Comandante, il nuovo film di Edoardo De Angelis che ha aperto il concorso dell’ottantesima Mostra del Cinema di Venezia, è una (dis)avventura epica dove la brutalità macroscopica della guerra si condensa nella dimensione intima di un sottomarino e delle microscopiche ma giganti umanità che temporaneamente lo abitano. Tramite quest’opera straziante e ambiziosa, particolarmente apprezzata dagli spettatori di Venezia, l’autore napoletano compie un passo decisivo verso la consacrazione artistica all’interno del cinema d’autore italiano e, allo stesso tempo, si apre maggiormente alla sensibilità variegata del grande pubblico.
Indice
Comandante: tutte le informazioni
Trama
Nella seconda guerra mondiale, il temerario capitano di corvetta della Regia Marina Salvatore Todaro è al comando del sommergibile Cappellini quando, il 16 ottobre 1940, quest’ultimo affonda a largo dell’Atlantico un piroscafo mercantile belga, il Kabalo, che aveva aperto il fuoco su di loro. Dopo aver avvistato alcuni superstiti, il comandante prende la storica decisione di soccorrerli, permettendo loro addirittura di salire a bordo.
Crediti
- Data di uscita: 1 novembre 2023
- Regia: Edoardo De Angelis
- Sceneggiatura: Edoardo De Angelis, Giovanni Veronesi
- Durata: 155 minuti
- Genere: Drammatico, Storico, Guerra
- Montaggio: Lorenzo Peluso
- Fotografia: Ferran Paredes Rubio
- Musiche: Robert Del Naja
- Produzione: Indigo Film, O’ Groove, Rai Cinema, Tramp Ltd, V-Groove, Wise Pictures
- Distribuzione: 01 Distribution
- Attori: Pierfrancesco Favino, Massimiliano Rossi, Arturo Muselli, Giuseppe Brunetti, Gianluca Di Gennaro, Johan Heldenbergh, Cecilia Bertozzi, Paolo Bonacelli
Recensione
Perché siamo italiani.
Comandante è un film che parte da un incipit abbastanza classico cui siamo ormai abituati: una storia vera ambientata durante la guerra. De Angelis, tuttavia, come già ha fatto nei precedenti lavori, stravolge le carte in tavola, gioca con gli stereotipi allo scopo di ribaltarli e, perché no, anche di confermarli ironicamente, mette in scena la poetica onirica e visionaria che lo contraddistingue imponendo con dolcezza il proprio immaginario stilistico e narrativo.
Dentro le acque profonde e agitate di una storia drammatica e struggente è inconfondibile il richiamo delle sirene di Napoli, città d’origine del regista, da sempre nucleo emotivo ed artistico bruciante dell’intero Paese: nei personaggi secondari di Gigino Magnifico il cuoco e del suo eroico amico Vincenzo Stumpo, oltre che naturalmente dell’emozionante, ambivalente sensibilità del Todaro di un Favino mai uguale a se stesso, è infatti racchiusa la vera anima del film.
Il monologo pronunciato fuori campo da Vincenzo, che è a tutti gli effetti una poesia in rima intrisa delle suggestioni mistiche dei migliori canti popolari napoletani, è destabilizzante e sensorialmente spettacolare, allo stesso modo di quello declamato da Gigino quando, in assenza di buon cibo da cucinare, di fronte ai marinai preda degli stenti e dei venti, sotto comando di Todaro, recita i nomi di tutte le pietanze più buone e ricercate con la cadenza musicale di una preghiera. Non meno commovente è la sequenza nella quale suona e canta, toccando per l’ennesima volta, attraverso il richiamo spontaneo e liberatorio dell’arte, le corde più nobili e calde del sentire umano.
Un altro elemento fondante del film e in generale del linguaggio cinematografico di De Angelis è certamente l’eco vibrante, sottesa e dissacrante della commedia all’italiana. I picchi emozionali della sceneggiatura sono costantemente puntellati da un’ironia malinconica che arricchisce il peso drammaturgico degli eventi, il piacevole contrasto che si viene a creare tra la risata e il pianto, tra le tragiche sorti dei personaggi e i loro meravigliosi slanci vitali contribuiscono a rendere l’opera completa e spiazzante nelle sue (in)visibili sfumature.
Conclusioni
Con questo nuovo film, Edoardo De Angelis aggiunge un tassello importante alla propria filmografia, confermandosi una delle voci più autorevoli del cinema italiano e allo stesso tempo elevandosi verso una dimensione di pubblico ancora più ampia. Nell’atto di questa transizione, il regista e sceneggiatore napoletano fornisce una buona prova maturità, firmando un lavoro dal respiro internazionale che però conserva tutte le caratteristiche pregnanti della sua poetica autoriale.