Entra in vigore oggi, lunedì 26 ottobre, il nuovo DPCM che tra le varie restrizioni per contenere l’epidemia di Corononavirus, prevede anche la chiusura di cinema e teatri. Molti i pareri contrastanti e i dubbi: era davvero necessario chiudere del tutto questi luoghi?
Chiusi cinema, teatri e sale da concerti: ennesimo stop del mondo dello spettacolo
Il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, si dice addolorato per la scelta di chiudere cinema, teatri e sale da concerti. La definisce una scelta impopolare, ma doverosa, perchè in questo momento difficile bisogna mettere in ordine le priorità e attualmente la priorità è ridurre la mobilità delle persone.
Per quanto riguarda i lavoratori dello spettacolo, il ministro Franceschini ha ricordato che il governo ha già erogato più di un miliardo di interventi per coloro che non hanno nessun tipo di sostegno. Inoltre, nei prossimi giorni, il governo si muoverà per intervenire nuovamente in difesa della categoria.
I cinema tra i luoghi più sicuri durante la pandemia
La decisione del Premier Conte di chiudere cinema e teatri ha generato grande dissenso tra le persone perchè i numeri parlano chiaro: a livello nazionale, 5 milioni di spettatori si sono recati da giugno ai primi di ottobre al cinema. Grazie al rispetto dei protocolli di sicurezza igienico sanitari (tracciamento dei posti, sanificazione, controllo della temperatura, uso della mascherina obbligatorio anche in sala) non ci sono stati contagi. Inoltre le associazioni culturali del Paese, alcune fra tante, l’Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive Multimediali) e l’Agis (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo), ritengono che sia una scelta che distrugge ulteriormente un settore già messo in ginocchio durante questi mesi, un duro colpo da cui sarà difficile rialzarsi, anche se dovessero esserci degli aiuti.
La rivolta del mondo dello spettacolo contro la chiusura dei cinema
Il mondo dello spettacolo non ci sta e decide di scrivere una lettera rivolta a Conte e a Franceschini. La lettera è intitolata “Vissi d’arte” ed è un appello da parte degli assessori alla Cultura delle principali città italiane, dai lavoratori dello spettacolo e della cultura (registi, attori, scrittori, musicisti e tanti altri), dalle associazioni che proteggono questo settore.
I firmatari chiedono a gran voce di rivedere le disposizioni e di organizzare al più presto una riapertura programmata. Nella lettera vengono affrontati i vari punti per cui i cinema e i teatri dovrebbero riaprire. Primo fra tutti, il settore del cinema ha fatto molta fatica a ripartire e i lavoratori si sono impegnati a riaprire rispettando le norme per la tutela della salute, facendo indossare le mascherine, regolando le entrate e le uscite dalle sale e sanificando i luoghi. Non è stato affatto semplice riconquistare il pubblico e convincerlo a tornare in sala, con la chiusura attuale tutti questi sforzi sono stati vanificati.
In secondo luogo, sono stati fatti diversi investimenti, nonostante il clima di incertezza, per riallestire spettacoli teatrali annullati, riprogrammare uscite cinematografiche e tournée.
Infine, la chiusura dei cinema e dei teatri rappresenta anche un grave danno a livello sociale per tutti i cittadini. Andare al cinema significa poter staccare dalla vita reale e sognare per un po’, è un’esperienza che arricchisce l’animo e porta a riflettere.
Le parole dell’AFIC
L’associazione AFIC (Associazione Festival Italiani di Cinema), che promuove le iniziative volte a migliorare la qualità e l’efficacia comunicativa dei festival cinematografici italiani, esprime la sua vicinanza all’esercizio cinematografico e una grande preoccupazione per l’ennesimo colpo inflitto a questo settore. Queste continue aperture e chiusure non fanno che interrompere il lavoro riprogrammato per mesi dalle case di distribuzione per permettere l’uscita dei film nelle sale.
Questo l’appello dell’associazione:
“Chiediamo dunque che il Governo e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo siano ancora più vicini a tutte queste realtà garantendo i mezzi economici di sostegno in questo momento emergenziale ma chiediamo anche un confronto per il futuro per immaginare insieme una ripartenza di tutto il settore con regole certe e verificate che diano nuovamente lavoro e stabilità a tutti.”
Il nostro parere sulla chiusura dei cinema
Noi di Ecodelcinema non possiamo che concordare con il pensiero degli altri settori del mondo dello spettacolo. Piuttosto che mettere in atto una chiusura drastica si dovrebbe pensare a organizzare un’apertura nel rispetto delle norme sanitarie, per permettere a molte persone di continuare ad andare avanti. Si sa già che in Italia chi lavora nella cultura è poco considerato e queste misure non fanno altro che confermare ciò, portando alla rovina un settore già incerto. Ci auguriamo che si prendano provvedimenti seri per risolvere questa situazione per nulla facile e che si accorgano che il cinema e le persone che ci lavorano sono importanti e hanno bisogno di continuare a vivere.
Francesca Trovarelli
26/10/2020