Chiara Ferragni, nota influencer e imprenditrice, si trova nel mirino della giustizia a seguito delle indagini su presunti reati di truffa aggravata relativi a eventi promozionali controversi. A seguito della chiusura delle indagini il 4 ottobre scorso, l’attenzione si sposta sulla risposta legale che Ferragni sta preparando con il supporto dei suoi avvocati. Gli sviluppi della situazione rivelano una tensione crescente tra l’immagine pubblica di Ferragni e le accuse che le sono state mosse.
L’incontro dei legali di Chiara Ferragni e la Procura di Milano
Oggi, in una nuova fase del caso, i legali di Chiara Ferragni hanno incontrato presso la Procura di Milano l’aggiunto Eugenio Fusco, il quale dirige l’inchiesta insieme al pm Cristian Barilli. Durante questo incontro, sono stati discussi gli sviluppi dell’inchiesta che originariamente ha preso avvio dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza. Gli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana hanno comunicato che l’intenzione è di presentare una memoria scritta, cui si stanno dedicando con attenzione, ritenendo essenziale la richiesta di ulteriore tempo per l’elaborazione e la successiva consegna del documento ai pubblici ministeri.
Nella memoria, si intende contestare le accuse sostenendo che la vicenda non ha rilevanza penale. Ferragni e il suo team legale prevedono di argomentare che le questioni controverse sono già state affrontate e risolte positivamente di fronte all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Questo approccio riflette un tentativo strategico di attenuare le conseguenze legali e di mantenere l’immagine dell’influencer intacta.
I dettagli delle accuse e il contesto delle vendite
Il caso riguarda principalmente due prodotti emblematici delle festività: il Pandoro Pink Christmas e le uova di cioccolato Dolci Preziosi. Ferragni e i suoi coimputati sono accusati di aver generato un profitto ingiusto di oltre 2 milioni e 200 mila euro, promettendo un’iniziativa benefica a favore dei bambini malati, in particolare quelli ricoverati all’ospedale Regina Margherita di Torino e favorevoli all’associazione Bambini delle Fate.
Le vendite di questi prodotti, che richiamavano un forte appeal solidale, hanno ingenerato confusione tra i consumatori, i quali credevano che i proventi fossero interamente destinati a scopi benefici. L’accusa sostiene che non vi sia stata trasparenza nei rapporti tra le donazioni effettuate e i ricavi derivanti dalla vendita dei dolciumi. In particolare, emerge che l’ospedale ha già ricevuto 50 mila euro da Balocco, mentre l’associazione ha ricevuto 36 mila euro dall’azienda pugliese, creando una discrepanza rispetto alle informazioni fornite ai consumatori.
Gli altri indagati e l’evoluzione del procedimento
Accanto a Chiara Ferragni, sono coinvolti nel procedimento anche Fabio Damato, ex collaboratore dell’influencer, Alessandra Balocco, amministratore delegato dell’omonima azienda, e Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-Is spa. Questo allargamento del campo di indagine suggerisce come il caso possa avere ulteriori sviluppi, dato l’intreccio di responsabilità e possibili connivenze commerciali.
L’azione della Procura, se non si raggiunge un’archiviazione, potrebbe culminare in una citazione diretta a giudizio, quest’ultima rappresenterebbe il passo successivo nella prosecuzione del procedimento penale. I legali di Ferragni, da una parte, mirano a dimostrare l’insussistenza delle accuse, mentre dall’altra, il pubblico ministero e i collaboratori delle indagini dovranno fornire prove a sostegno delle contestazioni mosse. La tensione cresce sul futuro di Ferragni e sull’eventuale impatto che queste vicende legali potrebbero avere sulla sua carriera e sul marchio personale costruito negli anni.