Trama
- Regia: Volfango De Biasi
- Cast: Santo Rullo, Enrico Zanchini, Vincenzo Cantatore, Antonio Barba
- Genere: Documentario, Colore
- Durata: 75 minuti
- Produzione: Italia, 2016
- Distribuzione: Istituto Luce Cinecittà
- Data di uscita: 20 Febbraio 2017
Un gruppo di pazienti psichiatrici proveniente da tutta Italia, accompagnati dallo psichiatra Santo Rullo, vengono allenati dal direttore sportivo ed ex giocatore di serie A Enrico Zanchini e dal campione del mondo di pugilato Vincenzo Cantatore, che farà loro da preparatore atletico. “Crazy for Football” è il documentario di Volfango De Biasi sulla prima nazionale italiana di calcio che partecipa ai mondiali per tali pazienti a Osaka, in Giappone. Ci sono le selezioni per la rosa dei 12 giocatori da portare in ritiro, per il torneo dei campionati mondiali.
Il calcio è qui concepito come una terapia, che li omologa alla massa, li fa sentire uguali agli altri e felice. Lo stesso Santo Rullo in una scena del film analizza questa condizione, sostenendo che lo sport è “un’esperienza che richiama alla mente la memoria emotiva di quando non si era malati”.
Oltre a questo viaggio da oriente ad occidente, lo spettatore è portato a conoscere nell’intimo queste persone che si sono smarrite a causa della loro malattia nei meandri della loro psiche. Però, i protagonisti del film sono i giocatori e non la loro malattia, proprio perché “Crazy for Football” vuole cercare di lottare contro i pregiudizi che nascono intorno alle persone che soffrono disagio mentale.
Crazy For Football: il progetto come cura
Il progetto documentato nel film nasce da un’iniziativa del dottor Santo Rullo, Presidente dell’Associazione Italiana di Psichiatria Sociale, e di alcuni suoi colleghi. Lo sport ha da sempre portato l’uomo a sentirsi parte di un qualcosa, un team, un’unione che da la forza. Il calcio si è rivelato quello adatto a questi pazienti, in quanto sul campo non esistono più ‘sani’ o ‘malati’, ma la propria squadra e quella avversaria. Il seguire le regole calcistiche porta il paziente a reinserirsi in società, è un banco di prova per rispettare le regole del vivere comune.
Il regista Volfango De Biasi era stato già affascinato da questo metodo di cura nel 2004, quando realizzò “Matti per il calcio” insieme a Francesco Trento, anche questo un documentario, che venne autoprodotto e rivenduto alle tv. Il successo ricevuto ha permesso a molti altri psichiatri di poter usare il metodo calcio per la riabilitazione dei pazienti e in pochi anni le squadre di persone affette da disturbi sono aumentate, portando alla formazione di campionati. I mondiali si svolgono in Giappone, dato che ha all’attivo 600 squadre.
Trailer