Caterina Barbieri è stata recentemente nominata direttrice artistica del settore Musica della Biennale di Venezia per il biennio 2025-2026. Questo prestigioso incarico segna l’inizio di un capitolo innovativo per la manifestazione, caratterizzato dalla promozione di esperienze sonore uniche e sofisticate. Con il suo approccio audace e il suo curriculum impressionante, Barbieri si prepara a ridefinire il panorama musicale della Biennale, portando alla luce il potere del suono e la sua interazione con l’essere umano.
L’importanza della nomina di Caterina Barbieri
La scelta di Caterina Barbieri, una delle figure più promettenti nel campo della musica elettroacustica, è stata decisa dal Consiglio di Amministrazione della Biennale, presieduto da Pietrangelo Buttafuoco. Secondo il presidente, questa nomina rappresenta non solo un riconoscimento per il talento di Barbieri, ma anche un tributo alla generazione di artisti che rappresenta il futuro della musica e dell’arte in generale. La formazione classica di Barbieri, combinata con la sua attitudine pionieristica al cambiamento e all’innovazione, la rende il candidato ideale per guidare un settore così variegato e complesso.
Buttafuoco ha sottolineato come la sua capacità di unire diversi stili e tecnologie permetta a Barbieri di fungere da catalizzatore per una nuova visione musicale. L’abilità di affrontare le sfide con un approccio fresco e moderno è ciò che contraddistingue il suo operato, promettendo un allargamento dei confini sonori e un coinvolgimento più profondo del pubblico. La Biennale di Venezia, conosciuta per la sua avant-garde e per le sue scelte artistiche audaci, si lascia quindi guidare da una giovane artista che sa come affascinare e stimolare.
Il percorso artistico di Caterina Barbieri
Nata a Bologna, Caterina Barbieri ha solo 34 anni ma già un curriculum di tutto rispetto. Ha preso il posto della compianta Lucia Ronchetti, che ha brillato alla guida del settore musicale della Biennale per quattro anni. Barbieri ha alle spalle una carriera già affermata, contraddistinta da numerose partecipazioni a festival di rilevanza internazionale, dove ha potuto esprimere il suo talento creativo. Specializzatasi nell’uso di sintetizzatori modulari e strumenti vintage come il Buchla, Barbieri ha saputo creare un ponte tra tradizione e innovazione, esplorando l’interazione tra suono, emozione e percezione.
La sua musica si caratterizza per l’intensità e la complessità, sfruttando diverse fonti sonore come voce, chitarra, archi e persino clavicembalo. Questo approccio multiforme ha reso i suoi lavori unici e immediatamente riconoscibili, permettendole di intraprendere un cammino di ricerca continua. Residente a Berlino, Barbieri ha accolto l’eredità di Ronchetti con determinazione e passione, portando avanti il dialogo già avviato attraverso esperienze musicali che illustrano i molteplici aspetti del suono.
Collaborazioni e progetti innovativi
Uno degli esempi più significativi della capacità creativa di Barbieri è avvenuto durante la sua partecipazione al progetto “Due Qui/To Hear” nel Padiglione Italia all’Arsenale. In collaborazione con Luca Cerizza e Massimo Bartolini, ha progettato una partitura musicale per l’installazione immersiva dell’ultima mostra dell’Arte Biennale, “Stranieri Ovunque”, curata da Adriano Pedrosa. Questa esperienza ha dimostrato la sua abilità di mescolare arte visiva e sonora, creando un legame sinestetico tra i due mondi.
Durante la sua direzione, si prevede che Barbieri continuerà a incoraggiare la sperimentazione sonora, abbattendo le barriere tra generi e tecniche. La sua musica, che rifugge gli schemi rigidi, si propone di esplorare gli effetti psicologici e fisici del suono, aprendo a nuove forme di espressione artistica e di partecipazione del pubblico. Attraverso la sua visione, la Biennale di Venezia si prepara a diventare un luogo di incontro tra le avanguardie sonore e le nuove forme d’arte contemporanea.
L’etichetta discografica Light Years
Nel 2022, Caterina Barbieri ha fondato la sua etichetta discografica, Light Years, con l’intento di dare voce ad artisti emergenti e per affermare la propria indipendenza artistica. Con questo passo, Barbieri intende rompere il monopolio delle strutture tradizionali, promuovendo un nuovo modello di distribuzione e produzione musicale. «Vedere una donna affermare il potere delle proprie idee creative non è un processo completamente sdoganato», ha dichiarato, sottolineando l’importanza di un dialogo paritario nel mondo della musica.
Questo progetto non solo amplifica la sua carriera, ma offre anche un’importante opportunità per altri artisti di esprimere il proprio talento in un mercato spesso dominato da interessi commerciali. Light Years si propone di esplorare nuove frontiere sonore, dando spazio a sperimentazioni che altrimenti potrebbero trovare difficoltà ad emergere nel panorama musicale tradizionale. Barbieri sembra pronta a sfidare le convenzioni e a reinventare la scena musicale, un passo alla volta, nella sua avventura alla Biennale di Venezia.