Biografia
In un cinema sempre più declinato al femminile Chloé Zhao è una delle sue più preziose ambasciatrici. Chloé Zhao nasce in Cina, si forma in America e raggiunge il successo in Europa nel 2020 quando il suo film “Nomadland” ottiene il Leone d’Oro al Festival di Venezia. Nel 2021 firma con la Marvel la regia di un film sugli Eterni. Zhao Ting, questo il suo vero nome, è la prima produttrice, sceneggiatrice, regista e montatrice sinoamericana. La sua vita e il suo cinema sono esempi perfetti di quel multiculturalismo e di quella inclusivitá di cui questo momento storico, e l’Academy, hanno bisogno. Non sorprende, quindi, che nella sua filmografia coesistano perfettamente i nomadi dell’Ovest americano, i nativi e i cowboy, i manga giapponesi, il cinema di Wong Kar-wai e i supereroi.
Chloé Zhao: la donna orientale che reinventa il Western
(Zhào Tíng; Pechino, 31 marzo 1982)
Chloé Zhao nasce il 31 marzo del 1982 a Pechino dove trascorre la sua giovinezza insieme al padre, dirigente d’acciaieria, e alla matrigna, l’attrice Song Dan Dan.
Adolescente ribelle, Chloé trova nella cultura pop occidentale la sua passione e la sua valvola di sfogo. La forte attrazione per quel mondo così diverso e distante dal suo la spinge a partire alla volta di Londra, dove frequenta un college, prima di trasferirsi a Los Angels per finire il Liceo.
Consegue una laurea in scienze politiche presso il Mount Holyoke College, ma il mondo della politica la delude e spegne il suo entusiasmo. A spronarla nuovamente è il lavoro da barista, durante il quale si rende conto che le piace incontrare le persone e conoscere le loro storie. Inizia così a maturare l’idea che solo il cinema possa combinare l’interesse per la politica con quello per le vite dei singoli individui. La futura artista decide dunque di iscriversi alla Tisch School of Arts della New York University per studiare produzione cinematografica.
Il suo esordio, avviene nel 2010 con “Daugthers“, ed è a dir poco esplosivo. Il cortometraggio vince il Best Student Live Action Short al Palm Spring International Short Fest e il Premio Speciale della Giuria al Cinequest Film Festival. Una volta mostrato al mondo il suo genio nulla potrà più ostacolare la bravura e volontà della regista di raccontare, attraverso i fotogrammi, la propria verità.
Dalla Cina al Sud Dakota
Nel 2015 scrive, co-produce, gira e monta il suo primo lungometraggio: “Songs My Brothers Taught Me”. Il film porta sul grande schermo la storia di due fratelli Sioux la cui vita nella riserva di Pine Ridge (Sud Dakota) cambia bruscamente dopo la morte del padre. Chloé Zhao si infiltra e si mimetizza nella riserva indiana e ne svela le dinamiche con estrema sensibilità, offrendo una visione rara e moderna di una realtà isolata e poco conosciuta, attraverso gli occhi magnetici dei suoi attori non professionisti. Il risultato è un racconto universale che fa riflettere sul significato di casa e che ha permesso a Zhao di affermarsi definitivamente nel panorama cinematografico mondiale e in soli cinque avrá un’ascesa rapidissima.
The Rider: il rodeo dream in un film
I Western rappresentano per gli americani ciò che Omero rappresenta per i greci o Shakespeare per gli inglesi, ovvero una mitologia nazionale che ha plasmato il modo di pensare la giustizia, la violenza, la libertà e l’indipendenza. Il rischio insito in questo genere è che il mito diventi una vera e propria archeologia del passato. Ma Zhao supera brillantemente anche questa prova. Il suo secondo lungometraggio “The Rider” è il ritratto originale e sorprendentemente commovente di un cowboy nativo americano. Ancora una volta Chloé sceglie come protagonista un non attore, un vero cowboy da rodeo che interpreta una versione, abbastanza veritiera, di se stesso. Apprezzato sia al Sundance che a Cannes, raccoglie i favori tanto dell’America quanto dell’Europa.
Alla conquista del West… e non solo
Chiude l’eccezionale trilogia sui diseredati e i dimenticati del moderno west americano il film, vincitore del Leone d’Oro di Venezia 2020, “Nomadland”. La regista regala nuovamente uno sguardo fresco e contemplativo sugli emarginati americani contemporanei i cui punti d’appoggio nella società diventano sempre più precari.
Dopo “The Rider” Chloé Zhao vede aprirsi di fronte a sè molte porte e può finalmente lavorare con un vero attore, la scelta ricade sul Premio Oscar Frances McDormand, protagonista assoluta di tutto il film. A una prima lettura appare la storia di una donna che, dopo aver perso il marito, decide di vagabondare per le strade degli Stati Uniti con la sua casa-van, ma andando più in profondità risulta evidente di come Zhao si riappropri degli spazi e dei luoghi cinematografici per eccellenza, solitamente associati agli uomini. “Nomadland” si rivela, dunque, il racconto di una donna che conquista il West, e metaforicamente anche il cinema.
Probabilmente in questa campagna di “occupazione” rientra anche il successivo progetto della regista, il primo al di fuori del cinema indipendente. Per il 2021 è impegnata infatti a girare un film di supereroi sugli Eterni, prodotto dai Marvel Studios.
Nell’attuale panorama cinematografico non c’è nulla di paragonabile alla trilogia di Chloé Zhao sul moderno West americano, quindi, per quanto possa sembrare individualista la scelta di unirsi ad una realtà produttiva totalmente mainstream e commercialmente dominante, l’originalità è la determinazione con cui affronta le tematiche che più le stanno a cuore, fanno ben sperare che non abbandonerà le sue radici stilistiche e ideologiche.
Bruna Moliterni
Filmografia
Chloé Zhao Filmografia – Cinema
Regista
- Post – cortometraggio (2008)
- The Atlas Mountains – cortometraggio (2009)
- Daughters – cortometraggio (2010)
- Benachin – cortometraggio (2011)
- Songs My Brothers Taught Me (2015)
- The Rider – Il sogno di un cowboy (2017)
- Nomadland (2020)
Sceneggiatrice
- Post – cortometraggio (2008)
- The Atlas Mountains – cortometraggio (2009)
- Daughters – cortometraggio (2010)
- Songs My Brothers Taught Me (2015)
- The Rider – Il sogno di un cowboy (2017)
- Nomadland (2020)