Luci e ombre dell’Argentina di fine anni ‘70
Regia: Stefano Incerti – Cast: Alessio Boni, Giuseppe Battiston, Florencia Raggi, Jorge Marrale, Juan Leyrado, Rita Terrenova, Victor Hugo Carrizo, Daniele Tedeschi – Genere: Drammatico, Colore, 103 minuti – Produzione: Italia, 2008 – Data di uscita: 17 Aprile 2009.
1978: in Italia Aldo Moro è appena stato assassinato dalle Brigate Rosse e, mentre la paura del terrorismo dilaga un po’ dappertutto, gli occhi del mondo sono puntati verso l’Argentina, dove si gioca l’undicesimo campionato mondiale di calcio.
Per seguire questo grandioso evento e scrivere delle prodezze della squadra italiana, Maurizio Gallo (Alessio Boni) atterra a Buenos Aires seguito dal suo fidato collega Ugo (Giuseppe Battiston). Dopo una visita alla famiglia dello zio omonimo (Jorge Marrale), dove fa amicizia con suo cugino Carlos, giovane idealista pieno di speranze, e con Pablo, marito della cugina che lavora al Ministero degli Interni, Maurizio organizza l’incontro con Ana (Florencia Raggi), a cui restituisce del denaro inviato dal di lei ex marito.
L’incontro tra i due comporta un immediato colpo di fulmine: in una notte piena di passione i due si amano, si sfiorano. Ma Ana non è quel che sembra: è infatti uno dei membri di una squadra di ribelli che si oppone alla dittatura; Maurizio allora, senza esserne consapevole, diventa un complice dei militari che, attraverso lui, cercano di mettersi sulle tracce di questi ribelli che osano sfidare il potere militare.
Senza volerlo, Maurizio interpreta una figura di transito tra l’Argentina popolare, con la febbre alta per il Mundial e l’Argentina nascosta, quella di cui non parla nessuno, fatta di violazioni dei diritti umani, di sevizie e torture, quella contro cui si batte Ana. Ma l’amore che lega Maurizio a questa splendida condottiera sembra capace di superare tutto, compresa la paura, la tortura e la prigionia.
E in questo “Complici del silenzio” di Stefano Incerti non si risparmia. Se all’inizio tutto sembra essere avvolto dall’aura magica che da sempre accompagna i grandi e importanti eventi sportivi, man mano che la storia procede e la verità torna lentamente a galla, l’atmosfera diventa più rarefatta, quasi claustrofobica. Gli interni diventano prigioni cupe e tetre, dove i personaggi vivono i loro drammi e la loro presa di coscienza. Abitazioni, uffici, addirittura la casa di Dio diventano il palcoscenico di tragedie individuali che si mescolano con il corso della Storia.
Ma è quando la macchina da presa entra nella vera prigione, in quella caserma che sembra l’ingresso all’Inferno, che si avverte completamente l’oscurità che ha avvolto quel periodo della storia politica dell’Argentina. Tra quelle mura piene di muffa e umidità, di cui quasi si sente l’odore in sala, avvengono atrocità e sevizie di tutti i generi e la macchina da presa è impietosa: riprende con freddo distacco corpi pieni di ferite, individui legati come prosciutti e lasciati a morire.
Non si ferma neanche davanti alle atrocità di una guerra civile, come l’atto ingiurioso di usare una bambina per costringere il padre, già torturato, a dire tutto quello che sa, a tradire gli amici, a dover scegliere tra la vita di sua figlia e gli ideali in cui ha creduto. “Complici del Silenzio” è un film sulla brutalità di ciò che accadde, è un omaggio a coloro che cercarono di fare qualcosa; è una pellicola che racconta lo slancio di un popolo e dei suoi giovani che continuavano a credere ad un futuro migliore, come Carlos, studente di letteratura che fotografa e registra gli atti crudeli di un governo che doveva proteggere il popolo contro cui invece si scaglia con tanta crudeltà. Contro coloro che facevano finta di non vedere o di non volersi rendere conto di ciò che accadeva.
Il film di Stefano Incerti è un omaggio a coloro che non si arresero, a coloro che non poterono mai piangere su una tomba o superare il lutto, per tutti quelli i cui nomi sono incisi su un muro. Un film per i desaparecidos.
Erika Pomella