Intenso e complesso il nuovo lavoro di Cronenberg, un po’ surreale ma sempre immagine dei tempi che viviamo, con Robert Pattinson che supera l’esame di maturità a pieni voti
Regia: David Cronenberg – Cast: Robert Pattinson, Juliette Binoche, Paul Giamatti, Samantha Morton, Jay Baruchel, Kevin Durand – Genere: Drammatico, colore, 105 minuti – Produzione: Canada, Francia, 2012 – Distribuzione: 01 Distribution – Data di uscita: 25 maggio 2012.
Con “Cosmopolis” Cronenberg si conferma regista visionario: attinge dal libro di Don DeLillo, ne rimane fedele, e apporta quelle poche modifiche che rendono il racconto cinematograficamente valido. Offre poi l’opportunità a Pattinson di impersonare il ruolo di Eric, originariamente pensato per Colin Farrel, e l’attore lo ricambia con la sua migliore interpretazione.
“Cosmopolis” non è una pellicola facilmente digeribile, parole e pause sono pregne di significato, per questo il regista, che ha curato personalmente la sceneggiatura, ha ritenuto giusto che gli attori si attenessero in maniera maniacale ai dialoghi del copione, senza cambiare neppure una sillaba. Questo, seppur faticoso, ha permesso alle immagini di caricarsi di quel valore simbolico che, se evidente nelle pagine di DeLillo, poteva non avere la stessa immediatezza nella finzione cinematografica.
Il film è una sorta di “24” cinematografico, dove al posto dell’agente Bauer che insegue i cattivi, abbiamo il ricco Eric Packer-Pattinson, che impiega un’intera giornata per spostarsi dalla propria abitazione al barbiere di fiducia, per ‘rifare il taglio’, e invero insegue se stesso, in un susseguirsi di eventi che fanno crollare le sue sicurezze economiche e mettono a nudo un malessere sociale quanto mai attuale.
Il percorso della limousine per le vie di New York è reso tortuoso da funerali, visite presidenziali e rivolte popolari. Attraverso i dialoghi del nostro protagonista con i diversi personaggi che ospita nella macchina, una sorta di moderna agorà, c’è l’analisi del mondo contemporaneo, dell’alta finanza, della leggerezza con la quale i golden boys di Wall Street giocano con i soldi, non pensando che le loro azioni possono mandare in rovina un’intera comunità.
Si respira la crisi delle banche americane e ‘Occupy Wall Strett’, dando al romanzo di DeLillo un aurea di preveggenza.
Il pellegrinare di Eric si conclude in una sorta di confronto finale, con Benno, un Paul Giamatti in ottima forma, che regala un po’ di humour ad un epilogo decisamente drammatico.
Pattinson mostra una maturità interpretativa notevole, in una pellicola dove la macchina da presa indugia quasi costantemente sul suo volto.
Marai Grazia Bosu