Charles Manson, pluriomicida che fece assassinare l’attrice Sharon Tate ed altre sei persone nel ’69, è deceduto, per cause naturali, domenica in un ospedale a Bakersfield. Aveva 83 anni.
Charles Manson, quasi un’icona pop
Gli omicidi da lui commessi avevano gettato un’ombra di orrore alla fine degli anni ’60, periodo, come sappiamo, governato da un comune spirito hippie.
Sebbene i delitti da lui commessi risalgano a 50 anni fa, continuano a far parlare. Basti pensare che Quentin Tarantino, insieme alla Sony Pictures, ha deciso di sviluppare un film che, come base, ha proprio gli eventi riguardanti Charles Manson. “American Horror Story”, d’altro canto, ha dedicato un intero episodio alla ‘famiglia Manson’ nell’ultima stagione.
Charles Manson iniziò ad attirare persone nella sua cerchia nel ’67, durante la ‘Summer of Love’; suonava la chitarra, e riuscì persino ad esibirsi con i The Beach Boys. Aveva una personalità carismatica, e ciò gli permise di ‘entrare nelle grazie’ di attori e produttori della sua epoca. Fu proprio la sua aura di fascino a far sì che i suoi seguaci uccidessero l’allora ventiseienne Sharon Tate, incinta e moglie di Roman Polanski, e le altre quattro persone presenti nel suo appartamento.
La notte successiva, Charles Manson e i suoi seguaci uccisero Leno LaBianca e sua moglie in casa loro. Furono rinvenute delle scritte fatte col sangue che recitavano “Death to Pigs” e “Healter Skelter”. Il mese successivo, fortunatamente, vennero tutti arrestati e condannati.
Nonostante i suoi crimini sanguinosi, la figura del serial killer più famoso d’America continua ad affascinare scrittori e non, tanto ché gli sono state dedicate canzoni, film, libri, e chi più ne ha più ne metta.
In buona sostanza, Charles Manson è diventato, a tutti gli effetti, un’icona pop. Ora che è venuto a mancare, lo sarà probabilmente ancora di più.
Nicole Ulisse
20/11/2017