Recensione
Climax – Recensione: un incubo a occhi aperti per malati di cinema
Una compagnia di ballerini in un luogo perso nel nulla, un party funestato da qualcuno che ha “corretto” senza dire nulla la sangria con Lsd. Che il massacro abbia inizio, grazie al talento malato del regista Gaspar Noè, che ha già lasciato il segno negli spettatori di Cannes con la scioccante scena dello stupro ai danni della Bellucci in “Irreversibile” del 2002.
Ci sono registi che o si amano o si odiano ed è proprio il caso di Noé, di origine argentina naturalizzato francese. Le sue opere sono uniche al mondo nel bene e nel male. Tanti i particolari che lo contraddistinguono, a cominciare da un uso potente della violenza e del sesso molto esplicito. É così per “Climax” , presentato a Cannes nel 2018. Ci sono tutti i topics di Noé sin dai titoli, realizzati dallo stesso regista. Dopo un inizio verboso con tutti i ballerini che si presentano in video alla coreografa e capo compagnia Selva (Sofia Boutella), arriva la danza spettacolare.
Le riprese fatte dall’alto sono su sfondo rosso sangue, un indizio di quello che sarà. I danzatori sono un corpo unico, che si muove all’unisono. Il climax è lì, pronto a partire dopo qualche bicchiere di sangria, che sortisce i suoi effetti. Sotto una musica martellante suonata dal dj Daddy (Kiddy Smile), si entra nel vivo della narrazione tra luci psichedeliche che illuminano corridoi claustrofobici.
Tra i personaggi c’è anche il piccolo Tito (Vince Galliot Cumant), figlio di Emanuelle (Claude Gajan Maull), che ha dovuto abbandonare la danza a causa della maternità. Ovviamente, il suo destino è il punto più alto di sadismo della storia.
Climax: un’opera molto ben diretta che può spiazzare o incantare
É facile raccontare il plot di “Climax”, molto meno facile è fare immaginare a chi non ha visto le atmosfere create. Per l’autore, forma e sostanza sono una miscela esplosiva che racchiude tutto il male del mondo. La droga, messa non per errore, è solo la miccia che fa partire un sabba infernale di morte e violenza volutamente disturbante.
“Climax” non è un film per tutti. Si esce frastornati dalla proiezione con una gran voglia di aria fresca dopo un trip cattivo, segnato da una dimensione claustrofobica dove non esistono vie d’uscite. Detto questo, bisogna ammettere che il nostro Gaspar il suo mestiere lo conosce bene. Tutto è perfetto, dal crescendo folle delle inquadrature, che nel finale sono sempre più basse come gli animi dei danzatori sopravvissuti, fino alla fotografia allucinata e dai colori psichedelici, la stessa di “Enter the Void”, che porta la firma inconfondibile di Benoit Debie. Inoltre, tutti gli attori/danzatori riescono a recitare in stato di trance allucinatorio, come se fossero veramente in trip.
“Climax”è in bilico tra il genere horror e il dramma ed è una seduta psicoanalitica per tutti coloro che non hanno timore di entrare nel “cuore di tenebra” che alberga in ogni essere umano.
Ivana Faranda
Trama
- Regia: Gaspar Noé
- Cast: Sofia Boutella, Romain Guillermic, Souheila Yacoub, Kiddy Smile, Claude Gajan Maude, Giselle Palmer, Taylor Kastle
- Genere: Drammatico, colore
- Durata: 90 minuti
- Produzione: Francia, 2018
- Distribuzione: Europictures, Mial Vision
- Data di uscita: 13 giugno 2019
A distanza di tre anni dal suo ultimo film “Love” del 2015, Gaspar Noé torna dietro la macchina da presa con”Climax”, presentato nella Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes nel 2018, dove ha vinto il C.I.C.A.E. Award.
Climax: la nuova performance di Gaspar Noé
Nella metà degli anni Novanta un gruppo di venti ballerini urbani francesi si riunisce in una notte invernale in un remoto edificio nel mezzo di una foresta per passare tre giorni a provare coreografie e discutere di danza e altri argomenti come le relazioni, le paure, le esperienze giovanili, il sesso e le droghe. In breve tempo però questa nottata di prove si trasforma in un party in cui tutti bevono e si scambiano pettegolezzi. Mentre la festa avanza, i ballerini diventano sempre più agitati e confusi, e alla fine giungono alla conclusione che la sangria è stata addizionata con LSD, trasformando l’atmosfera di festa in un vero inferno.
I ragazzi iniziano a cercarne il responsabile e, sempre più in preda agli effetti della droga, pervasi da una strana ipnosi che crescerà di ora in ora, finiscono con l’accusarsi a vicenda e perdersi totalmente in questa follia: mente alcuni si sentiranno in paradiso, altri si ritroveranno immersi in un inferno. Ma polizia arriverà solo la mattina dopo.
Gaspar Noé, regista nel 2019 di “Lux Æterna”, ha firmato la regia di film come e “Irréversible” e “Enter the Void” con cui è stato nominato per la Palma D’Oro al Festival di Cannes rispettivamente nel 2002 e nel 2009, oltre ad aver vinto diversi premi con la sua pellicola d’esordio “Seul contre tous” del 1998, sequel dal suo stesso famoso mediometraggio dal titolo “Carne” del 1991.