi giuste si può andare in guerra. I due attori e le due persone che hanno ispirato il film erano le armi giuste. Il successo è andato al di là delle aspettative, Omar Sy diceva che il film era come le bambole russe, una continua sorpresa.” Non ha mancato di ricordare i tanti remake e le opere teatrali, che hanno seguito il film. “Se fossimo stati troppo prudenti non l’avremmo mai fatto.” Il regista conclude dicendo che per loro è una grande soddisfazione che nel film presentato oggi per ogni ruolo abbiano avuto l’interprete che desideravano, che magari normalmente non avrebbe accettato di fare una parte marginale.
Maria Grazia Bosu