Francesco Miccichè, accompagnato dal cast al completo, ha presentato alla stampa, al cinema Adriano di Roma, la sua ultima fatica dietro ala macchina da presa, “Compromessi Sposi”, una commedia spassosa su un matrimonio del quale le famiglie degli sposi farebbero volentieri a meno. Distribuito da Vision, ambientato nella splendida cornice di Gaeta e Formia, il film esce in sala il 24 gennaio.
Compromessi Sposi: per la prima volta Vincenzo Salemme e Diego Abatantuono duettano in un film
Miccichè ha iniziato con lo spiegare i riferimenti alla politica e all’Italia di oggi: “Il sindaco di Gaeta interpretato da Vincenzo è il nuovo che avanza, eletto col Movimento 5 Stelle, ma la politica è un tema toccato in maniera laterale. L’obiettivo era mettere al centro due famiglie che si incontrano e, dalle riflessioni fatte a posteriori, mi rendo conto d’aver raccontato una storia dove i padri sono un po’ distratti. Alla fine sono i figli ad essere più maturi, le scene più commoventi sono infatti quelle in cui i padri si assumono le proprie responsabilità e sanno chiedere scusa. L’idea di base di “Compromessi sposi” nasce da un’ispirazione classica, ben precisa, “Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi”.
É la prima volta che Abatantuono e Salemme lavorano assieme, rendendo col loro scambio inarrestabile di battute, divertente anche l’incontro con la stampa. Il primo ha dichiarato che questo film nasce anche da una voglia di frequentazione, per cui, capitata l’occasione l’hanno presa al volo.
Per l’attore partenopeo il suo è un personaggio che “nasconde la fragilità con le regole”, ed ha quasi paura che la figlia lo conosca a fondo. La sua parte dovrebbe richiamare alla mente quello che fu il ruolo di Totò, seppur l’artista affermi che le sue corde siano più vicine al Fabrizi, ha affermato infatti che proprio per questo è stato “colpito dall’incrocio inversamente proporzionale delle storie sul set”, aggiungendo poi: “Nonostante abbiamo la stessa età, sono un vero e proprio fan di Abatantuono. Mi sembra di averlo sempre visto al cinema anche da bambino”, ha aggiunto sornione.
“Dopo belle parole come le tue potrei dire e io uguale”, ha commentato Abatantuono, precisando che “nella commedia per età, ora faccio il papà, ruolo che frequento avendo figli e nipoti. Ovviamente nella vita non succede quello che succede nei film, le storie dove non succede niente, lo dico sempre, non interessano a nessuno. Qui il confronto Nord Sud è quasi al contrario, e la chiave della storia sta nel rapporto tra i due personaggi, che presi singolarmente potrebbero essere meno interessanti, ma messi a confronto sono divertenti.
Compromessi Sposi: le affinità elettive
Si è arrivati a parlare di affinità, che secondo Salemme “nasce in modo naturale, poi si affina nel tempo, se si ha uno stesso modo di intender il lavoro e la vita. Credo che io e Diego abbiamo un’affinità elettiva dal punto di vista del mestiere”.
Secondo l’attore milanese l’affinità nasce anche “col provare le scene, col confronto continuo, si parla spesso di improvvisazione, ma la sceneggiatura uno deve sentirsela addosso, Vincenzo è una brava persona, onesta, per questo mi sono sempre trovato bene con lui. Quello della comicità poi è un talento che se lo possiedi devi tenertelo ben stretto. Inoltre quello che sembra improvvisato ha sempre un po’ di lavoro prima”.
É poi intervenuto Miccichè, secondo cui “creare affinità tra gli attori fa parte del lavoro del regista, ma con professionisti di questo calibro è facile”. Ricordando poi che “l’amore tra i due attori è sfociato nella scena del capitone, riuscivano ad avere dei tempi perfetti, la vera storia d’amore della pellicola è quella tra loro due, almeno da un punto di vista strutturale, un conflitto che sfocia nell’amore”.
Compromessi Sposi: la parola agli altri attori
Il resto del cast ha speso parole di entusiasmo e gratitudine per avere potuto dividere il set con due cavalli di razza come i protagonisti. Elda Alvigni, che interpreta la madre della sposa, ha confessato di “non aver dormito” finché non si è trovata sul set, tanto teneva alla parte, spendendo parole anche per la “generosità” artistica dei due colleghi.
Rosita Celentano, madre dello sposo, ha ammesso che “con loro potevo pure non leggere la sceneggiatura, avrei accettato ad occhi chiusi”, aggiungendo che le è piaciuto “aver interpretata una un po’ sfigata”.
Hanno parlato anche Grace Ambrose e Lorenzo Zurzolo, che interpretano gli sposi promessi: si sono sentiti entrambi onorati per l’opportunità avuta. Per il ragazzo “è stato difficilissimo ascoltarli e non ridere, difficile restare nel personaggio senza distrarsi”. Per Grace “la sfida più grande era essere credibile, rendere la storia vera, per portare il pubblico dalla nostra parte”.
Dino Abbrescia ha dichiarato che era “difficile infilare le battute, io ero ‘Arlecchino servitore di due padroni’, l’italiano medio inseguito dai creditori” e di come sia stato bello aver diviso il set con la compagna Susy Laude, seppur sia stato “un casino organizzarsi con le baby sitter”. Ha concluso ringraziando gli autori “perché quando un personaggio è scritto bene non si deve fare niente” .
La conferenza è terminata scherzando sulle droghe legalizzate, presenti in una scena del film, e sulle cene accompagnate dal vino durante la lavorazione, che in una circostanza, secondo i presenti, hanno offuscato a tal punto la mente dell’Abbrescia da fargli dire che “Sapore di sale” è un plagio dell’Inno di Mameli, tesi della quale si dice ancora convinto, suscitando l’ilarità della sala.
Maria Grazia Bosu
21/01/2019