Recensione
Caina – Recensione: un film indipendente di Stefano Amatucci sul tema dei migranti
In un futuro prossimo esiste la professione di cerca cadaveri, coloro che vendono corpi dei migranti annegati durante il lungo e periglioso viaggio della speranza su barconi fatiscenti. Caina è una di questi disperati che per sopravvivere è in continuo contatto con la morte.
Caina: un’opera disturbante che guarda al futuro con disperazione
“Caina” si ispira molto liberamente a un romanzo di Davide Morganti, che si è occupato della sceneggiatura insieme al regista. Lei è una donna sola e disperata che vive di odio per quelli che chiama quando è gentile “Negri”; eppure il suo lavoro consiste nel vendere i cadaveri a una cinica imprenditrice: la signora Ziviello (Isa Danieli).
Il regista traghetta lo spettatore verso una cupa realtà, dove il mare porta con sé solo morte. Italiani razzisti come Caina devono convivere con migranti come Helmi, un cerca cadaveri abusivo. Il loro incontro, basato su una necessaria collaborazione lavorativa, cambierà la vita a entrambi. Tutti i protagonisti si muovono in scenari fatiscenti e cupi. L’approccio scelto da Stefano Amatucci è molto teatrale. La storia, infatti, è raccontata dalla voce narrante di Caina in un napoletano piuttosto spinto. A interpretarla, una dolente Luisa Amatucci, attrice napoletana di teatro e da sempre nel cast della serie televisiva “Un posto al Sole”. Questa chiave di lettura non è, tuttavia, in armonia con il registro visivo iperrealista scelto dal regista, che volutamente non risparmia allo spettatore nessun orrore, con il solo e preciso intento di colpirlo come un pugno allo stomaco.
Caina: un film distopico che non riesce a decollare nonostante i buoni propositi
Non è un lavoro facile quello di Amatucci, nonostante le intenzioni del regista, proveniente dalla fiction, siano ottime. Il tema dei migranti è quanto mai attuale e ci sono ottimi spunti nella sceneggiatura, che ha una matrice letteraria e che purtroppo si scontra con una narrazione poco rigorosa e volutamente disturbante.
Si indulge eccessivamente sui corpi senza vita, che diventano merce per la vecchia signora che li acquista al fine di metterli nel cemento. I personaggi sono indovinati: da Caina, donna triste e sola nonostante l’apparente cattiveria, a Helmi. Il loro rapporto, importantissimo per la storia, è solo abbozzato e questo è un vero peccato. Tuttavia, il cast funziona, anche grazie alla forte sintonia che lega il regista alla sua principale protagonista, che già dirige da tempo nella sua fiction di maggior successo. Spicca tra tutti la grande attrice di teatro partenopeo Isa Danieli nel ruolo della terribile Signora Ziviello.
Ivana Faranda
Trama
- Regia: Stefano Amatucci
- Cast: Luisa Amatucci, Isa Danieli, Helmi Dridi, Nadia Kibout, Mario Porfito, Gabriele Saurio
- Genere: Drammatico, colore
- Durata: 89 minuti
- Produzione: Italia, 2016
- Distribuzione: mOOviOOle
- Data di uscita: in tour in tutta Italia dal 28 maggio 2018
Presentato durante il 20° POFF Tallin Black Night Film Festival, “Caina” rappresenta l’esordio del regista Stefano Amatucci. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Davide Morganti, edito nel 2009. Conosciuto soprattutto per i suoi prodotti televisivi, Amatucci come “Un posto al sole” e “La squadra” arriva sul grande schermo con il tema delicato dell’immigrazione.
Caina: solo 15 euro per un corpo
Caina è una donna che svolge un lavoro molto particolare e insolito: la trovacadaveri. Il suo compito, per l’appunto, consiste nel recuperare i corpi in acqua degli migranti che hanno perso la vita nel tragitto Africa-Italia.
Per Caina, i corpi sono solamente oggetto di guadagno, 15 euro lordi su ognuno. Una volta recuperato, il cadavere viene dissolto nel cemento in un centro di smaltimento statale. Caina nasconde un passato oscuro: era una killer su commissione, specializzata nell’ammazzare gli extracomunitari, con forte violenza e xenofobia.
Sulla spiaggia non è sola, a farle compagnia c’è anche un gruppo di immigrati non in regola; tra questi spicca Nahiri, giovane tunisino che vende sottobanco i cadaveri al centro di smaltimento grazie alla connivenza della sua dirigente: la signora Ziviello.
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